Stefano Pioli come l’ammiraglio Nimitz. Magari come Oppenheimer a Los Alamos. Suo un compito più facile di Ermete Trismegisto. Sono giorni per capire anche la reale forza della rosa rossonera
Charlton Heston, Henry Fonda, Robert Mitchum, Glenn Ford, Cliff Robertson, Toshiro Mifune, James Coburn. Questi sono gli straordinari attori, interpreti di un capolavoro del genere bellico, "La Battaglia di Midway”. Mi hanno sempre affascinato i film dove le grandi protagoniste sono le leggendarie portaerei e i magnifici piloti eroi dell’aria. Film come “Tora, Tora,Tora”, che in giapponese significa “tigre”, usato come messaggio in codice per confermare il successo di un attacco a sorpresa. Come i film sulla scuola degli assi della aviazione, la Top Gun di base a Miramar in California.
Tornando alla battaglia delle Midway, immagino che Stefano Pioli si sia trasformato in questi giorni nell’ammiraglio Chester Nimitz. Come il Comandante in capo della U.S.Pacific Fleet, nei drammatici giorni della seconda guerra mondiale si metteva sulla tolda della nave, l’allenatore milanista sale invece sul balcone della palazzina, afferra il binocolo e scruta l’orizzonte lontano, ansioso e preoccupato, in attesa che i suoi giocatori ritornino a Milanello sani e salvi dopo le lunghe trasferte per le nazionali. Ne mancano ancora pochi, solo sette, ma impegnati in sfide amichevoli ma dure come Theo, Maignan e Thiaw in Germania-Francia, come Tomori in Scozia -Inghilterra. Oppure match oltreoceano come Musah e Pulisic, in campo contro l’Oman alle 2,30 ora italiana a Saint Paul nel Minnesota, lontanissimo stato americano quasi al confine con il Canada.
Finalmente da giovedì il tecnico potrà cominciare ad approfondire tutte le tematiche, tattiche e tecniche, relative a un derby, molto chiaro da decifrare se il cammino autorevole e spettacolare di Milan e Inter non fosse stato interrotto dalla sosta per le Nazionali. Ora sembra tutto più complicato. Sono curioso di capire quali stratagemmi tattici inventerà ancora Pioli che, con i suoi collaboratori, sembra diventato un Oppenheimer a Los Alamos. Studia, approfondisce, sperimenta, per regalare ai suoi tifosi un Milan sempre imprevedibile e spettacolare. In una recente conferenza stampa, l’ allenatore rossonero ha confessato che nella crescita sua e della squadra siano stati più importanti i mesi pur travagliati della scorsa stagione rispetto, paradossalmente, a quelli della cavalcata tricolore.
Soprattutto le quattro sfide contro l’Inter, ineluttabilmente perse, hanno illuminato Pioli. Che ha capito le vere lacune del suo gruppo, lacune sul piano fisico e della intensità. Per migliorare questi aspetti è stata finalizzata la campagna di rafforzamento della estate scorsa. Sono dunque arrivati Reijnders, Loftus-Cheek, Pulisic, Musah, figure ideale per contrastare la forza fisica del centrocampo nerazzurro. Difficile, quasi impossibile il recupero di Kalulu, spazio a Kjaer vista la squalifica di Tomori. Un vero peccato perché la sua reattività, la sua personalità, la sua forza fisica sarebbero stati fondamentali per contrastare Lautaro, Thuram o Arnautovic. Comunque il Milan schiera il Capitano della nazionale danese, che vuole confermare tutte le sue qualità figlie della sua esperienza, del suo senso della posizione, del suo emisfero destro dove risiede appunto la sua sviluppatissima intuizione.
Le prossime sette partite saranno importanti per capire lo spessore della rosa, il vero punto debole della scorsa stagione. Conosciamo ancora poco Musah, Chuckwueze, Jovic, lo stesso Okafor che ha comunque mostrato sprazzi interessanti della sua classe nello spezzone di partita all’Olimpico. Tocca ora a Stefano Pioli centellinare le forze dei suoi titolari e inserire quelle che ora sono ancora solo le alternative in attesa che tutta la rosa raggiunga lo stesso livello di forma e di armonia. Come un farmacista del secolo scorso, bravo a bilanciare tutti gli ingredienti delle medicine. Come il mitico Ermete Trismegisto, il più famoso alchimista della storia, il padre di questa scienza esoterica che praticava l’arte di trasformare il piombo in oro. Per Pioli il compito è certamente più facile perché non deve certo partire dal… piombo!