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Se si svegliassero i big...

di Luca Serafini

Il 2-2 al Camp Nou, al debutto della scorsa stagione, fu descritto quasi come una vergognosa rapina. Nessuno disse che il Barcellona, nonostante un possesso-palla da mal di testa, aveva tirato in porta 4 volte (di cui 3 da fuori area, di cui 2 su punzione...). Lo Zenit mercoledì sera ha impegnato Abbiati molto più del Barcellona un anno fa. Ma poi fu lo stesso Berlusconi ad avallare le tesi disfattiste, parlando di "lezione di calcio", facendoci rimpiangere per un attimo il suo ormai consolidato mutismo calcistico.
Allo stesso modo, la vittoria in Champions di mercoledì è stata descritta quasi esclusivamente come una minestrina tonificante, frutto di episodi e un po' di buona sorte. La squadra di Spalletti arrivava da una striscia di 10 vittorie nelle ultime 11 partite casalinghe in Champions, unica sconfitta subìta dal Real Madrid. A causa degli acquisti di Hulk e Witsel, nello spogliatoio russo c'è maretta e la condizione non è certo delle migliori, ma se stiamo a parlare di quale delle due tra Zenit e Milan abbia incontrato l'altra nella sua versione peggiore, la gara è molto equilibrata. Semmai la fortuna dei rossoneri è stata nelle traiettorie dei palloni sullo 0-1 e sul 2-3, ma la stessa sorte non era stata così generosa a Parma, con la Sampdoria e nemmeno contro l'Atalanta, a voler tagliare il capello.
Il fatto è che sono gli stessi tifosi del Milan, spesso, a non godersi del tutto i risultati positivi. Per le mille ragioni che conosciamo, prima fra tutte per lo scempio che combinano sistematicamente per complicarsi la vita, per buttare in un attimo quanto di buono realizzato. A Parma il Milan ha giocato nettamente meglio degli avversari, meritando i 3 punti, sono bastati un paio di errori clamorosi davanti e dietro per far cascare le braccia. A Udine stessa cosa. In Russia a momenti uguale. Eccetera. Il fatto è che in annate così mediocri per quanto riguarda il livello generale della squadra, le giocate risolutrici e miracolose si contano sulla punta delle dita, mentre gli errori - troppi - si pagano con una puntualità feroce. Non è una questione di fortuna o sfortuna, insomma.
Bisogna entrare nel merito di questi errori, dunque. E ci sono nomi e cognomi. Una squadra che subisce 7 gol in 8 partite ufficiali, 5 dei quali su calci piazzati, non è un caso. Le cause dono diverse.
1) Non esiste una coppia di terzini titolari e il migliore di tutti in questo momento, De Sciglio, spesso non gioca.
2) Non esiste una coppia di centrali titolari, il solo Bonera sembra affidabile. Yepes accusa l'età, Zapata accusa un salto inatteso da Udine alla B spagnola dove è finito il suo Villarreal fino al Milan, Mexes accusa e basta, di Acerbi non si capisce.
3) Non esiste una coppia di centrocampisti titolare davanti alla difesa, o meglio, il solo Ambrosini sembra affidabile. De Jong e Montolivo sono lontanissimi parenti delle loro versioni accettabili. Diciamo pure che il loro rendimento è ai minimi termini, quindi in area si rovesciano orde di avversari. Flamini non ha inciso, Nocerino sta finendo piano piano in panchina o all'ala o dietro le punte, secondo il consolidato canovaccio di inventare pedatori in ruoli di tecnica e fantasia.
4) Abbiati si è ripreso dopo un avvìo di stagione molto critico.
5) Nessun difensore è un leader, nessuno parla, nessuno grida, nessuno chiama, nessuno indica. Una difesa muta. Chi ha giocato al calcio anche soltanto all'oratorio, sa  bene quanto sia importante urlarsi addosso durante le partite.
6) E' evidente che gli esercizi difensivi e offensivi sui calci da fermo, non vengono svolti affatto in allenamento o vengono svolti in maniera insoddisfacente.
Il problema è che nonostante tutte le sue magagne, lo svilimento del mercato, il nuovo modulo (alleluja), la mediocrità cronica di qualche elemento e l'improponibilità di qualche altro, il Milan galleggia. Perché il Faraone è bravissimo, Emanuelson e Bojan ci mettono l'anima, Abate piano piano sta recuperando, a Pazzini riesce qualche colpo da rapinatore, Ambrosini si svuota l'anima, Abbiati e Bonera fanno e danno il massimo, Antonini - secondo alcuni la causa principale di tutti i disastri, anche quelli del clima del pianeta - fa il suo, quello è. Di Pato inutile parlare, tanto sappiamo che sarà pronto dopo la sosta. La prossima, sosta. O la sosta invernale. O la siesta, o il divieto di sosta. E sarà pronto a fare cosa, nessuno lo sa.
Quindi la domanda sorge spontanea: chi sono i big? Chi sono i top-player? Eccoli, i big: verrà il giorno in cui Montolivo, De Jong, Robinho, Boateng daranno una mano a questa squadra? E sono veramente in grado di dargliela?


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