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ESCLUSIVA MN - Tognazzi: "Dispiaciuto per l'addio dei senatori, ma non escludo una retromarcia a sorpresa"

di Gaetano Mocciaro

Gianmarco Tognazzi, grande tifoso del Milan, ci dice la sua sulla stagione appena conclusa, sull'addio dei senatori, su Massimiliano Allegri e Pato. In esclusiva per MilanNews.

Gianmarco Tognazzi, a bocce ferme: deluso o comunque soddisfatto della stagione appena conclusa?

“Non sono deluso, nel senso che sul risultato finale ci possono essere delle motivazioni plausibili che in ogni caso da 3 mesi a questa parte tutti ne hanno parlato, ossia gli infortuni, il tipo di stagione e probabilmente qualche errore di gestione del turnover. Qualche critica va fatta e ci sono giocatori come Yepes o Bonera che potevano essere utilizzati di più, senza necessariamente spremere Nesta o Thiago Silva. Insomma, meglio uno fresco al 100% che uno al 50-70%”.

Tirando le somme squadra promossa?

“Se guardi la stagione è chiaro che l’amarezza c’è ma almeno ci hai provato fino alla fine. E poi non dimentichiamoci che dall’altra parte c’era una squadra che non ha perso una partita. Poi, analizziamo tutti i problemi che ci sono stati, anche lo stesso sorteggio di Champions che ci ha fatto giocare 4 volte col Barcellona, oppure il giocare il derby d’andata dopo aver rifatto la preparazione a Dubai. Magari ci siamo basati troppo sulla consapevolezza di una forza intrinseca della squadra, a differenza dello scorso anno dove c’era anche più fame”.

Massimiliano Allegri dopo le tanti voci nei suoi confronti è stato confermato. Non c’è il rischio che viva una stagione sotto la lente d’ingrandimento?

“Se non si vuole entrare in un loop continuo di cambi allenatore come l’Inter bisogna essere coerenti con le scelte fatte. Per cui se ad Allegri è stata data fiducia gli va data e basta. Altrimenti lo si mandava via. E in ogni caso stiamo parlando di un tecnico che ha portato la squadra a fare una media di 80 punti a campionato, per cui non capisco la sfiducia da cosa possa nascere. Io dico: ma perché questa esaltazione dopo un campionato vinto e questa depressione dopo un secondo posto? Ora dico, se avessimo avuto la rosa titolare sempre a disposizione e fosse andata a finire così potrei capire le critiche ad Allegri. Ma con tutti i problemi che ci sono stati non mi sembra logico che si avanzino dubbi su di lui. Il problema semmai è un altro”.

Quale?

“Bisogna seriamente cercare di capire il perché di tutti questi infortuni, perché così tanti. Perché non è davvero possibile una serie così lunga di giocatori in infermeria. Bisogna andare a fondo nel problema e trovare un rimedio”.

La prossima stagione verrà ricordata come la prima senza quasi tutti i senatori: ufficiali gli addii di Nesta, Gattuso, van Bommel, Inzaghi e Zambrotta. Probabile quello di Seedorf. Quali sono le tue sensazioni?

“Ammetto che a un simile anno zero non ero preparato. Però non sono sicuro che Seedorf vada via e non escludo una retromarcia inaspettata”.

Chi potrebbe fare retromarcia?

“A pelle sarebbe facile dire Gattuso, ma non è detto che possa essere lui”.

Da tifoso quanto ti dispiace del loro addio?

“Per Gattuso, Nesta e Inzaghi provo un grande dolore. E su quest’ultimo non ho capito né condiviso il modo in cui Allegri lo ha gestito”.

In che senso?

“C’erano partite in cui Inzaghi, come Del Piero ha fatto con la Juve, poteva giocare e risolvere stando in campo anche soltanto 20 minuti. Invece niente. Non l’ho trovato giusto, tanto meno rispettoso, fargli fare sempre panchina e tribuna. Per fortuna, almeno, ha potuto chiudere nella maniera migliore possibile, cioè facendo gol”.

E Pato? Credi si debba ancora insistere su di lui?

“Su di lui non so più che pensare. Al di là del carattere brasiliano che di norma è sintomo di discontinuità, salvo eccezioni, come Thiago Silva, io mi dico: ma quel dinamismo, quella voglia di farsi vedere che emergeva nelle prime partite, dov’è? Sembra che lui stesso se ne sia dimenticato. sembra che si dimentichi. Gli stessi infortuni che rimedia spesso arrivano per giocate in surplus, cioè arrivandoci troppo morbido, senza tensione. Gli è stato dato credito, ma adesso ha 23 anni ed è ora che dimostri di avere carattere, altrimenti rimarrà sempre un potenziale inespresso”.

Sarebbe stato meglio cederlo a gennaio?

“Io non ero d’accordo a una sua cessione, poi non ritenevo sensato dar via un talento della sua età con Tevez che ha 5 anni in più. Se proprio dobbiamo cederlo almeno che sia per uno del suo talento e della sua età, quindi del Manchester City più che Tevez avrei preso Balotelli. Comunque, su Pato ci voglio ancora sperare”.

Ottimista sul futuro del Milan?

“Certo, e come non esserlo? I dirigenti rossoneri hanno dimostrato di averci preso molto di più rispetto alle volte in cui hanno sbagliato. Quindi resto ottimista e fiero di questo Milan, un club capace di gestire anche quei giocatori che altrove sono ritenuti ingestibili, vedi Cassano o Ibrahimovic. Vuol dire che il lavoro fatto è eccellente”.

 


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