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Thiago Silva resterà al Milan ma gli attacchi non finiscono: ora tocca a Ibra e... ai tifosi

di Luca Serafini

Dal giorno della fine del campionato, dell'ultimo campionato stracciato in mille pezzettini come il biglietto dell'amata che ci ha lasciati, il giovedì è diventato un giorno complicato, l'editoriale per MilanNews un appuntamento perverso. Alle presunte capacità di analisi del cronista si mischia la passione per i colori rossoneri, quindi la speranza di qualcosa di grande da commentare. Qualcosa di diverso. Invece il copione è di una ripetitività ossessiva: parlano i giocatori, i procuratori, gli amici dei giocatori e dei procuratori. Mandando a memoria il loro ritornello: "Restare al Milan? Adesso? O domani? O dopodomani? O fra un anno o due? Vedremo". Thiago Silva, Pato, Cassano, Flamini, un po' meno Ibra il quale anzi nel suo copione ha una smentita al giorno, alla settimana, al mese. Anche se proprio ieri abbiamo letto che da Parigi non si arrendono, forse. L'ideale sarebbe che tutti i tifosi vivessero questa situazione come noi, col disincanto di un signore di mezza età che ha capito da tempo come non esistano più bandiere, magie, sentimenti, contratti, fascino, suggestioni, riconoscenza. Rispetto. Quindi non stiamo più in apprensione, non ci incazziamo più. Va via Thiago? Pazienza. Arriva Acerbi? Va beh, dai. Noi signori di mezza età abbiamo vissuto Tresoldi e Galluzzo centravanti, come il piccolo grande Stefano Chiodi, Marchioro allenatore, Adelio Moro a centrocampo, Battistini all'Inter, e Blissett comprato da Elton John, fino a Emerson Onyewu Oliveira. Cosa vuoi che sia, adesso reduci da uno scudetto e un secondo posto, per quanto amaro, se Cassano non ci sta più dentro. Che vada.
Non illudetevi, non credete più alle dichiarazioni d'amore. Nessuna. Balle. Balle assolute. C'è un mondo di favole, impalpabili come le oasi nei miraggi, dove gli sceicchi ti tirano per un braccio, i petrolieri per un altro, le tentazioni ti strappano via in un minuto da qualsiasi affezione. Thiago Silva cavalca l'onda, fa bene, sa che resterà al Milan, sa che gli raddoppieranno lo stipendio, perché sa che Berlusconi ora non può più tirarsi indietro. Ed è anche giusto, per certi versi: spacciato come il miglior colpo dell'estate, ora monetizza. Più avanti toccherà a Boateng. Forse Cassano. E Pato, Barbara o non Barbara. I tifosi tacciano e si abbonino. Fa niente poi se dalle immagini dello store Thiago Silva è sparito come d'incanto. Se Raiola non lavora per il mercato in entrata, come per esempio per Balotelli in Italia ("Ma vedete come è ridotto il calcio italiano?"), certamente è sempre molto attento al mercato in uscita, da Robinho a Ibrahimovic. Non fa una grinza. Parla lui, parlano i giocatori, parlano i loro amici e gli amici degli amici. Il Milan lavora in silenzio, per fare che cosa, scopriremo il 31 agosto. Magari appena un filo prima.
I tifosi avrebbero il diritto di stare nel loro limbo, chi incazzato, chi - come noi - rassegnato e realista. Invece no. Arrivano le bacchettate, le lezioni severe: abbonatevi, e basta. Qualcosa accadrà, voi intanto venite a fare la tessera. Il tifoso incrollabile ci va e basta, si abbona, per lui il Milan è il Milan, con Tresoldi, Galluzzo e Marchioro in panchina o con Van Basten, Ibrahimovic e Sacchi in panchina. Non cambia niente, tifa e basta. Rispetto anche per lui. Il tifoso non evoluto invece è stufo, si incazza. E probabilmente, anzi sicuramente non si abbona. Né al Milan né a Milan Channel né a Premium che è roba di famiglia.
Noi? Noi aspettiamo il 31 agosto. Pronti a criticare o applaudire, come sempre. Il problema dell'abbonamento non ce l'abbiamo, quello di meritare il rispetto di chi ci legge, invece, quello lo abbiamo eccome in ogni riga, in ogni parola che scriviamo.
Quindi, per piacere, non prendeteli per il culo.


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