...Fra errori e rigori scatta la fiera dell'ipocrisia
La direzione di gara di Rocchi non può essere definita certo impeccabile, l’arbitro di Firenze quando ci si mette le combina veramente grosse. Dopo la sfortunata direzione di gara in Inter – Napoli, il fischietto classe ’73 riesce a fare peggio, errando a ripetizione a sfavore di questa e di quell’altra squadra durante Bologna – Milan.
A ben vedere il pareggio è il risultato più giusto per una sfida in cui prima viene negato un rigore al Milan per intervento scomposto di Mudingayi su Aquilani; poi la “cecità” del direttore di gara trova il suo apice nella svista su quel palese tocco con il braccio di Clarence Seedorf sulla punizione di Diamanti, nata da un contatto quantomeno dubbio; per ripetersi ancora, forse, quando Ramirez affronta in uno contro uno Yepes che gli poggia una mano galeotta sulla schiena e forse lo ostacola sfiorandogli la caviglia; per chiudere con quel fallo di mano di Morleo su Ibrahimovic che, inoltre, sarebbe stato fermato dal guardalinee per un inesistente fuorigioco.
Un errore dopo l’altro del fischietto toscano che riesce quantomeno a fischiarne uno di rigore, su Ibrahimovic il contatto è palese, il rigore c’è, anche se si potrebbe discutere sulla posizione di Pato, giudicato in fuorigioco ininfluente da arbitro ed assistente, ma non da Raggi che nel tentativo di anticiparlo regala il pallone allo svedese.
Tanti gli errori, sui quali sono passati tutti i protagonisti, da Allegri a Pioli, passando per Di Vaio e tutti gli altri uomini in campo, alla fine convinti che la partita nel risultato non sia stata falsata da un arbitro che avrebbe anche chiesto scusa dopo il triplice fischio.
Quello che resta è un processo, al limite del paranoico, che rimbalza dalle televisioni sino ai social network, con schiere di inquisitori di un Milan “aiutato, sorretto da arbitri di parte, vogliosi di regalare ai rossoneri punti fondamentali nella corsa scudetto”.
Ci si dimentica con facilità di quanto accaduto a Firenze, con un Milan padrone del campo che si è visto negare un gol regolare e due rigori netti, chiudendo la partita in pareggio dopo un dominio assoluto del campo lungo tutti i novanta minuti.
La cecità non sembra aver colpito solo Rocchi nella giornata di ieri, ma anche migliaia di tifosi avversi ai colori rossoneri, pronti ad a scandalizzarsi per il tocco di mano di Seedorf e la posizione di Pato, e passare indisturbati sopra al tocco di mano di Morleo o all’entrata scomposta di Mudingayi. Come se il contatto con tribunali più o meno sportivi avesse annebbiato la vista di chi cova una rabbia eccessiva, che vede fantomatiche congiure e cospirazioni filo rossonere, senza guardare a quello che accade ogni domenica su tutti i campi di Serie A, con errori (a volte veri e propri “orrori”) arbitrali a favore o contro questa o quell’altra squadra.
Calciopoli è stata una vera e propria catastrofe per il calcio italiano, non solo ha sconvolto gli equilibri del campionato dal 2006 in poi, ma ha coltivato una cultura del sospetto che sta massacrando il piacere di guardare il calcio, fra vittime e carnefici che s’invertono i ruoli domenica dopo domenica, alimentando paranoiche discussioni su cospirazioni, cupole e sudditanza per questa o quell’altra maglia: BASTA!