Rinnovi e ricatti: Maldini non mollare! Kessie ci metta la faccia (e la firma). In Champions girone da storia. L’Uefa cambia slogan: “Il calcio è dei ricchi”
Rinnovi e ricatti: Maldini non mollare! Kessie ci metta la faccia (e la firma). In Champions girone da storia. L’Uefa cambia slogan: “Il calcio è dei ricchi”
Decisamente, di mercato ne so meno di tutti. Per mia scelta non è mai stata una specialità, tutt’altro, ma adesso mi inchino a colleghi che lo fanno seriamente, ma anche a blogger, influencer, tastieristi, bene informati e amici degli amici che invece lo fanno per hobby o per likes. Nel silenzio tombale di Maldini e Massara, procuratori e dirigenti di altri club provvedono ad accostare al Milan decine di nomi da 3 mesi: al momento, gli unici nuovi acquisti sono Maignan e Tourè dei quali non si era mai sentita menzione.
Il mercato entra in dirittura d’arrivo: nei giorni scorsi ho mandato un sms a Stefano Pioli, complimentandomi per Genova e augurandogli che la società (non ho dubbi) gli completi il mosaico. La soddisfazione per la vittoria sulla Samp è stata doppia: 3 punti per cominciare e poi l’aver ritrovato subito quello spirito di squadra, tosto e affidabile, cui l’allenatore ci ha abituati da ormai quasi 2 anni. Confesso però che a fine partita c’era in me anche un po’ di rabbia: credo che per tecnica e per gioco espresso, nella prima mezz’ora i rossoneri dovessero capire che il risultato andava messo in cassaforte, la mancanza di killer instinct resta un nostro difetto. Sopportabile.
In attesa del 31 agosto per dare un voto al mercato, prosegue e proseguirà il tormentone ossessivo dei rinnovi: oggi Kessie (soprattutto) e Romagnoli, domani Theo. Avremo tempo, ma intanto due riflessioni vale la pena farle. Anzitutto, la moda di arrivare a fine contratto per mettere il club spalle al muro, non è esclusiva del Milan: riguarda Mbappè, Insigne, Dybala, molti altri e (vedrete) si amplierà a macchia. Quando però la trattativa è preceduta da sviolinate d’amore e giuramenti di fedeltà come ha fatto Frank Kessie in piena Olimpiade, la firma deve seguire quasi di default. Che volesse 7 milioni e non 6 era storia nota e lo scrissi a luglio. Che ne prenda attualmente 2,5 è altrettanto acclarato. Il Milan offre un contratto a crescere da quasi 30 milioni netti in 4 anni. I club inglesi sono in fila non per fare asta, ma per ingolosire il giocatore. Sicché dipende da lui mantenere la parola o emulare il turco: questione di onore e di amor proprio. Io tifoso spero nell’accordo, ma senza smettere di sostenere strenuamente la filosofia attuale del club rossonero. C’è una bella differenza fra una trattativa e un ricatto, cui sembrano sempre più assomigliare queste tiritere dei rinnovi.
Sì perché vedete, ad oggi io Milan è l’unico in Europa ad aver barattato una partecipazione in Europa League per sistemare la questione FairPlay, peraltro causa bilanci di gestioni precedenti a quella di Elliott. PSG, le inglesi, il Real Madrid continuano a picconare quell’estrosa moralità europea che oggi l’Uefa (in attesa della versione definitiva della SuperLeague) ha ribattezzato con lo slogan: “Il calcio è dei ricchi”. Del resto, in Italia noi ci arrangiamo tra aumenti di capitale, plusvalenze dysneiane e stupendi non pagati.
Non mi spaventa il girone di Champions con Liverpool, Porto e Atletico Madrid: avevo voglia della grande Europa, andiamo a giocarcela tra 4 club che in questa competizione hanno scritto pagine di storia. Questa è la nostra casa: più gli ospiti sono prestigiosi, più dobbiamo sentirci onorati.