Per 4 anni lo scudetto è stato conseguenza di Calciopoli. Chiusa la parentesi, ecco Juventus e Milan. Roma, giù le mani da Lamela...
Non condivido nulla del tiro al piccione e dello scarico di responsabilità sul buon Leonardo Bonucci. Bene ha fatto il suo allenatore, nel post-partita di Napoli, a difenderlo. Ma non può tutto un popolo, per di più vasto come quello bianconero, individuare in un bersaglio facile il capro espiatorio di tutto. Ormai i difensori centrali, sono come i portieri. Sono indifesi, quando sbagliano loro crolla il mondo. Di recente in una trasmissione tv mi è capitato di leggere la mail di un tifoso del Milan sui "disastri" di Nesta in questa stagione rossonera. Disastri? Nesta ha avuto 20 minuti di difficoltà contro fior di attaccanti come Klose e Cissè il 9 Settembre, problemi peraltro non suoi ma dovuti a meccanismi sulla fascia difensiva sinistra del Milan da cui, per intese ancora da perfezionare, partivano cross che non dovevano partire, Nesta non ha fatto alcun disastro e dopo Milan-Lazio, ha fatto solo grandi partite, così come un progetto ambizioso come quello della Juventus di quest'anno non può trincerarsi dietro qualche balbettio, che ci sta, del buon Bonucci. La demagogia e il qualunquismo devono togliere le loro unghie dai difensori centrali.
Contro la Juventus, il Napoli ha iniziato la ripresa stanco. Molto stanco. Comprensibilmente stanco. Ma stanco che più stanco non si può. Barcolla, prende l'1-2, rischia il 2-2, trova per un miracolo tecnico il 3-1 e non si copre. Mazzarri, ipnotizzato dai due gol di testa su palla inattiva di Monaco, mette Fernandez e Santana. Ovvero non cambia l'assetto della squadra e peggiora dietro, con Fernandez che non è mai sul livello di Aronica. Sul 3-1, ma in qualche modo lo ha capito visto l'atteggiamento stranamente disponibile e sorridente del post-gara, era forse sufficiente imbullonare il centrocampo con Dzemaili al posto di Pandev. Difficilmente, con quattro centrocampisti, uno dei quali fresco, la Juventus sarebbe passata due volte.
Il presidente dell'Inter Moratti continua a parlare come se il procuratore federale Palazzi non esistesse, come se non contasse nulla e come se non avesse scritto nulla quest'estate. e invece no. Il procuratore federale Palazzi, ancora perfettamente in carica e ancora pienamente nelle sue funzioni, ha scritto quest'estate che l'Inter doveva essere deferita e processata nell'estate 2006. E, aggiungiamo noi, penalizzata. Perchè questo non lo può sancire il dottor Palazzi, ma chi sa di giustizia sportiva è perfettamente conscio che non si torna indietro, senza penalizzazione, da un deferimento per articolo 1 e 6 al livello del proprietario del Club e del presidente del Club. Continuare quindi a fare l'offeso nei confronti di Della Valle e Galliani e il riluttante nei confronti del presidente del Coni Petrucci in relazione al tavolo della pace, proroga un arroccamento e una mancanza di rispetto senza precedenti nei confronti delle istituzioni sportive italiane. Le telefonate Inter non penalmente rilevanti, ma molto rilevanti per la giustizia sportiva come ha sancito quest'estate il procuratore federale Palazzi, inviate dal procuratore capo di Napoli dottor Lepore a Guido Rossi e Francesco Saverio Borrelli nell'estate del 2006 e tenute bloccate, ferme, chiuse nel cassetto, hanno cambiato la storia del calcio italiano. Grazie all'oscuramento in sede sportiva di quelle telefonate l'Inter ha fatto le spille, ha fatto il mercato, non ha fatto i processi e ha accumulato quel vantaggio che le ha consentito di vincere quattro scudetti. Le telefonate tenute in apnea nell'estate del 2006 e oggetto delle 27 pagine di requisitoria, e di deferimento se non ci fosse stata la prescrizione, scritte dal dottor Palazzi quest'estate, hanno cambiato la storia del calcio italiano. Fossero state agli atti, con l'Inter conseguentemente a processo, le stagioni 2006-7, 2007-8, 2008-9 e 2009-10 avrebbero avuto tutto un altro seguito. Non a caso Fabio Capello, che ben conosce quegli anni e l'intero calcio italiano, ha identificato nello scudetto vinto dal Milan, e non è questo il punto, avrebbe detto la stessa cosa chiunque l'avrebbe vinto eccetto l'inter, come il primo vero Scudetto dopo Calciopoli, perchè per quattro anni lo Scudetto è stato una conseguenza dell'estate di Calciopoli, avendolo vinto sempre e comunque l'unica squadra premiata, e il dottor Palazzi ci ha spiegato che non doveva andare così, dalla stessa estate di Calciopoli.
Chiusa la parentesi, adesso sono in vetta Juventus e Milan. La Juventus la squadra italiana più titolata in Italia, il Milan la squadra italiana più titolata sulla scena internazionale. E tutto questo oro i due Club storici del calcio italiano, le uniche grandi società italiane ottocentesche, lo possono ostentare nonostante abbiano dovuto affrontare periodi molto dolorosi nella propria storia. La Juventus massacrata da Calciopoli e retrocessa, il Milan salvato da Silvio Berlusconi dopo due retrocessioni. Nessuna vergogna, nello Quelle di chi cade ma si rialza sono storie vere, esempi non solo di sport ma di vita vissuta, non sono storie di plastica. E questo rende ancora più onore al Milan che ha fatto 8 Finali di Coppa dei Campioni negli ultimi 22 anni e alla Juventus che nella sua storia di Finali di Coppa dei Campioni ne ha fatte 6. E anche qui Juventus e Milan sono ai primi posti. Adesso si confrontano in questo Campionato. I tifosi milanisti non sottovalutino mai la Juventus: ha cuore, ha risorse, ha gambe, ha fame, rabbia sportiva, determinazione. Si può avere qualche dubbio sulla componente tecnica che serve per sfangare le partite in cui fatalmente si corre meno, ma non si può avere tutto dalla vita. E i tifosi juventini non pensino che il Milan si pavoneggi. Non è vero, il Milan che pressa con tutti i suoi giocatori sul 4-0 in casa con il Chievo, ha dato una risposta chiara a tutti quelli che a Firenze invece di criticare l'arbitro hanno scelto ancora una volta (dell'arbitro si parla e si scrive solo quando l'errore è a favore del Milan), la strada della reprimenda nei confronti della squadra di Allegri. Stiano attente, Juventus e Milan. Sono sotto gli occhi di tutti. Adesso che la storia ha finalmente ripreso il suo corso, diano il buon esempio e vivano un duello sereno, positivo. Senza esclusione di colpi sul campo e senza colpi bassi fuori. Le due grandi tradizionali del calcio italiano, chiunque vinca lo Scudetto fra le due, hanno fra le mani una carta storica da giocare. Molto più importante del titolo 2011-12, la carta di un duello di alto profilo e leale fra regine del calcio italiano sotto gli occhi del calcio italiano.
La Roma di Udine è stata agghiacciante, poche ore dopo il mio elogio, convinto e sperticato, e che resta tale, non lo rinnego, proprio da queste colonne, Molle nella fase offensiva, tendente al buco dietro dove Kjaer è un giocatore che sta costando troppo caro alla squadra giallorossa. Non per i soldi del cartellino, ma per i punti che lascia sul campo. Alle sue latitanze e alle sue amnesie, la Roma deve la sconfitta in un derby che avrebbe probabilmente vinto e la sconfitta di Udine dove male che andasse ne sarebbe venuto fuori un pareggio. Aggiungete i tre punti di Kjaer alla classifica attuale della Roma e oltre alla bella filosofia con cui è stata costruita questa nuova avventura giallorossa, avrete anche i numeri. A proposito, Osvaldo, forse ancora innervosito dal gol meraviglioso annullatogli contro il Lecce, ha sbagliato con Lamela. Il giovane argentino è il futuro della Roma, è un ragazzo intelligente, una promessa con tutti i carati al posto giusto. Non è con queste scene da far west che si stimola un ragazzo di enorme talento. Lamela è cachemire allo stato puro, può diventare più forte di Pastore. Nelle mani di Luis Enrique è nelle mani giuste, in quelle di Osvaldo e alla Osvaldo no. Bene ha fatto la punta a riparare il gesto di Udine almeno con una cena per tutti e con tutti. Anche questi episodi dimostrano la sostanziale bontà del progetto Roma. Un progetto che ha un respiro e una gittata che vanno ben oltre questa stagione.