Seedorf è l'ago della bilancia ma al Milan serve un altro centrocampista
Il Milan conquista a Pechino la sua sesta Supercoppa Italiana. E' il 28esimo trofeo dell'era Berlusconi (13 internazionali e 15 nazionali). I rossoneri superano 2 a 1 l'Inter al termine di una partita combattuta e con sprazzi di bel gioco. I nerazzurri per 35 minuti mettono in serie difficoltà un Milan presentatosi a fari spenti. Un film visto e rivisto. Va anche detto che in quel lasso di tempo i rossoneri hanno sciupato al sesto minuto un clamoroso gol con Robinho su assist di Ibra che ha pure colpito il palo. Non solo. L'Inter, gol su punizione a parte (con qualche corresponsabilità di Abbiati partito in ritardo), non ha mai impegnato seriamente l'estremo difensore rossonero. La squadra di Allegri è poi cresciuta dimostrando una buona condizione fisica e atletica.
Sulla rete del pareggio del Milan c'è una contestazione degli interisti che nell'azione di partenza, dalla quale è scaturito il pareggio, reclamano un fallo di Boateng su Stankovic. Il direttore di gara in quella occasione può aver commesso un errore di valutazione così come ha sbagliato a non espellere Thiago Motta per un intervento falloso su Thiago Silva o a non sanzionare il secondo cartellino giallo a Gattuso. Cercare però di giustificare la sconfitta addossando al Signor Rizzoli ogni colpa è puerile. Molto puerile. Tanto più che nonostante le assenze i ragazzi di Gasperini erano prevalsi almeno per mezz'ora. Le opportune valutazioni vanno fatte su quanto espresso nei novanta minuti di gara. Alla fine il Milan ha meritato di vincere perchè ha disputato un match decisamente migliore dei rivali nerazzurri evidenziando una superiore organizzazione e una manovra più efficace. Ciononostante ci sono aspetti che possono pesare sui futuri risultati a livello nazionale e internazionale. Il team di Allegri, ancora una volta, ha evidenziato difficoltà nel momento in cui gli avversari hanno impresso ritmi sostenuti. Occorre perciò sveltire subito le azioni altrimenti viene meno la competitività.
Regalare un tempo è molto pericoloso. Il Milan si è presentato sottotono e con un atteggiamento troppo attendista che ha favorito gli avversari partiti di gran carriera. Quando il Milan ha alzato il baricentro, velocizzato il gioco e aggredito i rivali, tutto è cambiato. Se la tecnica non è supportata dalla corsa, dall'aggressività e intensità non si raggiunge il top. In Italia e in Europa.
L'ago della bilancia, tanto per cambiare, è stato Clarence Seedorf. Primo tempo inguardabile, addirittura indisponente, poi è salito in cattedra e ha fatto la differenza. Già, ma a volte queste pause possono essere controproducenti soprattutto se gli avversari in quei frangenti centrano il bersaglio. Diversi giocatori rossoneri non sono partiti col piede giusto. Abate e Zambrotta nella prima frazione non hanno dato grande profondità, al contrario della seconda dove, invece, si sono proposti sui binari esterni con maggiore continuità. Van Bommel nell'avvio è apparso incerto in più circostanze. Anche Boateng ha iniziato a scartamento ridotto crescendo, pure lui, alla distanza. Da condividere l'opinione di Gattuso: "Il Milan ha bisogno di uno che faccia girare di più la squadra. Visto l'attacco che ci ritroviamo se là davanti arrivano veloci là davanti possiamo far e male a chiunque." In effetti a centrocampo occorrono giocatori di qualità. Ambrosini, Flamini, Gattuso e lo stesso Boateng sono fortissimi incontristi ma non hanno una tecnica raffinata. Seedorf è troppo solo ha bisogno ogni tanto di rifiatare ma Robinho a parte non ci sono sostituti di pari qualità. I bilanci per ora sono positivi. Con la Supercoppa è il terzo successo consecutivo negli ultimi tre derby (due di campionato) che dà morale. C'è poi da registrare la splendida condizione di Ibra secondo gol all'Inter e terzo nelle ultime tre partite amichevoli, ma è anche il secondo in una finale, l'altro risaliva al match clou di Coppa d'Olanda del 2002 quando lo svedese militava nell'Ajax. Oltretutto contro le italiane Zlatan non aveva mai segnato. Buon segno. Bene pure Thiago Silva e Pato. Meriti indiscussi anche per Massimiliano Allegri, bravissimo nel correggere il tiro e stimolare la truppa. La sua stagione incomincia con un altro trofeo. Non male.