...Cessioni affrettate e ritorni di fiamma: una lacuna da colmare
Il mercato entra nel vivo, si iniziano a definire le strategie delle big della Serie A, secondo i più, concentrate su prospetti giovani per rinverdire la rosa e non spendere follie di ingaggi.
Tante le ipotesi di “cavalli di ritorno” che vengono accostate alle tre regine del calcio italiano, una sorta di ritorno sui propri passi per dirigenze che, forse, lasciano partire con troppa leggerezza talenti importanti. Ci soffermiamo sulle tre grandi per eccellenza, Milan, Inter e Juventus, e notiamo che i rossoneri starebbero facendo un pensierino a riprendere Davide Astori, i nerazzurri sarebbero pronti alla guerra per Mattia Destro e ci proverebbero con Andreolli, mentre i bianconeri farebbero carte false per riavere in squadra Sebastian Giovinco.
Il diavolo ha più volte lasciato andare senza pensarci troppo i suoi gioiellini, sembra continuare a farlo, vista la cessione della seconda metà di Alexander Merkel al Genoa per soli 3 milioni di euro, dopo aver inserito la prima nell’affare El Shaarawy già lo scorso anno valutandola altrettanto. Cessione di un certo peso certo, 6 milioni non sono pochi, ma, con i tempi che tirano ed il calcio che si sposta sempre più sugli under 25 (per cause di forza maggiore, visti i ritmi cui sono costretti i top club), probabilmente non sufficiente per lasciare andare un 20enne che ha dimostrato già doti e personalità da grande squadra. Un po’ come successo con Davide Astori, giocatore che secondo alcune indiscrezioni sarebbe nelle mire di Galliani per questa sessione di mercato, lasciato andare al Cagliari in due tranche, la prima di 1,2 milioni e la seconda di 4, trovandosi oggi a dover trattare con l’amico e “gioielliere” Cellino, certo non uno che fa sconti per i propri pupilli.
Stesso discroso per le altre due big. I nerazzurri addirittura sarebbero alla ricerca di due pezzi provenienti dalla Primavera, Destro è sicuramente il più costoso, ceduto prima in comproprietà al Genoa, per poi cedere la seconda metà al Siena. Oggi per il ragazzo, seguito anche dalla Juventus e non solo, con il rischio di scatenare un’asta al rialzo, i nerazzurri sarebbero pronti ad offrire 2/3 milioni di euro più la metà di Kucka a Preziosi per una metà, mentre aspetterebbero che i rossoblu riscattino la seconda dal Siena, con Mezzaroma che chiederebbe una cifra intorno ai 7 milioni. Un’operazione stellare dunque, sempre che Moratti riesca a battere la concorrenza di Conte e della sua Juve, da sempre in ottimi rapporti con i senesi, e che nella migliore delle ipotesi si chiuderebbe per una cifra che si aggira intorno ai 15 milioni di euro, somma ben più sostanziosa rispetto a quelle che Branca e soci hanno ottenuto dalla cessione del giocatore negli anni. Come se non bastasse, i vertici nerazzurri avrebbero messo gli occhi su Andreolli, scaricato una metà alla volta alla Roma prima nell’affare Chivu, poi in quello Mancini. Il centrale di difesa ha fatto molto bene nel Chievo e la sua quotazione potrebbe essersi alzata e non poco, costringendo l’Inter ad un’operazione piuttosto onerosa per un giocatore che, di fatto, era di loro proprietà.
Infine la Juventus, che si trova a trattare con Tommaso Ghirardi per Sebastian Giovinco, ceduto in comproprietà un anno fa per la cifra “irrisoria” di 3 milioni di euro, nonostante il valore del giocatore fosse noto a tutti ormai da tempo. Ad oggi riscattare il giocatore per Marotta appare complicato, sicuramente la cifra da sborsare sarà molto più alta, viste le prestazioni monstre del bomber tascabile che ha impressionato con la maglia gialloblu nelle ultime due stagioni.
Tre società importanti, dirigenti universalmente riconosciuti come più che competenti, eppure tutti sono incappati nello stesso errore, spesso reiterato. Una scarsa attenzione ai giovani cresciuti in casa, coltivati a lungo, consegnati alle piccole con molta leggerezza, magari per arrivare a giocatori già cresciuti e spesso nulla più che discreti. Errore ripetuto, sintomo di una politica sbagliata che ha pervaso il nostro calcio per lungo tempo, contrariamente a quanto accaduto in Spagna, dove la cantera è da sempre l’elemento base della costruzione delle squadre di vertice.
Settori giovanili importanti e costosi che sfornano piccoli campioni da coccolare ed aspettare, troppo spesso fagocitati dalla necessità di vincere, e subito, che caratterizza il calcio tricolore per le tre società di vertice. Squadre che si buttano su giovani di altre società, magari strapagandoli, lasciandosi sfuggire talenti puri e fatti in casa, senza pensare che un giorno potranno tornare all’ovile, ma a caro prezzo. In un calcio che impone un occhio attento alle questioni di bilancio, dove ogni singolo milione di euro dev'essere ponderato, questa lacuna progettuale dev'essere immediatamente colmata.