Via un altro bravo. Ora basta. Il Milan sta perdendo la sua filosofia...
Vi dico subito da quale parte sto. Dopo Ronaldinho, Pirlo, Ibrahimovic, Seedorf adesso Cassano. Sul piano tecnico, non credo che vi siano dubbi in merito, la squadra si sia tremendamente impoverita, e stavo già tremando all’idea di una cessione di Robinho, ipotesi ventilata nell’estate scorsa. Oggi, piaccia o non piaccia, l‘unico giocatore che possa ricordare, sul piano della classe pura, i grandi campioni del passato, in attesa del ritorno ai migliori livelli di Pato e di Boateng. Qualcuno potrebbe ribattere che però il Milan si sia liberato di giocatori dalla vita privata non ineccepibile, o non più motivati, o spaccaspogliatoi o ancora poco sopportati dai compagni. A me quello che accade a Milanello interessa meno di quello che vedo la domenica sul campo. Io con Ronaldinho mi sono divertito, con Pirlo avevo in rosa il centrocampista ritenuto il più forte del mondo, con Ibrahimovic ho urlato gol 56 volte in 84 partite (!!!!), con Seedorf mi sono sciolto per la sua classe, con Cassano ho ammirato uno dei rari piedi buoni del nostro campionato. Sia chiaro, più volte ho scritto anche su queste pagine che l’aspetto economico sia elemento prioritario per le scelte di mercato. Quindi, soffrendo un po’, posso essere d’accordo sulla cessione di Thiago Silva e Ibra, per dare ossigeno alle casse del Milan, guidato da un Presidente che rimarrà nella storia del calcio mondiale e che, in questo momento, va capito, viste le difficoltà generali. Però nessuno cerchi di convincermi che l’allontanamento dello svedese sarà utile alla armonia dello spogliatoio, perché sono le vittorie che rendono, alla fine, coeso l’ambiente e non certo le difficoltà, che probabilmente aumenteranno senza l’apporto del cannoniere del campionato.
L’aspetto più importante però è un altro. Qui si deve tornare alla storia del Milan, lontana e recente. Il club rossonero ha trovato in Silvio Berlusconi la figura ideale che rappresentasse la filosofia tecnica della società. Il Presidente ama lo spettacolo, si è sempre esaltato per le giocate sopraffini dei suoi Campioni, dai tempi, nei quali, con suo Padre, sedeva sui gradoni dell’Arena o di San Siro, entusiasmandosi per le prodezze del Gre-No-Li, per i dribbling di Schiaffino, per la classe di Grillo. E’ inutile qui ritornare sui grandi eredi di quel leggendario Milan degli anni ’50, a partire da Rivera, per continuare con gli olandesi di Sacchi, per le carezze di Savicevic, le poesie di Rui Costa e Kaka. Questa è la storia tecnica del Milan, una storia, che, anche se in un periodo difficile sul piano economico, deve continuare, cercando, in ogni caso, di acquisire giocatori dai piedi buoni, dallo stile inconfondibile. Così vuole la filosofia del Milan, così deve essere il Milan!!!