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ESCLUSIVA MN - Coco: "Giocatori orfani dei senatori. Sembra l'anno del Capello-bis. Il problema adesso è psicologico"

di Gaetano Mocciaro

Francesco Coco, in esclusiva per MilanNews, ci dice la sua sulla situazione difficile dei rossoneri.

Francesco Coco, ti immaginavi un inizio simile del Milan?

“Un inizio difficile me l’aspettavo ma non così. Certo, si potevano immaginare le difficoltà per quanto ha cambiato il Milan e chi non se l’aspettava è mezzo ipocrita. È stato cambiato tanto, i giocatori che se ne sono andati via erano leader e punti di riferimento. Ovvio che c’era bisogno di tempo per trovare equilibri e motivazioni importanti. Quindi, la difficoltà c’era, era preventivata ma nessuno si aspettava dopo 4 partite una situazione del genere. Ora comincia ad essere anche un problema anche psicologico perché quando perdi 3 partite su 4 perdi le speranze dei propri mezzi. Ora serve una vittoria che potrebbe dare una bella scossa”.

Contro l’Udinese addirittura due espulsioni, cosa che fa notizia in casa Milan

“Qui torniamo al discorso psicologico che dicevo: subentra lo stress e in questo momento i giocatori hanno tantissime pressioni. L’espulsione di Boateng mostra poca tranquillità, s vede che i ragazzi non sono rilassati”.

Oltre alle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva in questo momento sembrano pesare gli addii dei senatori

“Vero. Quello che ha fatto grande il Milan in questo 25 anni è stato l’avere lo zoccolo duro, i famosi senatori che a livello psicologico sopportavano quelle che potevano essere le problematiche. Anche i giocatori nuovi avevano un supporto psicologico, mentre ora c’è solo Ambrosini che, appunto, è da solo. I giocatori del Milan si sentono orfani di queste chiocce e proprio per questo la squadra si deve ritrovare”.

Anche tu hai vissuto stagioni controverse del Milan. Trovi analogie con quelle di Tabarez o con quella dell’anno dell’esonero di Zaccheroni?

“Vedo più che altro analogie con la stagione ‘97/98, quella del ritorno di Capello. Ad esempio come analogia ci fu l’addio di giocatori simbolo come Baresi e Tassotti e poi si cambiò molto, arrivarono tanti giocatori e fu difficile amalgamarli. Infatti ci volle un anno per tornare competitivi”.

Quindi i tifosi si rassegnino: sarà una stagione di transito

“Ma direi che neanche il più fanatico dei tifosi potesse pensare di vivere un’annata da protagonista. Certo, non ci si aspetta di affrontare una stagione disastrosa ma per evitare ciò serve anche l’umiltà di darsi un obiettivo, che potrebbe essere quello di rientrare almeno nei primi 5. Poi il Milan dovrà pensare di raggiungere la Champions, anche se quest’anno la vedo dura con le squadre attrezzate che ci sono”.


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