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ESCLUSIVA MN - Mastalli: "Vi racconto come la famiglia Milan fa crescere i giovani"

di Pietro Mazzara
Alessandro Mastalli

Visionato, relazionato, selezionato e poi prelevato. Sono i quattro verbi che condizionano le centinaia di ragazzi che vengono osservati dagli scout del Milan per i quali, se vengono ritenuti idonei, si aprono le porte della società rossonera. Il convitto, i tutor, l’educazione e gli allenamenti. Tutti fattori che condizionano i ragazzi che giocano nelle giovanili. Tra questi c’è anche il promettente centrocampista degli Allievi Nazionali Alessandro Mastalli, classe 1996, già inserito nella squadra di Omar Danesi che, in esclusiva per MilanNews.it, ci racconta la sua giovane avventura da emigrato nel mondo Milan essendo stato prelevato dal Bologna.

Il Milan è una società tanto importante quanto intransigente su alcuni punti fondamentali riguardanti l’educazione. Come ti trovi nelle strutture milaniste?
“Beh, innanzitutto solo il nome della società ti mette un po’ di soggezione e ti fa passare i pensieri di voler fare delle bravate o cose che vadano fuori dalle regole. Le strutture che il Milan ti mette  a disposizione sono fantastiche sotto tutti i punti di vista, ci sembra di stare a casa. L’organizzazione è curata al 200% e ci sono delle regole che servono a gestire tutti i ragazzi che stanno, come me, in convitto. Siamo in tanti e un codice regolamentare ci vuole. Una figura molto importante, per noi, sono i tutor che ci aiutano in tutti modi e ci trattano, sotto certi aspetti, sia da adulti che, in altri casi, come ragazzi della nostra età cercando di farci crescere nel modo giusto”.

Parlavi di codice regolamentare. Quanto è duro attenersi allo stesso? Sono così tante le regole da rispettare?
“Abbiamo dei limiti entro i quali dobbiamo stare e che non dobbiamo superare. Quando sbagliamo, sia in campo che fuori, sia i mister che i tutor cercano di farci capire dove non abbiamo fatto bene ma con estrema tranquillità il che ci rasserena e ci tranquillizza perché vuol dire che ci controllano sempre e comunque”

Spiegaci meglio la figura dei tutor che, dalle tue parole, mi sembra di intuire siano molto importanti per voi.
“Sono delle figure estremamente importanti per noi perché ci fanno un po’ da genitori e ti danno quell’educazione che la distanza da casa e dai tuoi genitori non ti può dare. Sono sempre presenti, cercano di aiutarti in ogni modo anche per ciò che riguarda lo studio. Il Milan tiene tantissimo alla nostra educazione e al fatto che si vada bene a scuola. Anche qui ci sono dei tutor che, in caso di problemi, ti aiutano a fare i compiti o a ripetere in caso di verifiche o interrogazioni. Inoltre, in caso di problemi specifici, ci sono dei tutor che sono a tua disposizione per delle lezioni private per farti andare sempre bene”.

Tu sei un classe 1996 e giochi negli Allievi Nazionali. Come ti trovi a stare in un gruppo che aveva già avuto un’esperienza importante negli Allievi Regionali?
“E’ una grande esperienza, molto formativa per me. Dai compagni di spogliatoio sto imparando molto ed avere lo scudetto sulla maglia, vinto l’anno scorso dai ’94, e sappiamo che la società ci tiene molto. Io sto crescendo, cerco di capire e apprendere molto sia dai compagni più grandi che dall’allenatore che, in ogni allenamento, mi sprona a fare sempre di più”.

Descriviti a livello tecnico. Dove pensi di dover migliorare e dove ti senti più forte?
“Sono un centrocampista centrale, calcio bene con entrambi i piedi anche se il sinistro lo devo ancora affinare ma già lo uso con risultati discreti. Mi piace molto gestire la palla ed essere al centro dell’azione. Per il resto devo migliorare in tutti gli altri aspetti ma credo molto nei miei mezzi e solo chi crede in se stesso può continuare a crescere”.
 


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