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ESCLUSIVA MN - Mesbah: "Bennacer perdita importante. Theo? Il problema non è lui ma il collettivo"

di Gaetano Mocciaro

Il Milan ha avuto una settimana per ricaricare le pile e preparare la trasferta di Lecce. Sergio Conceiçao ha avuto modo per la prima volta di preparare al meglio la squadra, chiamata alla reazione dopo aver perso tre partite consecutive. Salentini che sono reduci anch'essi da un periodo non facile e che devono prendere punti importanti per stare alla larga dalla zona retrocessione. Ne abbiamo parlato con un doppio ex della partita come Djamel Mesbah, ecco le sue parole a MilanNews.it.

Lecce-Milan cosa rappresenta per te?
"Tanto, perché a Lecce mi sono affermato. Esperienza fondamentale, che mi ha permesso di entrare nel giro della Nazionale e fare i Mondiali. Tanti bei ricordi e poi il salto al Milan. A livello umano, emotivo, Lecce è stata un'esperienza incredibile".

Che partita ti aspetti?
"Difficile per il Milan, perché il Lecce è ben organizzato e ha un bravo allenatore. Deve magari migliorare in attacco ma credo che sarà una partita equilibrata, decisa dai dettagli. Il Milan sia arrabbiato dopo la sconfitta contro la Lazio".

C'è un giocatore che apprezzi di questo Milan?
"Reijnders è uno dei pochi che si sta salvando sempre. Leao ha alti e bassi, ma è un giocatore che può fare la differenza. Non vedo fuoriclasse in questa rosa anche se proprio il portoghese ha dei colpi che fanno pensare che possa diventarlo". 

Stagione fin qui horror
"C'è una cosa che non mi spiego: c'erano Maldini e Massara in dirigenza, Pioli in panchina e andava tutto bene. E poi?".

Nemmeno il cambio di panchina ha migliorato le cose
"Conceiçao ha fatto grandi cose al Porto. Brahimi, che è stato un suo giocatore, me ne ha parlato benissimo. Deve trovarsi in un ambiente difficile e la pressione che c'è sta diventando un problema. È nei momenti difficili che vedi le vere persone, la personalità".

In carriera hai giocato in squadre piccole e medie. E in una big come il Milan. Percepisci davvero questa differenza di pressione?
"Senza dubbio si percepisce. Ma nel mio caso era diverso, perché mi ritrovai in un Milan con grandi giocatori, di esperienza e personalità che sapevano gestire le situazioni e ti aiutavano a superarle. Questo è un Milan diverso, ma comunque sì, la pressione è diversa e la senti".

Hai visto due Milan in un anno: quello dei grandi campioni quello senza
"Nell'estate del 2012 ci fu un cambio incredibile, si fece tabula rasa. In questo Milan invece vedo un progetto per andare sempre più in alto".

Da ex terzino sinistro, come giudichi il rendimento di Theo Hernandez?
"Finché c'era Pioli era uno dei più forti d'Europa e a livello offensivo faceva cose incredibile. Oggi è l'immagine della squadra ma non è lui il problema. Se va male è perché si trova in un contesto dove le cose non funzionano. Infatti con Pioli la squadra girava e lui aveva sempre le praterie sulla sinistra. Non è una questione personale, ma collettiva. Non credo che sia a fine ciclo col Milan, ha tutto per ritrovare il livello di 1-2 anni fa".

Ibrahimovic è stato tuo compagno di squadra, oggi è dirigente. Che effetto ti fa
"Ho conosciuto Ibra per sei mesi. Grande giocatore, grande personalità. So bene cosa può dare a livello motivazionale. Certo, poi parla il campo e non ci si inventa dirigenti, quindi serve dargli tempo. Con tempo e pazienza si costruiscono i cicli, non è un caso che le big d'Europa si tengano allenatori e dirigenti per diversi anni".

Bennacer a gennaio è andato via
"Per me il Milan ha perso un giocatore fortissimo e lo si sta vedendo già a Marsiglia. Nel calcio moderno un giocatore simile, per qualità e quantità, è merce rara".

Cosa fai oggi?
"Vivo tra l'Algeria e Ginevra, dove stanno i miei figli. Sono allenatore, vice della nazionale algerina B. In pratica la nostra selezione può convocare solo giocatori militanti nel campionato locale. Ci sono i tornei appositi come la African Nations Championship che l'Algeria ha ospitato nel 2022. E la Arab Cup, alla quale ci stiamo preparando per l'edizione che si disputerà a dicembre in Qatar. Cose concepite per valorizzare i campionati locali, poiché le selezioni africane ormai sono composte da giocatori che militano in Europa e in questo modo si dà una vetrina a chi gioca in Africa". 

Vieni spesso in Italia?
"Sì, anche perché per prendere i tesserini che mi abilitano ad allenare in Italia sono spesso a Coverciano. Sto imparando tanto, ho fatto anche 10 giorni di stage al Milan, con Pioli allenatore. E sono andato anche da De Zerbi, da Guardiola. L'Italia è una grande scuola e sto facendo tesoro della carriera che ho fatto".
 
Consigli algerini per gli acquisti?
"Senza dubbio Bensebaini del Borussia Dortmund, terzino sinistro che può fare il centrale. E Hadji Moussa del Feyenoord. Quest'ultimo l'avrete visto bene nella partita contro il Milan, è un giocatore molto forte da tenere d'occhio".


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