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...Galliani, il City e quelle dichiarazioni di chi sembra con le spalle al muro

di Emiliano Cuppone

La bomba mediatica scaricata da Kaldoon Al Mubarak (nome che non sembra essere troppo affine alle vicende di casa rossonera), braccio destro dello sceicco multimiliardario e proprietario del Manchester City Mansour, hanno alimentato le fiamme che ardono intorno al caso Tevez.
Le dichiarazioni del dirigente degli inglesi non sono state troppo tenere nei confronti di Adriano Galliani e della società Milan, parole dalle tinte forti, con una non troppo velata staffilata sferrata con quel paragone con i cugini dell’Inter.
A dire il vero, però, l’esternazione sembra essere piuttosto fuori luogo, poco attinente alla realtà dei fatti che sembrano dare ragione ad Adriano Galliani. Le presunte “scorrettezze” rossonere, concretizzatesi nell’aver avvicinato il giocatore prima di presentare un’offerta alla società inglese, non sembrano essere tali. Secondo i bene informati, infatti, il Milan avrebbe preventivamente chiesto il placet dei citizens a trattare con il giocatore ed il suo entourage, nonostante un mandato a trattare nelle mani dell’ormai rinomato Kia Joorabchian non imponesse neanche questa formalità.
Ottenuto l’accordo con il giocatore, elemento fondamentale per avviare una trattativa stante l’esoso compenso che Tevez percepisce al City, di cui il Milan non aveva alcuna intenzione di farsi carico totalmente, i rossoneri si sono presentati alle porte di Mansour con un’offerta che in via Turati ritengono congrua. Un prestito con “diritto” di riscatto, da esercitarsi ad una cifra prestabilita che si aggirerebbe intorno ai 20/25 milioni di euro, valore ritenuto congruo per un giocatore fermo ormai da mesi ed in rotta con la società d’appartenenza.
Nessuno ha imposto al City l’accettazione di tale proposta, gli inglesi hanno sempre avuto l’opportunità di valutare altre offerte, come quella (vera o fantomatica che sia stata) dell’Inter o quella del Psg. L’azione di Moratti (di mero disturbo o no, questo non è dato sapere) ha messo in difficoltà Adriano Galliani, conscio del blasone dell’avversario e dell’impossibilità di garantire quelle stesse condizioni, “obbligo” di riscatto, che i nerazzurri sembravano aver messo sul piatto. Poi la vicenda Pato (strana e tutta da valutare a posteriori), il Milan che è “sembrato” ritirarsi dalla trattativa, e la strada libera lasciata ad un’Inter che ha cambiato repentinamente opinione, ritirando (a quanto pare) l’offerta, celandosi dietro una presunta stabilità di spogliatoio che l’Apache andrebbe a minare. Poi il Psg, con un’offerta importante al club ed al giocatore, ma con l’handicap, non da poco, di un campionato di bassa caratura ed una squadra ancora tutta da costruire seppur con investimenti importanti. Carlitos Tevez, però, ha quasi 28 anni, ancora 3 o 4 anni di carriera ai massimi livelli, ed una sostanziale voglia di vincere che non può essere rimandata, anche a scapito dei propri guadagni (scelta oculata e invocata da un professore come Seedorf qualche settimana fa).
Il giocatore, quindi, vuole il Milan, la società rossonera dal canto suo accoglierebbe molto volentieri tanta classe, ma senza ritenere necessario il giocatore stante la qualità di una rosa sostanzialmente al completo nel reparto avanzato.
Il Milan ha avanzato la sua proposta, congrua o meno, è un’offerta su cui Adriano Galliani non sembra poter transigere, forte anche di un accordo di massima con il giocatore che vorrebbe vestire una maglia importante per tornare ad essere protagonista sul palcoscenico internazionale. Stando così le cose, non sembrano ravvisabili quelle scorrettezze cui sembra alludere Al Mubarak, piuttosto si nota una conduzione impeccabile della trattativa da parte di Galliani, il quale, fra scelte azzeccate, accordi multimilionari, e bluff più o meno palesi, è finito per mettere alle strette un Manchester City conscio di non poter trattenere oltre un giocatore fuori rosa con uno stipendio da 9 milioni di euro, e diversi milioni di bonus in caso di vittoria della Premier League.
L’impressione, dunque, è che le parole del numero due dei citizens siano l’estremo tentativo di mettere Adriano Galliani in cattiva luce, costringendolo ad alzare l’offerta per non patire ulteriori attacchi mediatici, situazione che l’ad rossonero, però, sembra digerire benissimo, forte di un curriculum fatto di 25 anni di Milan, e degli ultimi trionfi sul mercato quali Ibrhaimovic, Robinho, Cassano, Van Bommel, acquisiti con un esborso minimo in confronto alla caratura dei giocatori.


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