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ESCLUSIVA MN - Marco Rossi: "Leao tra i più decisivi in Serie A, Giroud mi ha sorpreso. CDK? Bisogna solo aspettarlo"

di Redazione MilanNews

Marco Rossi, allenatore italiano e attuale commissario tecnico dell'Ungheria, ha rilasciato un'intervista in esclusiva ai microfoni di Milannews.it, nella quale ha trattato vari temi. Ecco le sue parole: 

Sig. Rossi, qualcuno dice che i giocatori del Milan potrebbero sentirsi appagati dopo lo Scudetto conquistato nella scorsa stagione, cosa ne pensa?
“Non essendo all'interno delle dinamiche, da così lontano, è difficile che possa dare una ricetta o un’interpretazione. Può darsi pure che è venuta un pò meno la leggerezza che c'era l'anno scorso. La leggerezza nel senso che, essendo una squadra giovane con tantissimi talenti, magari l'anno scorso la vivevano in maniera più spensierata. E quest'anno invece, avendo vinto un campionato, si devono riconfermare e magari c'è una pressione leggermente diversa. Anche se comunque quando giochi nel Milan, quando scendi a San Siro la pressione è sempre altissima". 

Stefano Pioli ha dovuto combattere con l’infermeria piena e con un impatto poco incisivo da parte dei nuovi acquisti. Pioli costa sta "pagando" maggiormente?
“Direi che è un mix di cose. Ovviamente se non si ha i giocatori a disposizione, e alcuni tra questi sono ed erano fra i migliori, diminuiscono ovviamente le possibilità di rotazioni e di cambio. E senza la qualità dei giocatori non vai da nessuna parte. Il fatto che possa mancare qualcuno anziché qualcun altro conta parecchio. Poi può anche darsi che da qualcuno dei nuovi acquisti tipo De Ketelaere forse si sperava potesse integrarsi e adattarsi prima e meglio. Per il belga ci vorrà del tempo, bisognerà semplicemente aspettarlo. Ma credo che il Milan abbia la consapevolezza e capacità di aspettare i talenti sui quali ha investito".

Lei da allenatore continuerebbe a dar fiducia a Charles De Ketelaere? Anche Tonali e Leao, i perni della squadra oggi, fecero tanta fatica all'inizio...
“Io principalmente credo nella grande professionalità e competenza del duo Maldini-Massara. Se loro hanno puntato su questi giocatori, c'è semplicemente da dargli fiducia". 

C'è un giocatore in particolare che l'ha sorpresa più di tutti?
“Giroud mi ha sorpreso in positivo perché di lui erano state dette tante cose. Si diceva che era già sul viale del tramonto e che non aveva il sangue agli occhi. Invece sta dimostrando, numeri alla mano, di essere ancora un centravanti di altissimo profilo e motivatissimo per aiutare il Milan a raggiungere i suoi obiettivi. Ha fatto gol importantissimi di ottima fattura, da centravanti vero. In positivo, rispetto alla critiche, direi di sottolineare le sue prestazioni". 

C'è purtroppo chi la pensa diversamente, ovvero che fa tanti gol perché in Italia è più "facile". Lui i suoi gol li farebbe anche in Premier League a 36 anni?
“Io dico che noi italiani siamo un popolo di fenomeni. Riuscire a denigrare un campionato come il nostro è semplicemente da…italiano. Nel senso che, ovunque all'estero, lo tengono nella considerazione che merita. Poi la Serie A non sarà più il primo campionato al mondo come lo era nei primi anni 90 quando tutti volevano venire a giocare in Italia. Ma solo per una serie di ragioni e circostanze che poco dipendono dall'aspetto calcistico. Direi che il campionato italiano è un grande campionato, nel quale ci sono tanti grandissimi calciatori. E quindi se uno fa bene in Italia può sicuramente continuare a fare bene anche in Inghilterra come in qualsiasi altro campionato". 

Leao è uno di questi top players della Serie A?
“Assolutamente". 

È il migliore o uno dei migliori?
“Leao è fra i migliori, fra i giocatori più decisivi del nostro campionato. Ovviamente quando è in giornata e in forma, non si può pretendere che un ragazzo di 22-23 anni possa fare la differenza in tutte le partite. Credo che maturando, con il passare degli anni, riuscirà anche a dare maggiore continuità alle sue prestazioni. Ma in generale ai grandissimi talenti non si può chiedere di essere decisivi sempre". 

È d'accordo con Maldini quando dice che per Leao il Milan è il posto ideale per continuare a crescere e fare il prossimo step?
“Il Milan negli ultimi 30 anni in Europa è stata la squadra più vincente insieme al Real Madrid. Quando si parla del Milan io credo che si possa tranquillamente parlare di un punto di arrivo, quantomeno di un club nel quale ci si possa consacrare. Il Milan ha tutte le potenzialità per tornare ad essere considerato un club alla pari di Manchester City, Liverpool o del Real. Uno perché la storia lo dice, due perché le potenzialità credo le abbia". 

Cosa pensa dell'ottavo di finale di Champions League tra Milan e Tottenham? 
“Io penso che Milan e Tottenham abbiano entrambe il 50% di chance per passare il turno. Sono due squadre che approcciano le partite in maniera leggermente diversa con gioco, sistemi tattici e principi un tantino differenti. Però entrambe le squadre praticano un calcio aggressivo ed intenso come viene richiesto a livello internazionale. Credo che nel doppio confronto gli episodi avranno la loro importanza e perciò sarà fondamentale arrivare nelle migliori condizioni fisiche, psicologiche e di possibilità di scelta per l'allenatore. Ripeto, arrivare a partite decisive senza tre o quattro giocatori chiave può voler dire molto". 

Però negli ultimi anni il Milan ha sempre perso contro squadre di Premier League...
"Io credo che oggi i giocatori giovani quando vanno in campo non si preoccupano di tutte queste statistiche. Secondo me lasciano abbastanza il tempo che trovano. Poi può sempre esserci una prima volta e potrebbe anche essere questa anche se giocare contro Conte non è mai semplice. Le sue squadre si conoscono bene, sono molto difficili da superare, soprattutto nel blocco difensivo. Però quest'anno il Tottenham in alcune gare ha dimostrato di poter essere vulnerabile. Poi ha anche fatto vedere nelle stesse gare di essere capace di tornare a galla dopo magari aver approcciato la partita in maniera sbagliata inizialmente. Credo che Conte non sia completamente convinto del materiale umano a disposizione del Tottenham". 

Infatti si lamenta spesso...
“Vorrebbe rinforzare la squadra per puntare a vincere in Premier e in Europa. Sicuramente se si lamenta qualche ragione ce l'ha e quindi significa che c'è qualche punto debole che Pioli e il suo staff cercheranno di sfruttare". 

Qualche anno fa, il Milan era interessato a Dominik Szoboszlai, ma alla fine l'ungherese decise di passare dal Salisburgo al Lipsia. Lei alllora disse spesso che tatticamente non era pronto per la Serie A. Ora lo è?
“Dominik da un anno a questa parte è migliorato moltissimo sotto tanti aspetti e credo che gli manchi poco per diventare un top player. Credo che la decisione che ho preso di conferirgli la fascia da capitano in nazionale possa accelerare questo processo di maturazione per farlo diventare veramente un top. Però deve diventare più uomo, meno ragazzino e sicuramente questa grande responsabilità lo aiuterà in tempi brevissimi. È un giocatore che ha numeri molto interessanti: per quanto riguarda gli assist è ai primissimi posti in compagnia di top players assoluti. Però secondo me per le potenzialità e le capacità balistiche che ha segna ancora troppo poco. Deve fare più gol e gliel'ho anche detto". 

Sarebbe pronto per il Milan?
“Secondo me è pronto per qualsiasi squadra. Dominik oggi può andare in qualsiasi top club. Poi chiaro vai lì, ti alleni con i top players, a volte giochi a volte non giochi, ma cresci. Ha solo 22 anni e se completerà la sua maturazione, nel giro di 2-3 anni potremmo avere un giocatore in nazionale per altri 7-8 anni che può fare la differenza in ogni partita". 

Può diventare il più grande calciatore ungherese dai tempi di Ferenc Puskás?
“Sì, assolutamente. Ripeto, se Dominik completa questo processo di maturazione, potrebbe diventare il giocatore più rappresentativo dopo Puskás per l’Ungheria".


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