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ESCLUSIVA MN - Donadoni: "Atene '94: davano il Barcellona vincente, poi fu trionfo del Milan. Ecco come si può batterli"

di Gaetano Mocciaro

Il tecnico del Parma Roberto Donadoni, protagonista nella notte magica di Atene del 1994, quando con la maglia del Milan vinse la Champions a scapito del Barcellona super favorito, parla del big match di San Siro mercoledì sera fra i rossoneri e i catalani. In esclusiva per MilanNews.

Roberto Donadoni, mercoledì va in scena il piatto forte dei quarti di finale di Champions League: Milan-Barcellona

“Una partita fra due squadre che hanno giocatori di grandissimo livello. Le motivazioni che subentrano, soprattutto nel momento un cui una è sfavorita, possono portare a rivelare il contrario di quello che in partenza uno è portato a pensare. Quindi, sulla carta il Barcellona può avere qualche vantaggio ma il Milan se la giocherà alla grande”.

In difesa mancherà Thago Silva. Una situazione che in qualche modo ricorda Atene 1994, quando mancarono Costacurta e Baresi

“È chiaro che il valore di Thiago Silva sia indiscutibile, è uno di quei giocatori che se mancano si sente ma al tempo stesso questo deve dare più motivazioni a chi lo sostituirà, dando ancora di più. E poi parliamo di Milan e coloro che possono essere considerati rincalzi sono giocatori di una certa levatura”.

Nel 1994 il Barcellona era superfavorito, poi è andata a finire come tutti sappiamo. Quel clima i sfiducia nei vostri confronti portò a una reazione decisa?

“Non è che era scattato qualcosa, è che la nostra era una squadra che sapeva di avere un grande potenziale e di potersela giocare con qualsiasi avversario. Quelli che si sentivano erano più che altro discorsi da parte di esperti, di critici. Noi lasciavamo che gli altri parlassero e abbiamo semplicemente tradotto in campo la nostra qualità, mettendo il Barcellona in difficoltà e facendolo sembrare più debole di quanto si potesse immaginare. Eravamo andati in campo partendo dal presupposto di volercela giocare alla pari”.

Allora fu partita secca, adesso gara di andata e ritorno. C’è differenza?

“Giocare due partite è differente perché dà la possibilità a una squadra di rimediare una partita che è andata male. In ogni caso i vantaggi nei 180’ sono divisi e il fatto di giocare la prima in casa o fuori è relativo, dipende sempre come sfrutti le chances”.

Crede che questo Barcellona sia superiore alla squadra del 1994?

“Paragoni non se ne possono fare, perché ogni squadra ha il suo ciclo, il suo periodo storico e va valutata in quel contesto. Quello del 1994 era un Barcellona di ottimi giocatori, come lo era il Milan e in quel momento erano fra le 2-3 squadre più forti al mondo”.

Quale può essere l’arma del Milan contro questo Barcellona?

“Difficile dire quale possa essere l’arma vincente, perché in questi casi servirebbe avere la sfera di cristallo. Quel che posso dire è che il Milan non deve e non può adattarsi ai ritmi blandi, altrimenti la tecnica del Barcellona ha più valenza. Per cui i rossoneri devono mantenere alto il ritmo”.

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