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ESCLUSIVA MN - Pedro Moreira: "Ho cresciuto Leao e lavorato con Fonseca. Paulo è un vincente, vedrete"

di Gaetano Mocciaro

Il "trofeo Berlusconi" è stato l'occasione per i tifosi del Milan di salutare per la prima volta a San Siro la nuova squadra. E il nuovo allenatore, Paulo Fonseca. Accolto tra lo scetticismo generale, il tecnico portoghese fin qui è stato protagonista di uno dei migliori pre-season di sempre dei rossoneri. È pur sempre calcio d'agosto e va pesato come tale, ma le prime indicazioni sono sicuramente positive. In esclusiva per MilanNews.it è intervenuto un suo storico collaboratore, Pedro Moreira.

Pedro Moreira, Lei è stato per anni collaboratore di Fonseca
"Ho lavorato con Paulo Fonseca per nove meravigliosi anni. Con lui è iniziata la mia carriera da professionista. Agli inizi eravamo in tre, poi il nostro staff con gli anni si è sempre più strutturato".

Che allenatore è Fonseca?
"È un allenatore che crea un ambiente fantastico, non solo con gli altri membri dello staff ma anche con i calciatori. Un ambiente sano e un legame forte è quello che nasce".

Il pre-campionato è stato fin qui ottimo e il campionato alle porte. Cosa dobbiamo aspettarci?
"Aspettiamo la fine del mercato per avere un giudizio più completo, ma la prime impressioni vedendo questo pre-campionato è che si veda già l'impronta di Paulo. Vedo una squadra organizzata, dal possesso palla importante che fa girare il pallone, creandosi lo spazio giusto e facendo correre gli avversari a vuoto".

L'accoglienza dei tifosi al suo arrivo è stata un po' freddina, poiché considerato un tecnico "da 4° posto" e non oltre
"Prima di tutto non va dimenticato che Fonseca ha vinto 9 titoli, non si può certo dire che sia un tecnico che non vince". 

Nell'immaginario collettivo le due stagioni alla Roma hanno condizionato il giudizio
"Alla Roma ha fatto buone stagioni, raggiungendo una semifinale di Europa League in un periodo particolare. E poi bisogna vedere il quadro completo, la squadra a disposizione e la qualità del gioco. Paulo conosce già il calcio italiano, che peraltro lo ha cambiato un po' e i risultati si sono visti a Lille. Al Milan ha la possibilità di creare una filosofia vincente e proporre un calcio attraente".

La società l'ha scelto anche per valorizzare i giovani e il pre-campionato ha dato sotto questo aspetto delle buone indicazioni
"Va detto che la stagione sportiva passata è finita tardi e molti titolari non c'erano ed è stato il momento per i giovani di farsi notare. Fonseca sotto questo aspetto ha il merito di valutare le qualità di un giocatore, senza guardare alla carta d'identità. Sei bravo? Vai in campo anche se hai 18 anni. Lille è l'esempio più recente, ma anche alla Roma va detto che giocatori come Calafiori e Bove sono stati lanciati da Paulo".

C'è molta curiosità attorno a Leao, che di Fonseca è pure connazionale
"Sono molto curioso, perché ho allenato Rafa nelle giovanili dello Sporting. L'ho preparato al cambio dal calcio a 7 a quello a 11".

Che Fonseca sia l'uomo giusto per far fare il salto di qualità definitivo a Rafa?
"Per Rafa giocare a San Siro o contro una squadra piccola in periferia è lo stesso. Io credo che avrà un ruolo molto importante nel calcio di Fonseca, se poi crescerà ancora dipende dalla volontà dello stesso Rafa. Spero che Paulo lo aiuti a fare lo switch definitivo, sono molto curioso".

Che ricordi ha del bambino Leao?
"Era già proiettato a un futuro da protagonista. E noi tutti lo aspettavamo, ci immaginavamo un futuro grandioso. Aveva una confidenza incredibile con la palla ed era stato decisivo in tante partite, specie quelle importanti tipo il derby col Benfica. Era ambizioso, ma ancora tutto da formare anche fisicamente. Era praticamente senza muscoli (ride, ndr)".

Di questi nove titoli vinti qual è il ricordo più bello?
"Difficile scegliere il più bello, anche perché poi c'è da ricordare il terzo posto col Paços de Ferreira che è valso il passaggio ai turni preliminari di Champions League. Ma non dimentico la Coppa di Portogallo col Braga o il modo in cui abbiamo cambiato lo Shakhtar".

Com'è Fonseca in allenamento?
"Professionista fantastico, come legge la partita e come la cambia. L'esperienza italiana poi è stata fondamentale. Con lui il calciatore sa esattamente cosa fare in campo. Devo dire che Paulo ha una preparazione incredibile".

Quale giocatore di questo Milan è "da Fonseca"?
"Il giocatore da Fonseca è il collettivo, il pensare da squadra"

Un aggettivo per definire Fonseca?
"Vincente".

Un difetto?
"A volte è un po' fermo nelle sue convinzioni".

Dopo Roma, le vostre strade si sono separate
"Nella vita si fanno delle scelte, entrambi ci eravamo resi conto che dovevamo prendere strade diverse. Lui voleva cambiare un po', io volevo camminare con le mie gambe. Resta una grande amicizia e Paulo è una persona importantissima per la mia carriera, tanto che mi sento anche milanista".

Da un paio di stagioni è un "head coach". Qual è il suo stile di gioco?
"Il mio stile di gioco è ispirato a Fonseca, punto a dominare la partita, mi piace che la mia squadra abbia il controllo del gioco. Sempre con equilibrio e gestendo gli spazi. Ho fatto stagioni alla Torreense e al Casa Pia". 

Le piacerebbe tornare in Italia?
"Sono aperto a tutto, perché no anche all'Italia che conosco avendo lavorato alla Roma. Mi considero un allenatore del mondo, non solo portoghese".


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