ESCLUSIVA MN - Repice: "Il Milan non può lottare per il titolo. Manca la continuità e qualche difensore"
Francesco Repice, voce di punta di "Tutto il calcio minuto per minuto" ha seguito ieri la sfida fra Milan e Napoli. E ci dice la sua sulla prestazione dei rossoneri. Ecco le sue parole a MilanNews.it
Francesco Repice, Milan-Napoli ha dato magari meno emozioni di Inter-Juventus ma si è fatta apprezzare per lo spettacolo visto in campo
"Per me ad esempio Inter-Juventus è stato uno spettacolo deprimente, mi sono sentito a disagio rispetto agli altri che esaltavano questo 4-4. Non mi piace, nel calcio ci sono due fasi ma magari la penso diversamente dagli altri. Ieri ho visto invece una partita veramente intensa ma nel senso buono della parola".
Che Milan hai visto nonostante la sconfitta?
"La squadra ha messo in campo tutto quel che poteva, in quelle condizioni. Ha giocato un buon primo tempo ma ha di fronte a se un avversario più forte e ha perso la partita".
Milan che però è tornato a mani vuote e alla fine le valutazioni sono spesso influenzate dai risultati
"Il risultato è fondamentale, lo ha detto anche Morata a fine partita. L'aver preso gol dopo cinque minuti contro una squadra come il Napoli ha influito perché poi è complicato ribaltarla. Il Milan però ci ha provato e ha avuto la possibilità per farlo. Ha iniziato la ripresa con furore, segnando anche ma poi vedendosi annullare la rete per fuorigioco. Come detto, alla fine la squadra di Fonseca ha trovato di fronte un avversario più forte".
Napoli già distante 11 punti, già tantissimi. Addio corsa scudetto?
"Il Milan non può lottare per il titolo. Credo che in questo momento sia i rossoneri che la Juventus siano fuori dalla corsa, che riguarda Inter e Napoli. Il terzo incomodo lo vedo nell'Atalanta. Poi, per carità, le cose possono cambiare, si trovano delle alchimie e si allineano i pianeti, ma io credo che Milan e Juventus se la vedranno con Atalanta e Lazio, due squadre che hanno fatto un mercato intelligente e razionale, per la qualificazione Champions".
Si parla spesso della mano di Fonseca e dei concetti che la squadra sta cercando di assimilare
"Si sta iniziando a vedere qualcosa, per la verità è qualche settimana che si inizia a vedere. Serve dare continuità a determinate prestazioni e quella manca. Poi ci sono questioni extra campo che influenzano e mi riferisco al rinvio della partita di Bologna che ha portato Theo e Reijnders a scontare la squalifica col Napoli. O a Leao che è un problema gestionale più che tecnico".
Per Leao altra panchina, Fonseca l'ha motivata come scelta tecnica
"Fonseca non è nuovo a decisioni forti. A Roma litigo con Dzeko e Florenzi e al di là dei suoi modi da gentiluomo c'è una sostanza che gli fa prendere delle decisioni complicate, appoggiate dalla società come giusto che sia".
Cosa manca a questo Milan, al di là della continuità?
"Qualche difensore in più servirebbe, perché credo che l'equilibrio in queste giornate lo abbia dato Fofana".
Pesante l'assenza di Gabbia contro il Napoli. Giocatore diventato imprescindibile
"I giocatori crescono e Gabbia è un vero giocatore, che si è meritato la nazionale per il suo lavoro. Il gol decisivo nel derby ha aumentato la sua autostima. Ci sono situazioni che ti fanno svoltare e credo che la stracittadina sia quella che ha cambiato Gabbia".
Male Pavlovic contro Lukaku
"Pavlovic doveva fidarsi meno delle sue capacità e cercare di capire che aveva a che fare con un giocatore che da anni è uno dei migliori centravanti in circolazione. Doveva giocare sull'anticipo e non sul corpo, altrimenti perdi e così è stato. Credo che quello di Pavlovic sia un problema di maturità, di esperienza. Il nostro campionato è difficile, ci sono attaccanti molto smaliziati che ti portano sul loro terreno, come ha fatto Lukaku che l'ha buttata sulla fisicità e rischi di rimetterci le penne".
Chi a oggi è il miglior compagno di reparto possibile per Gabbia?
"Per me in questo momento il miglior compagno di reparto di Gabbia è Thiaw".
E Tomori?
"A parte i problemi fisici non ha avuto un grande inizio di stagione, vediamo come si riprende. A differenza di un attaccante, che può segnare ma ovviare al problema con altre caratteristiche, se un centrale non è in forma sono dolori".
Squadra a secco e c'è un dato passato forse in secondo piano. I centravanti non segnano: Morata ha fatto due gol, Abraham uno e peraltro su rigore
"Morata è chiamato a fare altro, non fa il centravanti vero e proprio. Abraham sì ed è un giocatore che ha anche la capacità di trovarsi nella posizione giusta per fare gol, ma poi non segna. È successo anche alla Roma dove almeno nella prima stagione aveva fatto 27 gol, poi 9 e poi si è fatto male e quando è tornato ne ha fatto uno. Certo, il fatto che le punte non segnino può essere un limite ma come detto ti accorgi meno della loro discontinuità rispetto a quella dei difensori".