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Signing: è la settimana. RedBird: i tre errori da non commettere in avvio di avventura. Origi, Botman, Renato attendono la chiamata finale. Spunta Fernandez

di Pietro Mazzara

Dopo mesi di trattative, prima con Investcorp e poi con RedBird, siamo arrivati al momento di quagliare. Elliott e il fondo di Gerry Cardinale, che potrebbe arrivare in Italia nei prossimi giorni ma non è ancora sicuro, a metà di questa settimana dovrebbero procedere con la cerimonia del signing per il passaggio del pacchetto di maggioranza delle azioni del Milan a RedBird. Operazione da 1.3 miliardi con Elliott che rimarrà come socio di minoranza e con la possibilità di incassare altri 500 milioni per il suo pacchetto azionario al verificarsi di una serie di situazioni finanziarie che, in gergo tecnico, viene identificata come clausola di earn-out.  Successivamente a questo atto, che è fondamentale per poi arrivare al closing, Cardinale prenderà in mano la gestione del Milan e dovrà parlare con Paolo Maldini, capo dell’area tecnica, in un summit che si preannuncia decisivo per capire le ambizioni del fondo specializzando nel mondo dello sport.

Sono sostanzialmente tre gli errori che RedBird non deve commettere. Il primo è quello di non proseguire l’evoluzione qualitativa della squadra, che ha vinto uno scudetto meraviglioso e che richiede con voce molto forte una continuità nel corso dei prossimi anni. Vincere non è mai facile né scontato, anche perché le altre contendenti si attrezzeranno per dare l’assalto al tricolore milanista, ma questa rosa deve essere migliorata per competere ad alto livello in Italia e in Europa. Per farlo non serve un mercato altisonante, come accade da altre parti nel continente, ma serve mettere Paolo Maldini e Ricky Massara nelle condizioni di poter operare con un po’ più di disponibilità economica per non perdere giocatori che vengono inseriti nella prima fascia delle scelte. Nessuno si immagina colpi a ruota continua da 60-70 milioni, ma due giocatori da 35 quello sì. Ovviamente si dovrà guardare anche all’aspetto dei conti, con il fatturato che salirà sopra i 300 milioni ma che non è ancora sufficiente per poter avere un potere d’acquisto di un certo tipo. È un percorso nel quale, e questo è il terzo punto, RedBird dovrà fare di tutto per trattenere Rafael Leao. Il portoghese è sbocciato quest’anno e nel prossimo potrebbe fare ancora più danni alle difese avversarie, con ancora più gol e assist. Nessuno dentro la rosa milanista avrebbe da ridire se venisse fatto uno sforzo sul tetto ingaggi per Rafa, dandogli quei 7 milioni che chiede come stipendio per i prossimi cinque anni.

Del racconto che ha fatto Maldini alla Gazzetta, però, c'è un elemento che non quadra. Lui dice di non esser stato chiamato dalla proprietà attuale per rinnovare il contratto, ma risulta che sia stato lui stesso a voler aspettare le evoluzioni societarie per poi parlare con i nuovi proprietari. Dunque, i contatti ci sarebbero stati... Vedremo l'evoluzione, fermo restando che lui e Massara, per il lavoro fatto, meritino il rinnovo di contratto così come meritino di proseguire il lavoro fatto con più disponibilità economica, come scritto poco sopra.

Tre punti chiari e fondamentali, che probabilmente farebbero dire sì a Paolo Maldini senza grosse remore sul rimanere al timone dell’area tecnica. Perché a parte la puntualizzazione sul suo rinnovo, il resto di quanto detto alla Gazzetta dello Sport in termini di ambizione e miglioramento di un progetto che deve entrare al livello superiore, è tutto condivisibile. Questo scudetto non può e non deve essere una meteora.

Ecco perché Divock Origi, Sven Botman e Renato Sanches hanno detto sì al Milan e vogliono venire qua. Perché hanno capito che qui si può fare qualcosa di importante e in costante evoluzione verso il top. Anche Enzo Fernandez del River Plate ha dato priorità assoluta al Milan nonostante ci sia il Benfica su di lui. Prezzo del cartellino: 18 milioni ovvero la clausola risolutoria. Moncada ne ha tratteggiato una relazione molto positiva con il “da prendere” finale che non lascia dubbi. Piace tanto Noa Lang del Bruges mentre pare più complicato De Keteleare.


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