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Testa bassa! Non siamo simpatici… Un Rebic nella manica. Leao e Ibra risorse assolute. Investcorp: calma, c’è tempo. Raiola, prima il cordoglio poi l'abbraccio virtuale

di Luca Serafini

Non è successo niente, dirà Stefano Pioli alla vigilia della prossima partita "che è l'unica cosa che conta". Step by step. Già non siamo simpatici, noi milanisti, se poi ci giochiamo il jolly della spavalderia è finita. I rossoneri non sono ancora accreditati per la vittoria finale: va bene, è giusto. Non è successo niente. Penso soltanto che davvero questa società, questo staff, questi ragazzi sarebbero quelli che lo meritano di più per il salto triplo che hanno fatto da quel 5-0 di Bergamo, lontani due anni luce e mezza. Sempre lì, sempre a sgomitare tra Inter Napoli e Atalanta nello scorso campionato, poi con il Napoli, poi con il Napoli e l'Inter, poi solo con l'Inter, ma il Milan c'è da 2 campionati, è lì in alto e adesso più in alto di tutti. E sapete bene quanto più in alto avrebbe potuto essere, se... Se. 

Ma per il quotidiano sportivo più diffuso in Italia, è l'Inter a gestire la "questione arbitrale solo per puntualizzare (...), ma con classe ed eleganza (...), mai sopra le righe come nel suo stile (...), una linea completamente differente rispetto a quella del Milan". Senza contare chi ha scritto che vincerà comunque lo scudetto l'Inter nonostante Bologna, "perché l'errore di Radu compensa a Pioli l'errore di Spezia-Milan". Si ride per non piangere, su come è ridotta la mia professione. I 25 anni di conquiste di Berlusconi hanno generato una generazione e mezza di avvelenati e gli ultimi 10 una di frustrati, molti dei quali anche tra i tifosi milanisti. Non trovo un'altra valida spiegazione all'accerchiamento - anche intestino - di diffidenza e snobismo.

Sono tornati Ibra e Rebic, assenti nel girone di ritorno, e hanno confezionato la palla che Sandro Tonali ha addomesticato di ginocchio e scaraventato in porta all'Olimpico, dove non ricordo altre squadre capaci di superare la Lazio 20-2 nei tiri. Sono risorse fondamentali per cambiare faccia alle gare, per i colpi del k.o. Guarda caso sempre da Rebic è arrivata a Messias la palla del 2-0 al Genoa. Non è mai un caso, nemmeno se si dovessero presentare offrendo mari e monti per Leao. Rafa è oggi l'unico rossonero in grado di cambiare da solo lo spartito. Va difeso e protetto, in attesa che finalmente capisca quale sia l'intensità con cui affrontare tutte le partite, nessuna esclusa, tutti i palloni, nessuno escluso, ogni maledetto minuto di partita.  

Leao potrebbe essere il primo vero, grande acquisto di Investcorp. Di cui si continuano a leggere strategie e progetti, budget e linee guida. Vado cauto, resto in attesa e in lunga fase di studio. Arbitri, procuratori e sindaci in Italia restano tali anche se hanno che fare con gli arabi invece che con gli inglesi o gli americani. Quindi per recuperare peso politico e rispetto in FIGC, Lega e Uefa; per agire con saggezza sul mercato; per parlare di stadio nuovo con i Sala di turno, ci vorrà comunque pazienza certosina anche se si arriva dal Bahrain. 

A proposito di procuratori: per la quarta volta una fake seppellisce Mino Raiola e per la quarta volta lui resuscita. Le fake esistono da molto tempo prima di "Al lupo! Al lupo!", erano destabilizzanti dalla preistoria alle guerre puniche sino a quella in Ucraina, figuriamoci nella selva del calcio e nel dilettantismo strisciante. Ho ripostato la notizia della morte del procuratore di Ibra, pubblicata giovedì da tutte le maggiori testate del mondo, accompagnando con un messaggio di cordoglio. Chiedo scusa: per il mio abbaglio e per il dilettantismo di cui sopra. Ho corretto con un pezzo sulla testata online @ltroPensiero e lo rifaccio qui adesso. Mi vergogno per chi stende le trappole e per chi, come me, innamorato dell'informazione, ci casca ancora. Bisognerebbe semplicemente saper aspettare, ma giovedì nelle prime ore del pomeriggio ormai per quasi tutti i media più importanti si aspettava soltanto la sepoltura. Bentornato Mino, spero che tu possa riprenderti.

Questa sera, venerdì 29 alle 18, al "Libraccio" di Monza presento il libro "Sono nato dopo mio figlio" del milanistissimo Marco Dell'Acqua, il quale ha raccontato della sua lunga battaglia per sconfiggere un male che lo aveva travolto anni fa. La forza, la voglia, la determinazione di lottare fanno parte della nostra vita, non solo dello sport. Un'esperienza come questa è corroborante per chiunque pensi sempre e solo alla resa, quando esiste il più microscopico degli spiragli o quando spetta semplicemente a noi inseguire la luce.


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