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...Fra mal di pancia e Cassanate: ci vuole riconoscenza

di Emiliano Cuppone

La delusione per le cessioni di Thiago ed Ibra (ormai incipit scontato per le riflessioni di casa Milan) ha investito tutti, a partire dai tifosi, senza dimenticare tanti protagonisti. Se da un lato Ignazio Abate, Pato, Filippo Inzaghi e Mattia De Sciglio predicano calma ed invitano a confidare nella dirigenza e nella competitività del diavolo per il 31 agosto, dall’altro c’è chi a suo tempo ha già espresso il proprio pensiero per nulla in linea con i compagni.
Ci si riferisce, naturalmente, ad Antonio Cassano, tuonante in quella conferenza stampa del Giugno scorso, quando addosso aveva la casacca della Nazionale che lo faceva più azzurro che rossonero. Per il genio di Bari Vecchia l’addio di Thiago sarebbe stato devastante per le ambizioni del Milan, avrebbe avuto un influsso negativo sul campo e nello spogliatoio, insomma sarebbe stata una catastrofe cui sarebbe stato difficile porre rimedio. Figurarsi qual è ora il pensiero di FantAntonio, visto che oltre al brasiliano è partito anche l’amico e compagno di reparto Ibrahimovic, più che una catastrofe si tratterebbe di un vero e proprio cataclisma.
Chi ha visto il barese tornare a Milanello, snello e fresco fisicamente come non lo si vedeva da anni in Agosto (miracoli della voglia d’azzurro e dell’Europeo disputato, oltre che di una maturazione personale probabilmente), parla di un ragazzo irrequieto, scosso e poco incline al sorriso. Sembra quasi che la vicinanza e l’amicizia stretta con Ibra abbia permesso al “virus” intestinale dello svedese di intaccare anche il numero 99 (notizia di oggi che Cassano ha deciso di mantenere lo stesso numero, lasciando il 10 a Boateng, contrariamente a quanto ci si aspettasse).
Stiamo parlando di voci, di sensazioni che arrivano dal centro sportivo rossonero, nulla più che “illazioni”, un caso che è da ascrivere ancora alla casella del “non c’è nulla di concreto”. Certo, però, che “La Gazzetta dello Sport” si è spinta oltre, ipotizzando addirittura un salto del Naviglio, con il passaggio all’Inter, sfiorata a ripetizione in passato. Quest’ultima ipotesi ci sembra davvero improbabile, ma si sa, quando si parla di Cassano nulla è impossibile ed è meglio andarci cauti con le rassicurazioni ed i sorrisi distesi.
Di certo c’è che, conferenza di Giugno a parte, l’umore di Cassano al Milan è sempre stato ottimo. Vero giullare dello spogliatoio, dopo tante peripezie in carriera, Tonino sembrava aver trovato finalmente il sorriso e la serenità. Un giocatore diverso, maturo, cresciuto anche grazie alla serena situazione familiare. Dall’altro lato una società che, a detta dello stesso Cassano, gli ha dato tutto, dalla professionalità al clima ideale per lavorare, dall’appoggio dei dirigenti alla vicinanza nel momento buio di quel problema inaspettato che è piombato su di lui lo scorso Ottobre a Roma.
Se da un lato, quindi, ci sono decisioni e, soprattutto, cessioni che legittimamente non convinco FantAntonio, dall’altro c’è la consapevolezza di essere parte di una società che gli ha dato più di quanto si potesse aspettare in materia di “affetto” e comprensione. Una squadra che ha puntato su di lui, quando il mondo del calcio sembrava averlo definitivamente scaricato, quando veniva bollato come indomabile cavallo pazzo che non faceva altro che dilapidare un patrimonio di classe sconfinato.
Bene, allo stato dei fatti ci si aspetta che Antonio Cassano abbia riconoscenza, abbia la splendida idea di legarsi finalmente ad una società che l’ha trattato come il campione qual è, che l’ha accolto ed a lui vorrebbe affidare le chiavi della squadra. C’è chi pensa che Tonino non si senta parte integrante del progetto di Allegri, eppure il tecnico toscano non ha atteso un attimo per utilizzarlo, sin dal primo giorno, quando i chili di troppo c’erano, sin da subito dopo l’infortunio, quando la forma non era quella dei tempi migliori. Ci aspettiamo, quindi, che Cassano non abbia dimenticato e sappia essere riconoscente e comprensivo con una squadra che merita il suo rispetto, siamo convinti che il genio di Bari Vecchia infondo non ci deluderà.

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