ESCLUSIVA MN - Zille (DAZN): "Theo e Leao? Non hanno messo davanti il Milan, ma loro stessi"
Fonte: Lorenzo De Angelis
Il Milan di Paulo Fonseca ha ancora una volta fallito l'appuntamento con la vittoria pareggiando 2 a 2 a Roma contro la Lazio sabato scorso. Ciò che però è più saltato all'occhio della sfida all'Olimpico è stato senza ombra di dubbio il comportamento avuto da Theo Hernandez e Rafael Leao al momento del cooling break del secondo tempo, del quale abbiamo parlato in compagnia della bordocampista di DAZN Federica Zille.
Il caso cooling break di Theo e Leao: cosa è successo a bordocampo?
"Devo premettere che ero dal lato della panchina di Baroni e che le distanze sono abbastanza ampie all'Olimpico perché c'è la pista d'atletica, quindi non ero vicinissima a Fonseca. Comunque mi è sembrato che il portoghese fosse impegnato a parlare con i suoi giocatori al momento del cooling break, che viene preso come un vero e proprio time-out, come lo possiamo vedere nella pallavolo in cui l'allenatore dà delle indicazioni tattiche, fa delle correzioni. Insomma, viene preso come un momento di confronto con la squadra. Quindi non credo neanche che Fonseca abbia fatto caso più di tanto in quel momento alla loro assenza. Una cosa che ho notato, e che ho detto anche nel corso del 90 minuti, è stata la reazione di Abraham, che era entrato tanto quanto gli altri due giocatori un paio di minuti prima insieme anche a Musah: è andato verso Theo e Leao, spronandoli ad avvicinarsi, ed entrambi hanno scosso la testa. Abraham ci ha provato a trascinarli verso il cooling break” .
La reazione di Fonseca
"Io non posso aver notato niente perché ero troppo lontana".
Sulle giustificazioni di questo comportamento da parte di Fonseca e Theo
"Sono delle spiegazioni, sia quelle di Theo che quelle di Fonseca, per provare a riportare la questione all'interno dello spogliatoio e non davanti davanti alle telecamere, che è anche comprensibile. Certo che la scena è abbastanza evidente e parla da sola. Anche Musah e Abraham erano entrati un paio di minuti prima e sono andati comunque ad ascoltare l'allenatore. Sia Theo che Leao sono andati a recuperare le bottigliette dall'altro lato del campo, ma soprattutto essendo un time-out l'allenatore parla alla squadra, parla a tutti. È vero che loro le indicazioni le avranno avute qualche minuto prima, ma vale lo stesso discorso di coesione di gruppo e di immagine anche per un Musah ed Abraham".
Sulla fase difensiva
"È abbastanza evidente che non sta funzionando quando una squadra prende due gol a partita. Era il primo punto nell'agenda di Fonseca, l'ha detto lui nella conferenza di presentazione, non ripresentarsi in campionato con la mole enorme di gol presi nella passata stagione. Il lavoro che mi sembra aver capito che Fonseca chiede alla sua squadra è molto di reparto. È un lavoro di pressing che deve essere svolto da tutta la squadra insieme, perché se salta un'uscita, un movimento, tutti poi vanno in difficoltà. E la prova è che il Milan ha preso dei gol fotocopia a Parma e Roma pur cambiando gli interpreti. Prima era stato criticato pesantemente Davide Calabria per l'indecisione sul gol di Man. Stessa cosa si può dire di Emerson Royal. Evidentemente ci sono dei meccanismi che non sono stati ancora assorbiti dalla squadra, e non dai singoli giocatori, ed è questa la cosa che fa preoccupare un po' di più".
Sul comportamento di Theo e Leao a Roma
"Io sono per la sacralità dello spogliatoio. Se c'è qualche problema con l'allenatore, se non dovessero aver gradito l'esclusione dal primo minuto, è loro diritto esprimerlo ma fa male alla squadra che avvenga davanti alle telecamere, che avvenga durante una partita. Theo poi in qualche modo ha buttato acqua sul fuoco nel post partita dicendo che si inventano tante cose, che non ha nulla contro l'allenatore e la squadra, che semplicemente era entrato da troppo poco, però danno una brutta immagine all'esterno. Danno anche un brutto messaggio ai compagni, perché si sono distaccati non solo da Fonseca in quel momento ma dal gruppo. Hanno agito da singoli e non da squadra, per il bene del Milan non deve succedere".
E ancora
"Sono i giocatori da più anni in rossonero, dal valore più alto. Sono due giocatori per cui da maggio in poi Furlani, Ibrahimovic, si sono spesi per dire: "Questi non partono", insieme a Maignan. Se da loro parte un'immagine diversa da qualla di gruppo coeso è un problema, ripeto sempre per il bene della squadra. In quel momento, loro, non hanno messo davanti il Milan, ma se stessi".
Fonseca già in bilico se fallisce col Venezia: chi (eventualmente) al suo posto fra Allegri, Tuchel e Sarri?
"Tu hai fatto il nome di Sarri. Sto pensando a quanto lavoro sulla fase difensiva fa Sarri, quanto tempo ha bisogno per costruire quei meccanismi che poi rendono forti e belle fluide le sue squadre. Quanta applicazione chiede a tutti, quanta ne chiederebbe a Leao, a Theo. Sarebbe davvero un bell'esperimento mettere Sarri sulla panchina del Milan ma non avrebbe tempo a disposizione a campionato già iniziato. Poi quest'estate hanno sempre detto che volevano un profilo internazionale: Lopetegui era il primo della lista, poi è diventato Fonseca, quindi potrebbe piacere Tuchel, ma il problema del tempo c’è anche qui, non mi sembra una scelta opportuna. Hai citato Allegri, però lì la società dovrebbe smentirsi sia sul profilo internazionale che sulla tipologia di gioco che volevano dare al loro Milan. Per questo, io non mi permetto di dire che esonererei o meno Fonseca, dico solo che la società ha una questione di coerenza da rispettare".
Abraham sul gong, poi Morata ed altri 3: come valuti il mercato del Milan?
"La Juve ha dimostrato nelle prime giornate di essere avanti rispetto al Milan. Ha fatto un mercato importantissimo, perché ha speso quasi 200 milioni. Tutti gli obiettivi sono stati centrati dalla Juventus, a differenza del Milan. Ad esempio il Diavolo su Zirkzee non è riuscito a centrare l'obiettivo, e già è dovuto ricorrere ad un piano B, Morata, che per me è ottimo come piano B. Il problema è che forse anche loro si stanno ponendo il dubbio intanto del vice Morata, avendo rinnovato il contratto di Luka Jovic e poi l'ultimo giorno essere andati su Abraham, dopo aver annunciato che il mercato in entrata era chiuso con Fofana. Ecco, a differenza di quello della Juventus, mi sembra che la programmazione del mercato rossonero non abbia seguito proprio tutti i punti in scaletta diciamo, o che comunque abbia avuto delle deviazioni perché si sono resi conto che la rosa andava comunque sistemata negli ultimi giorni di mercato".
In conclusione
"Per il resto la squadra esce secondo me rafforzata rispetto alla passata stagione. Anche solo vedendo come Pavlovic si è inserito in difesa, è forse l'unica nota veramente positiva di questo inizio di campionato. Per il resto vediamo. Fofana è il profilo giusto, era quello che volevano, obiettivo centrato in questo caso sì, ma vorrei vedere qualcosa in più rispetto a quello che ho visto contro la Lazio. Per quanto riguarda l'attacco aspettiamo di vedere Morata al 100%. Emerson Royal non mi sta convicendo più di tanto, ma forse va dato tempo anche a lui. I risultati che stiamo vedendo in campo dicono che il Milan ha ancora bisogno di rodaggio mentre gli altri sono già partiti forte".