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San Siro-Dacia Arena: due pesi e due misure sui rigori. Nel dubbio, al Milan no. Calendario: uno stimolo a non sbagliare. Cessione a Investcorp: l'atto di responsabilità di Elliott a tutela del Milan

di Pietro Mazzara

Inizia una nuova settimana nella lotta scudetto tra Milan e Inter, con la formazione di Stefano Pioli che è riuscita a togliersi di dosso una sorta di tabù, ovvero quello di San Siro pieno. Il gol di Rafael Leao è la giusta sublimazione di una partita condotta bene dalla squadra rossonera, che ha avuto almeno 5 palle gol nitide e per poco non capitolava se non fosse stato per quel mostro tra i pali di Mike Maignan, clamoroso con la parata su Cabral che ha preceduto di pochi minuti l’esplosione dello stadio per il timbro numero 10 di Leao in campionato. Comunque anche ieri, altra situazioni discutibili sulle decisioni arbitrali perché la Fiorentina avrebbe potuto giocare in 10 per la potenziale espulsione di Maleh (ammonito a inizio gara e poi libero di menare senza conseguenze) e per il mancato rigore sempre su Leao. Mentre a Udine veniva decretato un penalty assai dubbio a favore dell’Inter che con quel gol di Lautaro ha messo lo scalino decisivo tra sé e l’Udinese. Va bene, segniamo anche questa nel listone delle situazioni poco chiare. La lotta scudetto è fatta di equilibri sottili, di schieramenti compatti e lupi solitari, con l’ambiente milanista che si sta stringendo sempre di più attorno a squadra e allenatore. La Curva Sud di ieri è stata qualcosa di clamoroso, con cori che si sono sentiti fino a Piazzale Lotto per la potenza e il trasporto con i quali sono stati intonati. Il gol di Leao, arrivato su errore di Terracciano, ha fatto detonare uno stadio che non aspettava altro da inizio partita (piccolo retroscena: il buon Manuel Del Vecchio ha martoriato la mia spalla sinistra dopo il gol di Rafa).

Ovviamente il calendario del Milan, sulla carta, è più duro rispetto a quello dell’Inter ma qui viene il grande paradosso: questa squadra rende al massimo quando ha davanti avversari motivati e in lotta per qualcosa piuttosto che nelle partite “facili”. In più, giocare contro chi ha motivazioni di classifica, ti porta a dover diminuire ulteriormente la tua percentuale di errori, sia dal punto di vista mentale sia tecnico. Inutile nasconderselo, saranno delle guerre di nervi clamorose le prossime tre partite, con Pioli e i suoi ragazzi chiamati a 270 minuti a tuono per riuscire in qualcosa di impensabile, anche se lo storico della classifica degli ultimi due anni ci dice che il Milan non è mai sceso sotto il secondo posto. Niente è per caso, anche a fronte di alcuni ruoli che necessiteranno di interventi strutturali massicci sul mercato estivo a prescindere dallo scudetto.

Capitolo cessione a Investcorp. Trovano conferme le indiscrezioni secondo le quali il fondo Elliott stia monitorando con attenzione le manovre del fondo del Bahrain che vuole prendere il club per 1.18 miliardi di euro. I manager di Elliott, infatti, vogliono scongiurare il fatto che il Milan possa essere gravato nei discorsi di leve finanziarie che Investcorp dovrà/potrà effettuare. In poche parole, non dovrà essere minato – in alcun modo – l’equilibrio finanziario raggiunto del club per debiti potenziali da parte della proprietà. Un atto di responsabilità importantissimo di Elliott verso Il Milan. Il signing dovrebbe avvenire nel corso di questa settimana, non appena tutte le carte saranno pronte. Di sicuro c’è che, adesso, il futuro della proprietà passa in secondo piano. Testa a Verona dove si annuncia un altro esodo di milanisti in uno stadio sempre caldo. Ma adesso è vietato aver paura.


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