Povero diavolo, che brutta fine che stai facendo. E ora anche l'Anderlecht può fare paura...
Povero Milan, povero Diavolo. Avevamo pronosticato una stagione difficile dopo gli addii di Ibra, Thiago Silva e di tanti pezzi importanti della Vecchia Guardia. Ma i tre punti conquistati tra Sampdoria, Bologna e Atalanta e, soprattutto, le due sconfitte interne contro blucerchiati e orobici sono un campanello d'allarme spaventoso.
Per il Milan doveva essere "l'anno zero", rischia invece di essere davvero una stagione di patemi e di difficoltà dove a pagare per primo potrebbe essere l'allenatore. Allegri è già in bilico da settimane e quando tira una certa aria, difficilmente si riesce a cambiare rotta. Il destino del tecnico sembra segnato. E' certamente prematuro oggi parlare di un esonero e della chiacchierata promozione di Pippo Inzaghi in prima squadra, ma se il trend dovesse essere questo anche nelle prossime partite, il cambio in panchina diventerebbe inevitabile.
Da martedì poi si tornerà ad ascoltare la musichetta della Champions. L'Anderlecht è un avversario alla portata del Milan, anche di questo Milan deludente. Vero che la squadra belga è nelle parti alti della classifica e che sono reduci dalla vittoria nel proprio campionato, vero anche che si tratta di una delle squadre più blasonate del Vecchio Continente, ma è chiaro che se Ambrosini e compagni vogliono proseguire il loro cammino in Champions, devono ritrovare fin da subito l'appuntamento con i tre punti a San Siro.
C'è un altro dato che non fa ben sperare i tifosi rossoneri. Il Milan sotto la gestione Allegri nella massima competizione europea ha una media preoccupante: nelle ultime due stagioni, sono state collezionate solo cinque vittorie, sette pareggi e ben sei sconfitte. Il ruolino di marcia in quella che era la "casa dei rossoneri" non fa certo dormire sonni tranquilli. Quella di martedì è una partita da non sbagliare per tanti motivi. Per il morale, per dire che questo Milan ha ancora voglia di vincere. E per salvare la panchina del proprio allenatore. twitter @stepeduzzi