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ESCLUSIVA MN - Aliberti: "Pioli meritava la conferma. Persona troppo per bene in un mondo di bambocci viziati"

di Gaetano Mocciaro

Contro la Salernitana si è chiuederà il ciclo di Stefano Pioli al Milan. Dopo cinque anni e contro la squadra che l'ha lanciato nel calcio professionistico. Ne abbiamo parlato con Aniello Aliberti, presidente all'epoca dei granata che decise di puntare sul tecnico nel lontano 2003. In esclusiva per MilanNews.it.

Pioli chiude un cerchio al Milan, Lei ha avuto un ruolo importante nella sua carriera dandogli per primo fiducia fra i "grandi"
"All'epoca era prematuro fare una previsione del genere, ma era bravo e veniva dai settori giovanili. Lo volle a tutti i costi il direttore sportivo di allora, il compianto Carmine Longo. Era bravo, educato, per bene un po' fuori dagli schemi rispetto ad altri allenatori che abbiamo visto anche di persona. Si merita il meglio, un uomo educato e per bene sotto tutti i punti di vista".

Troppo umile per questo calcio?
"Sicuramente sì. Non è uno di quegli allenatori che vogliono mettersi in mostra, che fa le sceneggiate in campo. Questo non gli appartiene. Parla con i fatti, allena e porta a casa i risultati. Certo, devi avere il sostegno dei giocatori e della società".

Pioli aveva un contratto fino al 2025. Lo avrebbe confermato?
"Per me ha fatto un ottimo campionato, anche se non ha vinto. La contestazione dei tifosi mi sembra eccessiva. Fosse stato per me l'avrei confermato al Milan, con grande piacere. Ma evidentemente hanno obiettivi e strategie diverse. Bisogna però capire che non si può vincere ogni anno".

Il problema non è non vincere, ma finire dietro all'acerrimo rivale...
"Questa è una stupidità calcistica che non riesco a comprendere. Capisco le rivalità storiche ma non bisogna farsi travolgere dagli umori".

È così complicato per una società non farsi condizionare dall'ambiente?
"Sicuramente è difficile farsi condizionare, le società devono fare le società e i tifosi devono fare i tifosi. L'abilità dei dirigenti sta nel saper fare a mente fredda le valutazioni sulla rosa e i risultati ottenuti con essa. E il Milan che è arrivato secondo ha fatto un risultato che non è roba da poco. È mancato lo scudetto? Amen, non si può vincere ogni anno. Criticare è più facile che allenare un gruppo, tenerlo in pugno. Anche i giocatori sono cambiati rispetto a 20 anni fa, sono bambocci viziati con soli diritti e pochi doveri. Stanno sempre sui social, quando dovrebbero pensare a giocare e a imparare a fare uno stop a seguire".

Cosa le piaceva maggiormente di Pioli?
"Mi piacque il modo in cui riuscì a forgiare un gruppo. C'erano diverse occasioni in cui eravamo agganciati al gruppo di testa, poi in determinati momenti chiave ci furono delle difficoltà. Ma era al suo primo anno in una prima squadra, dciiamo che stava studiando. La società però gli stette sempre vicino, l'ha sostenuto in ogni momento".

È stato uno dei migliori allenatori che ha avuto a Salerno?
"Certamente Delio Rossi fu il migliore, quello che ci portò in Serie A. Ma Pioli fu uno dei migliori a Salerno nella mia gestione".

Si aspettava questo percorso che lo ha portato a vincere uno scudetto?
"Sì, me l'aspettavo. Più andava avanti e più lo seguivo nelle evoluzioni. Persona perbene, studiosa, ha fatto la giusta gavetta ed è diventato un tecnico di primo piano. Poi era sostenuto da Paolo Maldini, qunado poi se n'è andato c'era da rimodulare un po' gli equilibri di spogliatoio".

Si parla di Pioli al Napoli. Lei dove lo vedrebbe bene?
"Lo vedo bene in una società che lo sostiene e abbia pari educazione dell'allenatore. A Napoli dovrebbe avere la pancia di dire al presidente, se entra nello spogliatoio tra il primo e il secondo tempo, di uscire...".
 


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