.

ESCLUSIVA MN - Baresi: "Il Milan ha le armi per far male all’Inter. Quest’anno può sognare in grande. Ibra, che forza mentale"

di Antonio Vitiello

Franco Baresi, storico capitano del Milan e attuale vice presidente onorario del club rossonero, in questi giorni è in giro per l’Italia per promuovere il libro “Libero di sognare”, e in vista del derby di Milano ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di MilanNews.it.

Da dove nasce l'idea di scrivere un libro?

"Nasce dal fatto che a 60 anni mi sono guardato un po' indietro e fare dei bilanci. Ho voluto dare un messaggio ai giovani: sognare si può, anche a confronto con le difficoltà e le avversità che la vita ti può mettere davanti. Ho voluto raccontare il bambino Franco, da dove è partito e dove è arrivato, dove mai avrei pensato.

Perché l’ha voluto chiamare “Libero di sognare” ?

“L'ho intitolato 'Libero di sognare' perché il libero è un po' il mio ruolo e perché si è liberi di sognare. È la storia di un bambino di campagna che coltiva la sua passione e piano piano ha la fortuna di incontrare persone che lo aiutano a crescere e a raggiungere i sogni che aveva. Liberi di sognare deve essere il motto di piccoli, giovani e anche per i più grandi, affinché siano in grado di coltivare il talento che hanno senza fargli passare la passione e l'entusiasmo, in modo da crescere in libertà. In ogni professione ci vogliono coraggio, forza mentale e determinazione che ti fanno fare cose che, magari, non immagini e che ti fanno superare le difficoltà".

Crede che questi valori esistano ancora nel calcio?

"È chiaro che il calcio sia cambiato. L'aspetto umano, comunque, è sempre molto importante: è quello che non si deve mai perdere. Solo che alcune volte lo dimentichiamo..."

Anche il Milan di oggi è 'libero di sognare'?

"Il Milan sta sorprendendo; ha sorpreso l'anno scorso, ma quest'anno si sta confermando. Siamo consapevoli e convinti di non dover smettere di sognare. Il Milan deve essere ambizioso e sognare in grande, perché ne abbiamo le qualità. Nel campionato italiano il Milan è la squadra che diverte di più".

Il Milan sta disputando una ottima prima parte di campionato.

"10 vittorie su 11 partite sono tante. Non è semplice giocare neanche contro l'ultima, ci vuole anche un po' di fortuna e il Milan se la va a cercare. I rossoneri propongono, creano, hanno tante soluzioni in fase offensiva: questo spirito piace alla gente, c'è entusiasmo. Questo poi ti porta ad avere risultati".

Gran merito va dato anche a Stefano Pioli.

"Pioli è stato importante. Durante il lockdown è riuscito a tenere la squadra compatta, a coinvolgere i giocatori e questi sono stati bravi ad essere gruppo: si vede che c'è partecipazione e voglia di stupire, di fare un calcio che piace alla gente".

Domenica ci sarà il derby contro l'Inter...

"Il derby è sempre particolare. Dobbiamo recuperare le energie spese. Ci arriveremo consapevoli della nostra forza, con rispetto dell'Inter. Abbiamo le armi per far male anche all'Inter".

Come erano i derby ai suoi tempi?

"Nei miei anni i derby erano molto duri, difficili e combattuti. A fine anni '80 Milan e Inter erano squadre molto solide e molto forti, il derby era tosto".

Come fa Ibrahimovic a essere ancora così decisivo a 40 anni?

"Chiediamolo a lui (ride, ndr). A vederlo da fuori impressiona, per come si mantiene, prepara e per come si allena. La sua forza mentale è alla base, non si accontenta e vuole essere all'altezza. Vuole essere ancora protagonista".

Nel calcio di oggi ci vorrebbero più giocatori come Tonali, cioè disponibili a rinunciare a parte dei soldi pur di giocare nella squadra per cui tifano?

"È una cosa che ognuno si deve sentire. È chiaro che è una professione, ma giochi per la gente e per chi ti segue: non bisogna scordarlo. Bisogna sentire la propria professione con la passione".

Come valuta l'esperienza del Milan nella Champions League in corso?

"Siamo tornati in Champions dopo tanti anni e abbiamo fatto delle buone partite. Non siamo stati fortunati, meritavamo qualcosa di più vedendo le nostre prestazioni. Siamo ancora lì col lumicino acceso. Questa esperienza ci servirà. Non abbiamo fatto brutte figure, abbiamo retto l'urto: questo è un buon segno".

Qual è il ricordo più bello della sua carriera da calciatore?

"Di momenti belli ne ho vissuti tanti. Come sempre, la prima Coppa dei Campioni che vinci, dopo 20 anni che il Milan la aspettava, fu un'emozione particolare".

intervista di Antonio Vitiello


Altre notizie
PUBBLICITÀ