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Parte la missione Tevez: ecco la nuova strategia rossonera. Nocegol sempre più indispensabile. Chiariamo la situazione di Inzaghi

di Pietro Mazzara

Il Milan ha chiuso il 2011 casalingo, in campionato, senza sconfitte a coronamento di un cammino, tra le mura amiche, sempre costante che ha visto raramente i rossoneri concedere punti agli avversari che si sono presentati sul prato di San Siro a contendere la vittoria ai campioni d’Italia. Domani sera, contro il Cagliari, la squadra di Massimiliano Allegri dovrà cercare di puntare ai tre punti per raggiungere quel mini-obiettivo che proprio il suo allenatore, dopo Bologna, ha fissato per mettere ancora pressione alla Juventus che andrà a giocare sul difficile campo dell’Udinese che vorrà mantenere, a sua volta, l’imbattibilità casalinga in questo campionato. In Sardegna, laddove tutto ebbe inizio con il gol di Strasser, il Milan si presenta ancora in emergenza per la porta con Amelia, Abbiati e Roma alle prese con acciacchi vari e con il portiere romano che, ancora una volta, dovrà stringere i denti per difendere i pali. Abate e Antonini dovranno essere valutati nella rifinitura mentre, in mediana, c’è un punto fermo che, ormai, non è più una sorpresa ovvero Antonio Nocerino.

L’ex centrocampista del Palermo è diventato assolutamente fondamentale nel centrocampo rossonero con movimenti offensivi sempre puntuali e precisi oltre a una grande continuità in zona gol. Si perché il numero 22 è il secondo marcatore della stagione rossonera con sei gol ufficiali, tutti in campionato, dietro solo al re Zlatan e davanti a gente che, in teoria, dovrebbe fare gol di professione come Pato e Robinho. Galliani non perde occasione di gongolare quando parla del Noce, un acquisto che entra di diritto tra quelli più azzeccati e riusciti dall’amministratore delegato milanista che, sicuramente, lo riscatterà a fine stagione così come sarà esercitato, quasi in via automatica, il riscatto di Alberto Aquilani che, dopo aver preso il posto di Seedorf, contro il Siena ha cambiato le sorti del centrocampo dando velocità e precisione alla manovra. Una mediana tutta made in Italy che Prandelli tiene costantemente sotto controllo per la sua Italia europea.

Dopo la trasferta di Cagliari, Adriano Galliani è chiamato al summit londinese con il Manchester City per risolvere la questione inerente Carlos Tevez. Il giocatore vuole solo il Milan, il Milan vuole solo lui per il mercato di gennaio (verità o bufala? Noi non ci crediamo) ma l’ostacolo più grosso è quello posto dai Citizens che vogliono il cash subito e tutto balla su questioni prettamente di bilancio. Vi spiego perché: in caso di prestito oneroso, il Milan sarebbe costretto a versare una prima somma di denaro entro il 31 dicembre 2011 e, tale esborso, dovrebbe essere inserito nell’esercizio corrente mentre i rossoneri, sempre  molto attenti alle questioni economiche, hanno in mente un programma di ammortamento dell’operazione a partire dal prossimo bilancio (1 gennaio-31 dicembre 2012)  cosa che non accadrebbe se, invece, il City dovesse accettare la proposta di prestito gratuito già proposta (e rifiutata) dal Milan. Uno striscione della Curva apparso in Milan-Lecce del 28 agosto 2010, dopo l’arrivo di Ibra, recitava così: “Adriano in missione vuol dire campione”. Una constatazione oggettiva perché mai Galliani si è presentato a mani vuote quando si è mosso in trasferta in prima persona (Dinho e lo stesso Ibra lo testimoniano).

Il ritorno, sempre più presente, di Silvio Berlusconi all’interno della società. Il patron, che a breve potrebbe tornare presidente in maniera effettiva, ha subito dato mandato a Galliani di prendere Tevez a condizioni vantaggiose per il club e l’AD si è subito messo al lavoro mentre, dal punto di vista tattico, Allegri non ha ubbidito alla richiesta fattagli di vedere Pato prima punta mandando il Papero in panchina dimostrando di decidere sempre e comunque con la sua testa come sta facendo con Pippo Inzaghi.
Molti lettori ci chiedono come mai Superpippo non viene convocato dall’allenatore e la verità che mi è stata raccontata da Milanello è questa: Pippo fa fatica ad allenarsi con costanza e Allegri, non potendo contare su di lui, non lo convoca. A gennaio, forse, Inzaghi potrebbe andare via ponendo fine alla sua grande avventura in maglia milanista. Vedremo come andrà a finire.


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