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ESCLUSIVA MN - Bargiggia: "Theo ha fatto il suo tempo al Milan, non gli va rinnovato il contratto"

di Gaetano Mocciaro

La sconfitta di Bergamo è stata dolorosa per questo Milan, settimo in classifica a -12 dal primo posto e a -9 dalla zona Champions, obiettivo fondamentale per il percorso di crescita del club. Abbiamo parlato del momento complicato dei rossoneri col noto giornalista Paolo Bargiggia. Ecco le sue parole a MilanNews.it.

Il Milan è già a -12 dal primo posto. Ti aspettavi uno scenario simile a inizio stagione?
"Non mi aspettavo questa posizione di classifica anche perché dalle dichiarazioni e i progetti della società erano molto chiari: dopo aver fatto un mercato forte e rinforzato la stagione scorsa hanno detto: 'Con qualche piccolo ritocco diamo equilibrio alla squadra e la rinforziamo. Poi c'è la scelta dell'allenatore che continua a fare discutere una partita sì e una partita no. Secondo me è stata una scelta che bilanciasse costi d'ingaggio e gioco proposto. Magari non è stato valutato il discorso dell'equilibrio tattico. Mi aspettavo che il Milan avesse qualche punto in più e che avesse più un equilibrio di squadra che invece fa fatica a trovare anche se ultimamente qualcosa sta facendo vedere. Tardivamente Fonseca si sta convincendo a giocare con Musah e sembra che la squadra abbia più equilibrio".

⁠Fonseca al termine della partita contro l'Atalanta è stato molto duro con l'arbitro
"Onestamente l'uscita su La Penna mi ha un po' sorpreso anche perché se andiamo a vedere lui ha insistito molto sul fallo di De Ketelaere su Theo Hernandez, però è un po' opinabile. Va bene che con questo protocollo vale tutto e il contrario di tutto. Mi è sembrata una lamentela a metà tra la frustrazione per non aver preso punti e una situazione un po' difficile da gestire".

Pensi che ci sia un reale accanimento contro il Milan o le parole del tecnico siano state un tentativo per evitare di parlare di un pesante ko e dei problemi della squadra?
"Sono dichiarazioni che arrivano da un allenatore solitamente equilibrato, sportivo, che non usa questi alibi. A volte certe uscite sono strategiche per il futuro, come quella che fece Conte sul VAR dopo il match con l'Inter. Si è capito che era d'accordo anche la società sull'uscita di Fonseca, ma non penso che sia stata fatta per nascondere i problemi. Non mi sembra il tipo, Fonseca. Per intenderci, non è come Mourinho".

Theo peggiore in campo a Bergamo, quest’anno più croce che delizia.
"La stagione di Theo Hernandez è tutta negativa. Secondo me parte forse da quest'estate quando lui voleva essere ceduto, era stato un po' ingolosito in linea teorica, ma non dalle offerte poi pervenute veramente al Milan. È quindi partito un po' svogliato e neanche in buona condizione fisica. Poi ci saranno pure questioni sue personali che non lo fanno essere sul pezzo. E magari anche l'aver perso dei riferimenti che potessero guidarlo". 

Il suo contratto scade nel 2026, come vedi il suo futuro in rossonero?
"Io senza ombra di dubbio non rinnoverei il contratto a Theo. Non per il suo valore assoluto, che è acclarato, ma perché la storia del calcio ci insegna che anche i giocatori più forti che hanno fatto il loro tempo in una realtà vanno ceduti. Il rischio è che rinnovando tu debba alzare di parecchio la proposta contrattuale per poi trovarti insoddisfatto per averlo fatto. Io lo cambierei, con lo scouting in giro per il mondo si trovano giocatori più giovani, in quel ruolo e che guadagnano meno".

⁠Pensi che si debba intervenire sul mercato a gennaio?
"Ora c'è il rientro di Bennacer e non mi sembra un club tanto incline a questi interventi e anche all'extra budget, per quanto poi sia difficile rinforzarsi. Non mi discosto da quanto si racconta da un po' di settimane, ossia di avere magari un altro centrocampista-interditore per dare un po' di fiato a Fofana, ma non credo di più".

⁠In tutto questo ti sta convincendo la gestione societaria e la direzione sportiva?
"Secondo i canoni tradizionali a cui siamo abituati un po' mi sorprende, come mi sorprendono tutte le gestioni dei club americani. La Roma è un altro esempio di questo genere: poca comunicazione (nel caso della Roma, zero) ma almeno nel progetto del Milan vedo della coerenza. Non è un progetto dispendioso, non fa sognare però è un progetto che fa crescere i numeri, mette in equilibrio la società. E non dimentichiamo che è gestito da un fondo. Vedremo poi cosa succederà adesso quando si arriverà a definire il discorso RedBird-Elliott-prestito-gestione perché poi conteranno anche questi aspetti per definire le strategie della società, ma credo che verrà tutto rimandato a fine stagione. A questo proposito anche la scelta se continuare con Fonseca oppure no".

⁠Scudetto già perso, presumibilmente. Champions a rischio. In altre circostanze un allenatore sarebbe saltato: cosa pensi della fiducia a Fonseca?
"Non mi pare che questa sia una società da colpi di testa. Credo che al Milan ci siano due anime sulla valutazione sull'allenatore: quelli di RedBird in qualche modo se lo sono fatto andare bene e l'hanno preso: chi ha dato il prestito, rappresentato in qualche modo sempre da Furlani, magari è meno convinto di questa idea. Ma non credo, a meno di stravolgimenti, che Fonseca possa essere cambiato nel corso della stagione".

Questo Milan per te quanto vale?
"Questo Milan come valori vale una squadra che se la può giocare per i quattro posti. Adesso è molto in ritardo ed è un po' sorprendente. Me lo aspetto magari dalla Juve che ha fatto una rivoluzione totale, meno dal Milan che ha sì cambiato allenatore ma ha continuato con la stessa filosofia puntellando la squadra e non stravolgendola".
 

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Ep. 662 - Fonseca, Theo, il mercato: il punto di vista di Paolo Bargiggia
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