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Tonfo che fa male. Kakà-Milan, ci siamo: i costi. Il suo arrivo può placare (in parte) le preoccupazioni degli sponsor. L'ennesima fuga di Cassano, talento ingrato con chi lo ha ridato al calcio e alla vita

di Pietro Mazzara

Dopo l’esordio in campionato di ieri contro la Sampdoria bagnato con una sconfitta che fa male per come è arrivata, inizia la settimana che può dire molto per il mercato del Milan. Inizia la settimana di Ricardo Kakà. Il brasiliano è l’obiettivo numero uno dei rossoneri per rinforzare una rosa che ha nel solo Robinho un Campione con la C maiuscola. Per il resto, la rosa a disposizione di Massimiliano Allegri è un insieme di ottimi giocatori che con il tempo dovranno amalgamarsi e creare un gruppo che in assenza di grandi giocatori e in attesa dell’arrivo di uno che dovrà dimostrare nuovamente di esserlo, dovrà essere la base solida e il punto di riferimento del mister. Ma dicevamo di Kakà. La sua maglia numero 22 è stata lasciata vuota dal management rossonero in fase d’assegnazione dei numeri di maglia, segno evidente di come il sogno o meglio, l’amore possa fare giri immensi e strani per poi tornare. Nella giornata odierna, Florentino Perez spiegherà al CdA del Real Madrid come mai convenga vendere, o meglio svendere, un giocatore piuttosto che tenerlo in tribuna per tutto l’anno. Galliani aspetta il cenno per partire e chiudere il colpo che, almeno in parte, metterà un po’ di calma negli sponsor rossoneri. Le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, uomini Nike per inciso, non sono andati giù non tanto allo sponsor tecnico milanista, Adidas, ma a tutti gli altri che si aspettano un arrivo importante per continuare a tenere vivi i propri rapporti con il club di via Turati. A livello di bilancio, nell’inchiesta di venerdì scorso avevo spiegato quale sarebbe l’impatto dell’operazione Kakà, con il Milan che per il 2012 metterebbe solo sei mesi d’ingaggio del  brasiliano. Poi, in base alla formula del trasferimento, alcune cose potrebbero cambiare, ma non di molto.

Chi non cambia mai, invece, è Antonio Cassano. L’attaccante barese ha finalmente raggiunto l’Inter, la sua squadra del cuore e dove ha sempre sognato di giocare. Nella sua conferenza stampa di presentazione, Cassano ha azionato il grilletto ed ha sparato senza mezzi termini su Adriano Galliani e Massimiliano Allegri. Un attacco pubblico in puro stile Cassano che la dirigenza rossonera si è ben guardata dal commentare, dimostrando che lo stile, quello vero, è ben altro. Ma andiamo con ordine. Cassano ha accusato Galliani di avergli promesso un rinnovo del contratto già dopo la vittoria dello scudetto nell’estate del 2011. Niente di vero in quanto era stato lo stesso Cassano, tramite il suo agente, a bussare alla porta di Galliani per ridiscutere l’accordo. Cassano afferma di essere stato preso in giro ed ha sputato nel piatto della società che lo ha restituito prima al calcio e poi alla vita. Si perché Antonio Cassano, nel dicembre del 2010, era un giocatore finito che era riuscito a distruggere in pochi giorni quello che di buono aveva fatto alla Samp. Che coincidenze strane. Cassano che rompe i rapporti, in maniera burrascosa, con le due squadre che lo hanno aiutato maggiormente nella sua carriera. Ha detto che per Allegri era: “La quinta, la sesta o la settima scelta”. Ora, va bene tutto, ma la matematica non è un’opinione e fino ad oggi gli attaccanti del Milan sono quattro e Cassano ne faceva parte. La verità effettiva è che Cassano è scappato, ancora una volta, davanti alle difficoltà. Non rendendosene conto, è stato lui stesso ad ammetterlo quando ha affermato che: “Via Ibra e Thiago, due suoi amici, l’aria per lui si stava facendo pesante”. E allora scappiamo, come ha sempre fatto nei momenti cruciali della sua carriera, da Roma a Madrid passando per Genova fino alla Milano rossonera. 

Il nuovo attaccante dell’Inter ha poi fatto anche un’uscita da ruffiano come pochi ovvero quando ha cercato d’ingraziarsi gli ultrà ricordando lo striscione che appesero sotto il Policlinico durante la sua malattia. Ecco l’ultimo punto, la malattia. Il Milan lo ha salvato, curato, aspettato e ridato, per la seconda volta, al calcio. E pensare che Galliani, per aspettare lui, si fece convincere da Berlusconi a stoppare il passaggio di Pato al PSG. Lo spogliatoio del Milan è assolutamente arrabbiato con Cassano e al prossimo derby, sia i tifosi che gli ex compagni, non saranno teneri con lui. Ora capiamo la sintonia con Materazzi. Ma Cassano è il passato come dice Allegri e allora prepariamoci al ritorno di Kakà. Altro uomo, altro spessore, altra educazione rispetto al barese che ha trovato la sua dimensione naturale. L’ultima settimana di mercato è iniziata. Vedremo, alle 19 del 31 agosto, quale sarà la rosa effettiva a disposizione di Allegri.


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