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...Aquilani e Maxi Lopez: addio ragionato o riscatto del cuore

di Emiliano Cuppone

Affrontata la questione degli addii, dolorosa ed allo stesso tempo magnifica nella splendida favola che si è consumata domenica a San Siro, con un occhio attento al mercato tanto in entrata quanto, e soprattutto, in uscita, il Milan deve affrontare la spinosa questione dei riscatti.
Sul piatto ci sono Sulley Muntari, Alberto Aquilani e Maxi Lopez, tre situazioni differenti sotto diversi profili. Il ghanese sembra l’unico certo della riconferma, l’intesa con l’Inter è chiara, l’operazione è di quelle a dir poco low cost, il giocatore ha conquistato da subito una maglia da titolare e sembra essersi inserito perfettamente nei meccanismi rossoneri, con la mentalità di chi ha preso a cuore la causa del diavolo. Dall’altro lato Alberto Aquilani, alter ego di Muntari in tutto e per tutto, giocatore diverso per caratteristiche e per impiego nella stagione appena conclusa, ancora una volta in bilico sul filo delicato del mercato.
Il romano è stato splendido protagonista nella prima metà di stagione, pressoché sempre in campo dall’inizio, è stato spesso l’uomo in più della mediana rossonera, l’unico in grado di dispensare qualità in un centrocampo imbottito di muscoli. Poi il problema alla caviglia nella preparazione invernale, il lungo stop e le difficoltà a ritrovare una maglia da titolare, impiegato con il contagocce, con più di qualche difficoltà a ritrovare la forma e con l’orizzonte delle 25 presenze valide per il riscatto che si è avvicinato ad un palmo di naso, ma che non è stato soddisfatto totalmente. Lui ha parlato di una porta semiaperta, ha più volte ribadito la sua volontà di restare al Milan, aveva chiesto garanzie di permanenza già la scorsa estate, quando, scottato dall’esperienza negativa alla Juventus, sembrava avere più di qualche remora nell’accettare un altro prestito.
Il Milan ne parlerà con il Liverpool, la cifra fissata per il riscatto è piuttosto alta, i rossoneri proveranno a tirare sul prezzo, cercando di riuscire laddove lo scorso anno fallì Marotta, convincere i Reds ad abbassare le pretese, “liberandosi” così di un ingaggio pesante come quello di Aquilani, per di più ad un solo anno dalla scadenza del contratto. Certo non depone a favore l’arrivo di Montolivo, pressoché identico per ruolo, il ragazzo di Caravaggio rappresenta l’alternativa ideale all’ex romanista, per Allegri sarebbe una manna averli entrambi, per le casse del Milan potrebbe essere preferibile tenerne uno solo. Certo è che, dopo l’ottimo apporto iniziale di Aquilani e le premesse di riscatto, l’addio sarebbe una botta psicologica non da poco per il nazionale azzurro, da sempre alla ricerca di una sistemazione definitiva per trovare la giusta consacrazione.
La situazione di Maxi Lopez è differente da entrambe le precedenti, l’argentino è arrivato nella casa del diavolo in gennaio con gli occhi di un bambino che entra al Luna Park. Si è professato tifoso rossonero, ha mostrato tutta la sua voglia di vestire la casacca del diavolo passando giornate “rinchiuso” in albergo, attendendo speranzoso l’evoluzione della situazione Tevez. Si è sempre fatto trovare pronto quando è stato chiamato in causa, gol e prestazioni di livello per lui, non ha mai preteso il posto da titolare e sembra felice di essere parte di questo gruppo, nonostante sia consapevole di partire come l’ultima scelta offensiva di Allegri. L’ostacolo al riscatto è la cifra concordata in inverno con Pietro Lo Monaco, alta, forse un po’ esosa per un attaccante di scorta, ma non esagerata se paragonata al livello del giocatore di cui si parla. Adriano Galliani ragionerà sul da farsi, valuterà le questioni economiche, ma anche quelle umane di un giocatore disponibile e devoto alla causa. Le parole d’amore per il Milan che Maxi Lopez sta dispensando in questi giorni, con quello sguardo che non sembra essere cambiato di una virgola da gennaio ad oggi, nonostante le tante panchine, suonano come una serenata sincera. Giudicando l’importanza dell’attaccamento alla maglia, come mostrato domenica dall’addio di senatori e milanisti veri, il riscatto del bomber sudamericano ben s’inserirebbe in quello spirito familiare che pervade la società Milan.
Situazioni da valutare fino in fondo, con la testa che spinge per un risparmio economico sensato ed il cuore che preme per un riscatto umano, due conferme che sarebbero importanti sotto il profilo della qualità, quella della rosa e quella umana di due ragazzi che si sono messi al servizio della causa rossonera con tanto ardore e devozione.


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