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Rigori: distruggono il fegato, ma non decidono niente. Ibrahimovic: preferite processarlo all'Aia o a Norimberga? E adesso il "caso" Hauge: non sanno più cosa inventarsi...

di Luca Serafini

Su Twitter, Andrea Lorenzon è molto attivo. Lunedì scorso ha pubblicato un'analisi sui rigori concessi al Milan in questo campionato (senza contare i 12 con il Rio Ave in Europa League e i 5 contro il Torino in Coppa Italia... né quelli sbagliati). Ne ha evinto che i rossoneri hanno sbloccato le partite dal dischetto soltanto 4 volte. Esattamente come... l'Inter. I rigori trasformati che hanno avuto un peso determinante sull'esito finale della partita, invece, sono stati solo 3 contro Sampdoria, Lazio e Bologna. In tutti gli altri casi le gare sono finite con almeno 2 gol di scarto e con risultato già sbloccato su azione. Quindi? Quindi adesso i sondaggi di RaiSport, SportMediaset e i tormenti dei Paolo Bonolis e dei Luca Bottura di turno, non vertono più sulla fortuna, sul caso, sui meriti o sugli striscianti favoritismi (perché è li poi dove cercano di andare a parare...), ma sulla domanda: "Se li danno a loro, perché non li danno anche agli agli altri?" Lasciamo che si corrodano il fegato alla ricerca della risposta. Se vogliono però possiamo cominciare a proporre altri scambi: abbiamo infatti in dotazione una dozzina di infortunati (Covid, traumi, muscolari) dei quali due terzi lungodegenti, una quindicina di pali, una trentina di ammonizioni e una decina di espulsioni. Ne volete anche voi?

A proposito di "perché a loro sì e a noi no?". Il Presidente federale Gravina è sobbalzato sulla sedia quando ha capito che le squalifiche a Lukaku (1 giornata) e Ibrahimovic (pure) non sono state comminate affatto per la rissa nel derby di Coppa Italia, ma perché uno era in diffida e l'altro è stato espulso per un fallo di gioco. Nulla ha mai tormentato Gravina come questo scandalo, tanto da aprire un fascicolo della Procura in barba ai regolamenti che prevedono l'acquisizione delle prove tv entro le 12 ore successive al fischio finale della partita, e altri cavilli accessori. Chissà come mai Gravina rimane indifferente rispetto a fantasiose plusvalenze, bilanci per aria, esami di italiano truccati e altri cavilli accessori. Già: chissà come mai. Nel frattempo i bene informati hanno già stralciato la posizione dell'agnello interista e stanno scommettendo sulla sede del processo a Ibrahimovic: favoritissime L'Aia e Norimberga, in rialzo le quotazioni di un tribunale americano in modo che dopo la sentenza di condanna Ibra sia già nei paraggi di Guantanamo e Alcatraz. 

In attesa del verdetto della corte marziale, per toppare il prossimo buco mediatico si sono inventati il "malumore dei tifosi rossoneri sui social" (quattro gatti su Twitter) per l'esclusione di Hauge dalle liste Uefa per l'Europa League che ricomincia. Facilmente spiegabile dal punto di vista dell'organico (con il recupero di Rebic e Ibra e l'arrivo di Mandzukic, l'attacco è coperto), il depennamento del norvegese - che Gazzetta.it ha bollato come "sedotto e abbandonato" - gli era stato comunicato da tempo, con ovvia delusione del giocatore che ha però accettato e compreso la scelta. Il Milan ha fatto rapidamente sapere di aver respinto le richieste di prestito da parte di alcuni club stranieri, nel frattempo, con il valore del cartellino che è salito dai 5 milioni pagati dai rossoneri a una valutazione attuale intorno ai 10-12. In 4 mesi. Un bel caso, il "caso Hauge", non credete?

Perché invece i club non si decidono, una volta per tutte, a chiedere all'Uefa di poter iscrivere alle sue competizioni tutti i loro tesserati? Qual è il principio, miope e anacronistico, per cui devono esistere certi paletti assurdi ancora nel 2021? Sarebbero queste, le battaglie da fare, ma sono tutti troppo impegnati a contare i rigori...


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