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Servono scelte definitive. Serie A e Champions diverse? È la squadra a non essere mai la stessa. Meglio senza Vlahovic, ma non per Motta. Mercato di gennaio: un paio di idee

di Luca Serafini

Riparte il campionato dopo qualche soddisfazione individuale per i rossoneri impegnati con le loro Nazionali. Ci eravamo lasciati con quei pugni nello stomaco presi a Cagliari, dopo la notte di Madrid illusoria nell'aver trovato la quadra e la squadra. 

Uno dei punti principali della gestione di Fonseca è proprio quello della mancanza di continuità. Al Milan per la verità il bilancio è in rosso dallo scudetto in poi, inutile negarlo, ma mentre i cambiamenti di Stefano Pioli erano rivolti nel (provare a) sistemare la baracca che imbarcava acqua, l'allenatore portoghese pare riluttante nel voler definire una formazione titolare, a partire dai centrali difensivi che si scambiano continuamente. Credo che uno dei due debba avere caratteristiche più "pensanti", meno istintive: con queste caratteristiche il solo Gabbia offre garanzie, perché Tomori, Thiaw e soprattutto Pavlovic difettano nel posizionamento e nella lettura delle situazioni di pericolo. Abbiamo un bel dire sulla protezione della difesa, sulla partecipazione di tutti alle varie fasi, ma troppi gol dei rossoneri vengono subìti a difesa schierata. 

Anche quello di un undici titolare è un bel tema. Gli intoccabili sono Maignan, Emerson (Calabria è in soffitta, un giorno bisognerà spiegare e poi capire), Theo, Fofana, Pulisic, Reijnders, Morata. Lo stesso Leao ultimamente non è più stato il punto fermo che tornerà ad essere dopo le belle prove di Madrid, Cagliari e in Nazionale. A turno dentro ora Chukwueze, ora Loftus, ora Abtaham, ora Okafor, ora Musah. Se da una parte può essere apprezzabile tenere tutti sulla corda e tutti coinvolti, dando spazio di volta in volta a chi merita e/o a chi sta meglio, dall'altra però non vi è dubbio che ne risentono gli automatismi e l'amalgama di una squadra che ha già difficolta congenite nell'apprendere e mandare a memoria gli spartiti. Credo personalmente sia l'ora di fare una scelta continuativa. La questione della serie A molto diversa dalla Champions è stata smentita dalle partite con Inter e Real, ma anche con Parma, Cagliari, Liverpool e Bayer Leverkusen: è il Milan che è sempre molto diverso tra una partita e l'altra.

La Juventus ha perso Vlahovic per la sfida di sabato. Un paio di sferzanti, autorevoli opinioni rispetto al suo rendimento bianconero di quest'anno (e non solo...) sostengono non sia tutto quello svantaggio per Thiago Motta: pochi gol, pochi acuti, molta insofferenza. Giusto qualche settimana fa ho paragonato i suoi problemi atavici a Torino con quelli di Leao a Milano, sempre sospesi tra croce e delizia sebbene il milanista sia decisamente più incisivo e determinante, in generale. Personalmente, Vlahovic lo vorrei al Milan tutta la vita: il fatto che invece sia nella Juventus e non sia disponibile per questa partita, lo trovo eccome un handicap per gli avversari e un piccolo vantaggio per i rossoneri. 

Ibrahimovic sembrerebbe aver spento le speranze di un mercato di gennaio concentrato su quelle 2/3 posizioni in cui il Milan è lacunoso, in particolare naturalmente a destra e a sinistra in difesa, in mezzo al campo. Voglio pensare, voglio credere, voglio sperare che siano solo dichiarazioni di facciata e che invece il club stia eccome lavorando sotto traccia per rinforzare la rosa, come del resto scrivono e dicono numerosi esperti di mercato. Il solo rientro di Bennacer, troppo fragile in assoluto, non è sufficiente. A gennaio 2024 è rientrato a casa proprio Gabbia, vedi tu: un paio di idee per gennaio servono come il pane. Ricci e Biraghi, bravi e italiani, sarebbero un'ottima Befana. Per esempio.


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