Partita importantissima per un grande Milan. Il caso Kessie...
Altra domenica di fuoco, contro l'Atalanta stasera gara di estrema importanza per classifica e rapporti di forza al vertice. Un successo lancerebbe ulteriormente il Milan e le sue ambizioni scudetto. Prima di una sosta che sarà provvidenziale per recuperare energie e soprattutto giocatori: alla ripresa per mister Pioli sarà fondamentale poter contare finalmente su alternative che fin qui sono quasi sempre mancate. La squadra arriva all'appuntamento di oggi con l'amarezza del risultato con l'Atletico Madrid, ma anche con la consapevolezza di potersela giocare quest'anno contro chiunque. Sorge spontanea e inevitabile una riflessione sul caso Kessie, che in campo quest'anno è irriconoscibile. Agli atti un rigore sbagliato (può capitare), l'espulsione in Champions League (eccessiva, ma lui ingenuo e superficiale) e soprattutto prestazioni decisamente deludenti. L'ivoriano dà l'idea di essere quasi un corpo estraneo in campo, di non voler prendersi responsabilità, di vivacchiare.
Che cosa succede? La questione atletica col passare delle settimane perde sempre più peso, a differenza dell'aspetto mentale. Sembra effettivamente un problema di testa (che probabilmente incide anche sulle gambe), riconducibile per forza di cose alla questione contratto. Kessie non è sereno, ma chi è causa del suo mal pianga sè stesso. Il problema è che a rimetterci maggiormente però è proprio il Milan, che non solo non può contare su prestazioni 'presidenziali' come la scorsa stagione, ma è anche costretto a leccarsi le ferite: l'espulsione rimediata martedì, parliamoci chiaro, rischia di costare il passaggio del turno in Champions League e questo sarebbe un danno clamoroso. Viene da chiedersi cosa sarebbe la squadra fenomenale di oggi con anche il Kessie fenomenale della scorsa stagione. Siamo soltanto all'inizio e l'ivoriano può ancora ritrovarsi. Ma la sensazione è che questo sarà molto complicato senza la firma sul rinnovo del contratto col Milan.
In tutto questo mister Pioli deve fare giustamente le sue valutazioni e non guardare in faccia nessuno, così come la dirigenza non può scartare a priori l'ipotesi di una cessione a gennaio di fronte al pagamento di un indennizzo. Insomma la situazione è molto complicata e di difficile gestione. Il giocatore ha il diritto di rifiutare la proposta dei rossoneri, ma il peccato originale è stata quella promessa fatta dall'Olimpiade: parole rilasciate in piena libertà, senza fucili puntati contro. Parole che probabilmente oggi risuonano nella mente del centrocampista e provocano un grande senso di imbarazzo.