...Cambi di rotta e previsioni impossibili: il mercato parte dal dessert
Lo stomaco dei tifosi rossoneri è in costante subbuglio, le cessioni di Thiago Silva ed Ibrahimovic non sono state digerite, difficile che lo saranno almeno sino al prossimo trofeo (si spera il più presto possibile). Il popolo del diavolo è smarrito, perso nelle cronache di mercato e spaesato da una atteggiamento quantomai ambiguo dei vertici di via Turati.
La sensazione è quella di un contenimento dei costi in casa rossonera, sembra che la politica sia quella di investire poco (si spera bene), che non possano arrivare nomi di spicco, che ci sia un irrimediabile ridimensionamento della rosa e, di conseguenza, delle aspettative.
Eppure il passato dovrebbe aver insegnato qualcosa, basta tornare indietro di pochi anni, sfogliare le pagine della storia recente del Milan, per capire che le strategie sono volubili ed in continua evoluzione. Che si tratti di mancanza di progettazione, piuttosto che di abilità nel confondere le acque per cogliere di sorpresa tutti non è dato saperlo, quello che è certo è che sembra alquanto inutile fare previsioni adesso.
Ci abbiamo provato a fare i conti in tasca a Galliani e soci, negli anni ci siamo arrovellati fra intuizioni e sensazioni, fra mezze verità e bugie mal celate, ma alla fine è emerso sempre quell’elemento di sorpresa, quel colpo di scena che nessuno si poteva aspettare. Sì, perché un attimo si vende Kakà per ripianare, quello dopo si pensa che non ci possano essere investimenti di un certo peso, poi d’un tratto arrivano Ibrahimovic e Robinho insieme. Un momento stai acquistando Tevez e Thiago Silva è incedibile, poi si vende quest’ultimo insieme ad Ibracadabra, mentre si lascia l’Apache in Inghilterra, lasci due e perdi uno, umore sotto i tacchi e la contestazione che monta fra scenari apocalittici e previsioni sconfortanti.
Al momento i nomi vengono accostati al Milan per poi essere allontanati alla velocità della luce, alcuni ritornano, quasi ridondanti, altri spariscono nel dimenticatoio di cronache di mercato che sono cangianti come vernice metallizzata alla luce del sole.
L’ultimo è quello di Kakà, prima sogno, poi trattativa impossibile, adesso affare che entra nel vivo. L’ormai ex Bimbo d’oro è al centro dei pensieri di Galliani, o almeno delle sue citazioni canore, e divide i tifosi fra i romantici che rivorrebbero subito il loro amante brasiliano ed i disillusi che non hanno alcuna intenzione di mangiare un’altra minestra riscaldata. Come mi ha fatto notare un tifoso su Twitter, nell’economia tecnica di Allegri, Kakà rappresenterebbe una ciliegina più che una soluzione, l’uomo in più da aggregare ad una squadra che ha altre esigenze primarie da soddisfare. Non sappiamo se il mercato del diavolo sarà un’abbuffata di volti nuovi o uno snack veloce al banchetto degli acquisti, certo, però, che sembra che si stia partendo dal dessert il quale ha il sapore dolce di un amore che forse non è mai finito realmente.
Per il resto, inutile fare conti con bilanci e strategie di cui sappiamo poco o nulla, perché in via Turati vige un silenzio impenetrabile, non si riesce a scorgere alcuna luce su quelli che sono i piani per il futuro. Abbiamo provato a ripetizione in passato ad illuminare dall’alto di ragionamenti sensati e previsioni surrogate dai fatti, ma la verità è che alla fine sono sempre riusciti a sorprenderci. Non è dato sapere se i cambiamenti di rotta siano figli di questioni di cuore ed ambizione o di strategie volubili ed occasioni imperdibili, quello che è certo è che non possiamo fare altro che attendere il 31 agosto e valutare il mercato rossonero nella sua globalità, con la speranza che le sorprese non siano finite nell’agosto del 2010.
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