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Uno sguardo al passato. Continua l’attesa di una voce. Consenso basso. Peccato per Daniel!

di Carlo Pellegatti

Lo schermo di Word è bianco. Devo decidere che cosa scrivere del nostro caro, vecchio, decrepito, meraviglioso Milan. Allora, per trovare la giusta atmosfera decido di far partite una indimenticabile canzone di Gilbert Becaud: “C’est en septembre“. È stata lunga e pesante questa sosta. Non ci sono giorni peggiori che quelli senza calcio dopo una sconfitta nell’ultima partita di campionato. Come li ho passati per dimenticare? Andando al cinema, vedendo “Finalment" del sempre romantico Claude Lelouch. Ospite poi del “Festival dello Sport“ per presentare, con Peppe di Stefano, il nostro libro “C’è solo un Presidente”. Una magnifica occasione anche per salutare e abbracciare l’amico di grandi vittorie, di splendidi trionfi, di forti emozioni, George “Re Leone" Weah. Chiudo con un altro consiglio cinematografico. Da non perdere, su Sky, “Zamora”, il delicato film di Neri Marcorè ambientato nella Milano degli anni ’60.

Allora è scattata subito la nostalgia della nebbia, di San Siro coperto dalla segatura per proteggere dal gelo, delle veroniche di Gianni Rivera, dei gol di Amarildo e “Ciapina“ Ferrario, delle fughe in avanti di “Basleta” Lodetti. Ecco, ci risiamo. Mi ero ripromesso di non parlare del passato, anche perché Fabio Capello disse una volta: "Chi guarda al passato, non ha futuro!” Beh, ma se posso attingere a bellissimi ricordi che affiorano inesorabili e splendidi è giusto però tuffarmici per qualche momento di serenità.

Intanto, per tornare al presente, continua l’attesa di una voce che parli, che spieghi, che illustri, che comunichi dopo gli accadimenti di Firenze. Non solo attendono i tifosi, che, se non saranno i proprietari del club, possiamo considerarli almeno preziosi clienti che sono da “coltivare", da conquistare, da MANTENERE. Ho messo la maiuscola sul verbo “mantenere” perché il pericoloso di disaffezione è sempre latente non solo per i risultati presenti, ma per le prospettive future. Non solo i tifosi, dicevo, ma stanno aspettando qualche parola anche i giocatori, ormai quasi tutti a Milanello, perché la voce della società diventa fondamentale in questa fase di turbolenza.

Devono essere però soprattutto i dirigenti ad avere la necessità di un colloquio, per capire quale sia il feeling tra il gruppo e il loro allenatore, per avere le idee più chiare se e come intervenire. Parlando con Fonseca per un confronto anche tecnico, sul  modulo, sugli schemi, sugli atteggiamenti e come affrontare i prossimi impegni, delicati e decisivi, per il futuro della stagione. Ripeto spesso questo concetto ma evidentemente senza un gran successo perché non accade nulla!

Il consenso verso questa proprietà e questa dirigenza continua a essere molto basso. Qualcuno potrebbe dire che i social non rappresentano il pensiero di tutti tifosi, ma, avvicinato da tanti appassionati rossoneri proprio a Trento la conferma che a “Casa Milan" debbano lavorare presto e bene per riguadagnare posizioni, se interessa, è affiorata chiara. I motivi sono evidenti anche al Presidente Paolo Scaroni: "Il punto di vista economico è importante ma è solo una parte del successo. Se poi non vinciamo le partite non andiamo da nessuna parte".

Però, aggiungo io, se si comprano grandi giocatori magari diventa più facile conquistare vittorie, ma i campioni o prospetti di campioni costano. Forse sarebbe opportuno magari cambiare strategie e, invece di acquistare due o tre giocatori, mai sopra i venti/venticinque milioni di euro, sarebbe più opportuno puntare su due da quaranta milioni.

Per non parlare in linea teorica, ma pratica, molto pratica, muoversi presto come avrebbero certamente agito Silvio Berlusconi e Adriano Galliani su figure come Nico Paz, troppo simile nelle movenze a Kaka, o opzionare un talento come Franco Mastantuono, la seconda punta del 2007 del River Plate. 

La cosa che ora più mi sta a cuore è capire quale sarà il futuro del nostro Milan, innanzitutto sotto l’aspetto societario. L’agosto 2025 è già vicino. Anche però quello sul piano del campo. Il 2027 infatti non è lontano. In quella stagione saranno venti anni senza vincere una Coppa dei Campioni. Non è mai capitato, dal debutto della manifestazione, che i rossoneri stiano così tanti anni senza alzare il trofeo. Forza... bisogna muoversi per costruire una grande squadra. Non vorrei, non vorrebbero i tifosi milanisti, essere testimoni di questo… affronto storico.

Chiudo. Che peccato non aver vissuto un’altra pagina della magnifica e unica storia dei Maldini, con Daniel ancora in maglia rossonera! 


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