Se questi sono “i parametri del Milan”, allora lo scudetto è stato un miraggio. Mercato e preparazione: ecco i peccati
Non ha detto una parola dopo Lecce, non è intervenuto dopo la bastonata nel derby di Supercoppa d’Italia a Riad, all’Olimpico in seguito allo 0 a 4 con la Lazio, è sceso dal suo cavallo bianco e ha finalmente parlato. Bisogna mettere in fila tutte le risposte di Paolo Maldini per capire presente e futuro del Milan. Su un argomento condivido e sottoscrivo tutto il suo disappunto. Al suo posto, quando gli hanno chiesto della fiducia nei confronti di Stefano Pioli, avrei risposto che “è una domanda irricevibile”. Non si può buttare in un cestino lo splendido lavoro fatto in tutti questi anni da Pioli in coppia con Maldini e Massara da una parte e Gazidis dall’altra e che hanno portato a tre risultati semplicemente straordinari: 1) risanamento dei conti disastrati dalla gestione Fassone-Mirabelli; 2) arricchimento della rosa con giovani esponenti dallo stipendio basso; 3) secondo posto e qualificazione Champions dopo 7 anni di assenza grave; 4) scudetto e quest’anno superamento del girone iniziale di Champions.
Secondo spunto. “Siamo secondi da soli in classifica e comunque dentro i nostri parametri”. Essere usciti subito dalla coppa Italia, col Torino, agli ottavi, e aver perso in modo netto il derby di Riad, non è proprio un consuntivo da Milan. Specie se ci si rende conto che lo scudetto è ormai andato (al Napoli) e che la Champions, con il Tottenham, pone davanti un rivale di pari valore e comunque proveniente dalla Premier league che è superiore per appeal e valore tecnico alla serie A. Anzi è bene capire subito che, nonostante la penalizzazione della Juve, la lotta per i 3 posti vacanti di Champions è diventata un grosso rischio oltre che una opportunità.
Mercato. Alla domanda sul mercato che fin qui ha reso zero, la risposta di Maldini è stata la seguente: “Origi ha un contratto di 4 anni, CDK di 5 anni, bisogna aspettarli”. Ok aspettarli ma fino a quando? E comunque il nodo, per il momento, non è tanto Origi e CDK che hanno reso zero quanto la mancata sostituzione di chi è partito a fine campionato scorso. E cioè Kessiè e Romagnoli, dopo Donnarumma e Calhanoglu. Su 4 ne hanno sostituito uno solo. Se capisco la chiosa a proposito della politica sui rinnovi (“se uno non vuole rimanere…”), non capisco il resto. Bisognava andare sul mercato avendo saputo in anticipo la scelta dell’agente di Kessiè e provvedere. Così come resta inspiegabile il mistero del mercato dove il primo obiettivo era Botman, poi è diventato CDK, prima un difensore centrale forte di testa (serviva come il pane), poi un 3/4ista avendo già in casa Diaz e il mistero Adli. Su questi punti si chiedono chiarimenti e risposte adeguate.
Impegno. Presente tutti i giorni a Milanello con Massara, Maldini ha assicurato che l’impegno durante gli allenamenti non è mai mancato. E bisogna credergli. A questo punto allora bisogna cercare altrove le cause di questo improvviso cedimento strutturale della squadra. E qui entra in discussione il tema degli infortuni e della preparazione. Diciamoci la verità: sta pesando in modo straordinario, su tutte le altre assenze, quella di Maignan. Non sappiamo ancora quando rientrerà. Non vogliono dare una data per evitare un altro smacco pubblico. E comunque andare a spendere spiccioli per Vasquez non è sembrata una genialata! Piuttosto c’è chi racconta che il famoso supervisore della preparazione arrivato a Milanello non ha accesso ai dati raccolti e quindi può giudicare solo dall’esterno. Forse bisognerebbe intervenire su questo aspetto.
Zaniolo. Sul mercato (Zaniolo) infine Paolo Maldini è stato chiarissimo: faremo ciò che ci consente il nostro modello di calcio sostenibile. Giustissimo. Perché poi i conti non tornano più. E comunque non è con Zaniolo che si aggiusta la baracca. Di sicuro meglio di Messias sarà! O no?