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Perché Gerry Cardinale ha cambiato tutto? Troppi “Lobster Radical”. Su Silvio Berlusconi un grave errore

di Carlo Pellegatti

Gerry Cardinale ha sbagliato tutto e sta sbagliando. A livello di gestione sportiva e di comunicazione. Aveva comprato un Milan forte e organizzato, con la   giusta alchimia in tutti i settori. Lo ha cancellato, senza ora rimediare agli errori, anche se i risultati sportivi latitano.  

Ricordo quando il Fondo Elliott è diventato proprietario del Club. I soloni, quelli che sanno sempre tutto e azzeccano poco, prevedono la catastrofe. “Pensano solo ai soldi. Dei risultati sportivi non interessa nulla. Venderanno i giocatori più forti". Non è accaduto nulla di tutto questo. Anzi il fondo dei Singer ha portato il bilancio in attivo, uno splendido lavoro abbinato alla indimenticabile conquista dello Scudetto numero 19. Un capolavoro!! Anche se rimarrà indimenticabile soprattutto un altro aspetto. Il ritorno del popolo rossonero a quell’entusiasmo, a quell’affetto, a quella sintonia con la squadra che non ricordavamo da tanti, troppi anni. Il Milan insomma era diventato l’esempio virtuoso da seguire. Sì, proprio grazie a un fondo!

A Londra, voglio ricordarlo, Gordon Singer era il punto di riferimento del nuovo Milan. Diventato presto anche un “vecchio cuore”. Molti escludevano che avrebbe potuto essere così coinvolto dall’ambiente rossonero all’inizio della sua avventura. Giorgio Furlani era un attento e severo responsabile della parte amministrativa, ma con una vena rossonera sempre nel cuore. È lui che firmava, è lui che bocciava. Grande protagonista in prima persona della chiusura della logorante questione legata al contenzioso tra Leao, Lille e Sporting Lisbona.

A Casa Milan, Ivan Gazidis, una eccellenza nel suo lavoro, per attenzione, dedizione e esperienza, teneva i rapporti tra Londra e Milano, mediando, cucendo, superando ogni naturale ostacolo sempre per il bene del Club. Paolo Maldini e Ricky Massara si occupavano della parte sportiva in ogni sfaccettatura, garantendo la crescita della rosa, uno con la storia e l’attaccamento al Club della vita, l’altro grazie alla sua esperienza internazionale del mercato. Certo, con qualche errore di valutazione che nel calcio è sempre possibile. Ogni tanto qualcuno insinua che Maldini fosse una figura troppo  ingombrante. Come se la storia non avesse raccontato di personalità forti, a volte scomode, ma fondamentali per le fortune di coloro che gli stavano intorno. In questi casi, pare sufficiente un franco, duro confronto ma sempre con il Milan al vertice di ogni considerazione, per risolvere anche il problema più urfido. 

Con Geoffrey Moncada e i suoi collaboratori, eccellenza europea nel suo campo a capo dello scouting. A Milanello infine Stefano Pioli, allenatore che coltivava buoni rapporti con i dirigenti di Casa Milan. Insomma, come detto, un'alchimia perfetta, un team vincente che doveva solo proseguire nel suo proficuo lavoro. C’era solo da sostituire la figura di Ivan Gazidis, anche se non era un compito facile.

Invece ecco la rivoluzione, anche se al Milan piace chiamarla “Evoluzione”. Non so per quale motivo Gerry Cardinale non abbia continuato sulla linea precedente, se sia stato di sua iniziativa o abbia ricevuto consigli, evidentemente sbagliati . Ha forse peccato di “Hybris", "orgoglio, tracotanza”, sentimento sempre inviso agli dei!

Il paradosso è incredibile. Il Milan è guidato da una proprietà che sta continuando sulla linea virtuosa a livello di finanza e di economia, con un ulteriore  straordinario miglioramento dei conti. Insomma dovrebbe avere il plauso generale. È invece riuscita a diventare una delle proprietà dal più basso consenso della storia.

Tante le ragioni. Aspetto fondamentale è non essere riuscito a conciliare, come accaduto nel passato con il fondo Elliott, il bilancio in attivo con i risultati in passivo. Forse per una organizzazione interna che presenta lacune.

Rimanendo nella sfera della comunicazione, anche nelle sue ultime esternazioni non sfugge la totale freddezza e la  grande lontananza dalla gente rossonera, sua e dei suoi collaboratori. Quando parlano dei tifosi, non nelle dichiarazioni di facciata, ma in quelle vere nei pubblici dibattiti, emerge sempre un atteggiamento da “Lobster Radical”, per usare una parola cara agli anglosassoni. “I tifosi pensano solo a vincere, con loro non ci voglio più parlare“,  così era stato tradotto, qualche mese fa, un pensiero di Cardinale. “I tifosi non sono convinti di quanto sia importante creare valore in 5/10 anni invece di cercare di vincere subito lo Scudetto", afferma un membro del suo CDA.

L’impressione è sempre la stessa. Quella che il tifoso sia sempre da considerare un “Minus Quam“, una figura da posporre all’investitore. Forse perché non sa che cosa significhi “earn out”, anche se magari sa tradurre una versione di Isocrate o abbia studiato “Il Principe” di Niccolò Macchiavelli. Non esistono solo quelli laureati a Stanford.

Veniamo a un altro punto che sta a cuore a tanti tifosi rossoneri. Silvio Berlusconi, secondo Cardinale, “ha 'comprato' i campionati, cioè ha acquistato i giocatori migliori del mondo senza badare a spese". Così leggo nella traduzione. Derubricare i suoi successi solo al potere economico è un errore grave, quasi offensivo. Berlusconi è stato un precursore per idee, visioni, iniziative, cura dei dettagli e dei particolari grazie a una comunicazione perfetta, un rapporto sempre massimamente rispettoso con i media e verso i tifosi. Il Presidente consultava, a volte, i giornalisti che più conosceva quando si trattava di prendere scelte importanti, anche se poi la decisione spettava sempre e solo a lui. 

Silvio Berlusconi ha partecipato in tante occasioni alle riunioni dei Milan Club, affidando addirittura l’ordine pubblico, nei giorni di un ritiro a Milanello, ai Ragazzi della Curva, difesi una volta a Gion quando si mise tra loro e la polizia spagnola. Molti non conoscono un episodio. A Barcellona chiese al suo cuoco e amico Michele Persechini di uscire dall’albergo per regalare sedici biglietti avanzati ai tifosi che non erano in possesso di tagliandi per vedere la finale del 1989. Soprattutto il Presidente più titolato al mondo era sempre animato, in ogni sua iniziativa, da un profondo amore verso il suo "caro, vecchio, decrepito Milan!".

Io non so se interessi all’attuale proprietà avere il consenso del popolo rossonero e voglia continuare a ignorare i cori di contestazione che tutto il mondo ascolta durante le partite del Milan. Dispiace, ripeto, questa frattura, perché il Milan continua a crescere nei suoi conti. Potrebbe, dicono, arrivare a 5 miliardi di valore. Ma Cardinale se ne faccia una ragione: il popolo milanista guarda certo al bilancio positivo ma, come tutti i tifosi EUROPEI di tutti gli sport, guarda soprattutto ad altri numeri. Quelli dei gol realizzati e subiti, i punti in classifica, le vittorie, i pareggi e le sconfitte. Ad un blasone che sembrava tornare a splendere e ora è tornato pallido.

Un consiglio, infine, a Gerry Cardinale. Se gli interessa guadagnare qualche punto agli occhi dei milanisti passi qualche ora in mezzo ai tifosi dei Club, parli con loro, assapori la loro dedizione, la loro voglia di Milan. Conoscerà un mondo nuovo. Un mondo che magari non sa che cosa significhi “equity”, ma conosce due bellissime parole, più calde di ogni numero: PASSIONE E AMORE. Verso il nostro Milan!!! Buon Natale a tutti!


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