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Perché mi è piaciuto il Milan tedesco. Attento Fonseca: non “stressare” i soliti 13. Colpevole ritardo nelle indagini sulle curve

di Franco Ordine

Il Milan di Leverkusen è piaciuto. È piaciuto soprattutto nella seconda parte, è piaciuto quando è andato sotto (gol subito con qualche tenerezza di troppo nelle marcature di Tomori e soci), è piaciuto quando è entrato Morata che ha dato una sberla di adrenalina a tutto il gruppo, è piaciuto quando ho visto per la prima volta Xavi Alonso dimenarsi dinanzi alla propria panchina come morso da un serpente perché vedeva la sua squadra dominata dal Milan. C’è ancora da migliorare, è vero, e sul punto voglio fare un paio di considerazioni. A cominciare dal capitolo dedicato a Reijnders. Il suo rendimento non è mai sotto il 6, il 6.5, ma deve diventare più preciso e spietato quando si trova davanti alla porta. A Parma schiantò una traversa, a Leverkusen ha sbavato subito una palletta strepitosa che poteva diventare occasione da gol e poi davanti alla porta nella ripresa ha mancato l’1 a 1 facile facile. Deve migliorare anche Fonseca nel gestire le energie dell’intera rosa. Continua a ignorare Pavlovic e alla prima occasione gli chiederò conto di questa esclusione che secondo me ha una ragione tattica (lo ha visto impacciato nel muovere la palla da dietro contro la Lazio). Il tecnico continua a utilizzare soltanto nel finale alcuni esponenti della panchina che invece possono e devono essere coinvolti durante le partite, a cominciare da Chukwueze e Okafor altrimenti non arriverà a Natale se continua a stressare i soli 12-13.

Come vedete non mi soffermo nemmeno per un istante sul rigore reclamato da Fonseca alla fine perché è un fallo che si può dare o ignorare senza procurare scandalo e perché non c’entra niente con la storia della partita. Così come non c’entra niente con il ruolo politico (non c’è più) del Milan. Chi ne parla non conosce la realtà. Qui si tratta di un arbitro svizzero, scarso di suo, che ha commesso l’errore più grossolano durante il primo tempo quando ha notato che è stato commesso un fallo su Theo per impedirgli di ripartire e invece di intervenire con un cartellino giallo ha liquidato la vicenda con una ramanzina pubblica. Se il Milan, questo Milan, continua così può solo trovare altri sbocchi quando Leao sarà al livello degli altri, Abraham migliorerà il tiro e Loftus Cheek diventerà più utile al centrocampo. Noto infine che c’è una sorta di accanimento nei confronti di Emerson Royal che pure non è Cafù ma nemmeno quel brocco che viene descritto da alcuni i quali vorrebbero riportare indietro Kalulu dalla Juventus. Segnalo, in tal senso, che il contributo di Kalulu nella Champions precedente non è mai stato memorabile. Piuttosto è l’affare che non doveva essere concluso come suggerito dal manuale classico del calcio-mercato: MAI RISOLVERE UN PROBLEMA A UNA RIVALE!

Vorrei chiudere con la nota vicenda della inchiesta penale sulle curve di Milano per affermare, avendo piena conoscenza della documentazione fin qui resa pubblica, che non si possono fare discorsi tipo “SONO TUTTI COSI’”. No. C’è livello e livello di criminalità organizzata, ci sono due morti di mezzo, c’è un colpevole ritardo nell’affrontare la questione oltre che una sottovalutazione del fenomeno da parte della procura milanese come ha denunciato il procuratore capo di Napoli Gratteri. E ci sono “contatti” tra tesserati e curvaioli che non si possono definire normali. Anche qualche santuario del tifo milanista è stato sfiorato. Ci sono infine responsabilità dei media in proposito: chi ha dato notorietà ai comunicati delle curve considerandoli protagonisti attivi del calcio giocato deve probabilmente riflettere.


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