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...Addio Zlatan: campione vero e finalmente signore del calcio

di Emiliano Cuppone

Lo Zlatan Ibrahimovic che non ti aspetti. Lo svedese stupisce tutti nella conferenza stampa di presentazione al Parco dei Principi di Parigi, solite frasi di rito che parlano di “sogno realizzato”, sintomo di professionalità impeccabile e poi solo parole di stima per il diavolo.
Ci hanno provato un po’ tutti, giornalisti italiani naturalmente, ma anche i francesi non hanno sdegnato punzecchiature al Milan ed alla sua dirigenza “rea” di aver scaricato Ibracadabra, per la prima volta venduto da una società e non partito per scelta propria (anche se Leonardo ha voluto sottolineare, unico a parlare in italiano, che è stato il Psg a comprarlo e non il diavolo a venderlo, perdendo tutto il suo aplomb).
Ha dovuto prendere atto della scelta di via Turati, Ibra l’ha fatto con una signorilità ed una serenità degna del miglior diplomatico svedese. Freddo, distaccato, senza perdere la testa, Zlatan è sembrato cresciuto, nessuna stilettata alla dirigenza del diavolo, nessun rancore nei confronti del Milan, solo parole di stima, auguri ed un bel ricordo che porterà con sé.
La tifoseria rossonera rimugina ancora di più nel vedere un giocatore così maturo, un professionista unico che sembra essere riuscito (almeno per adesso) a porre un freno a quel carattere spigoloso che l’ha contraddistinto lungo tutta la sua carriera. Per la prima volta Re Ibra si è dovuto inchinare alla ragion di stato, voleva restare a Milano, voleva provare a vincere con il Milan ed invece qualcuno più in alto di lui ha deciso che era il momento di far cambiare aria allo “zingaro” del calcio che conta.
Nuova avventura, nuova città, nuovi stimoli ed un campionato decisamente inferiore, con l’unico sfogo della Champions League per scaricare tutta la sua classe. Nella Ligue 1 Ibra non avrà alcun problema a vincere praticamente da solo (se poi ci aggiungiamo che alle sue spalle agirà gente del calibro di Thiago Silva, Pastore e Lavezzi il gioco è fatto), di questo siamo certi, la vera sfida sarà riuscire ad essere incisivo nella massima competizione europea. Adesso Zlatana non ha più scuse, il campionato non sarebbe una vittoria sufficiente a giustificare la presenza dello svedese in campo, lui adesso è obbligato a vincere la coppa dalle grandi orecchie, l’unico trofeo che gli manca.
La speranza per i tifosi rossoneri è che sul diavolo si abbatta la “benedizione” di Ibra, ma allo stato attuale appare difficile che il Milan possa bissare il trionfo europeo di Inter e Barcellona, capaci di vincere la Champions dopo aver salutato lo svedesone dai piedi d’oro. La certezza è quella di aver ammirato per due stagioni uno dei giocatori più forti al mondo, di averlo coccolato e di aver goduto delle sue impareggiabili magie. La convinzione è quella di aver contribuito alla definitiva crescita personale dell’uomo Ibrahimovic che, per sua stessa ammissione, dal Milan è stato aiutato, che del Milan porta con sé ricordi e sensazioni positive, le stesse che non gli permettono di scaricare la propria rabbia e di gettare fango sulla prima società che ha voluto cederlo (anche se il Barcellona non sembrava proprio intenzionato a trattenerlo dopo le liti ripetute con Guardiola)
Addio Zlatan, campione unico, professionista immenso e finalmente signore del calcio.


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