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ESCLUSIVA MN - Prati: "Pato, situazione che ho vissuto anche io. Si ha paura pure di correre. Mi ristabilii e segnai oltre venti gol"

di Gaetano Mocciaro

Pierino Prati, ex bandiera rossonera, in esclusiva per MilanNews ci dice la sua sulla nuova squadra, con un occhio particolare alla situazione Pato, che lo porta indietro negli anni. In esclusiva per MilanNews.

Pierino Prati, che Milan ci dobbiamo aspettare?

“Si è chiusa un’avventura meravigliosa, ma i giocatori, si sa, invecchiano e c’è bisogno che qualcuno gli dia il cambio. È arrivata tanta gente nuova e toccherà all’allenatore trovare il modulo e il modo di stare in campo migliore”.

Pazzini è partito subito forte con la tripletta al Bologna. Da ex attaccante si rivede in lui?

“Abbiamo delle cose in comune, nell’acrobazia e nei colpi di testa, cose che mi piaceva fare. Lui è bravissimo nell’area di rigore, era il centravanti che nel Milan mancava dopo Pato, anche se il brasiliano centravanti è stato poco. Via Ibra, Inzaghi mancava una punta vera e il suo acquisto mi ha soddisfatto”.

Un giocatore così bravo di testa dev’essere assistito da molti traversoni. Eppure non ci sono grandissimi crossatori

“L’allenatore sa che adesso ha uno bravo nel gioco aereo e ci vogliono palle alte. C’era Ibra, che pur essendo altissimo non amava incornare palloni, Pazzini invece di testa è specialista ma non solo, visto che nell’area piccola è sempre presente. Ora sta ad Allegri trovare un sistema. Poi ci sono le varianti: Boateng, che non ha mai una posizione, Robinho ed El Shaarawy, che hanno qualità diverse”.

E Bojan, nuovo acquisto. Le piace?

“È un giocatore tecnico, bravo palla a terra che in spazi stretti è molto abile. Ama svariare sui lati e credo che con uno così e con un uomo d’area come Pazzini l’ideale sarebbe il 4-3-3. Una cosa certa è che davanti la qualità c’è. Non c’è più uno là davanti come Ibra che ti sistema tutto, ma abbiamo visto che quando è mancato il Milan ha comunque fatto un buon calcio e tanti punti. Allegri poi nel Cagliari aveva fatto bene senza individualità e sono dell’idea che al Milan possa fare altrettanto”.

Quindi Allegri non rischia?

“Il rischio ce l’hanno tutti e lo stesso Allegri ne è consapevole. D’altronde se vai in una grossa Società e non porti a casa il minimo indispensabile non puoi certo stare tranquillo. Ripeto: a Cagliari è stato capace a dare un gioco. Il Milan gli ha messo a disposizione una serie di giocatori che non saranno top ma sono di ottimo livello. Giovani che possono far bene ma che si devono dare una mossa anche loro”. 

A proposito di giovani, uno che è arrivato appena maggiorenne è Pato, che da due anni vive un calvario. Qual è il suo punto di vista?

“Mi spiace moltissimo per lui, mi immagino il ragazzo come sta ora, subentra la paura di non farcela più. Dispiace a tutti perché si perde un valore enorme. Questo è un giocatore che poteva a esplodere a livello mondiale e speriamo bene che si trovi la chiave giusta”.

Lei ha avuto problemi simili?

“Sì, ho convissuto anche io con problemi muscolari, la pubalgia che non mi dava tregua. Sono stato 6 mesi fermo e per un motivo o per l’altro ho ritrovato l’idoneità completa dopo un anno e mezzo. Nel frattempo c’era chi avanzava dubbi sul mio stato di salute e io stesso avevo la paura di fare uno scatto e sentire una fitta. È una questione che poi diventa psicologica e quando ti capita 2-3 volte come nel caso di Pato è chiaro che poi non sei più sicuro di te. A me è successo a 30 anni, Pato ne ha appena 23 e farà più in fretta a recuperare. Certo, i  pensieri ti vengono, inizia a pensare: “farò due mesi di fila? Arriverò in buone condizioni fra qualche anno?”. Capisco il ragazzo, perché questi pensieri te li porti sempre. Se recupera il Milan fa il più grande acquisto degli ultimi due anni”.

Una volta recuperato dagli infortuni com’è stata la carriera?

“Ero ormai passato alla Roma e devo dire che il primo anno in cui mi sono rimesso in sesto fu propizio, visto che segnai più di venti reti”.


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