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Ora Allegri ci metta del suo

di Luca Serafini

Ultime frenetiche ore di mercato, con i colpi di Bojan e De Jong. L'olandese è il frangiflutti che mancava. L'ex romanista tappa l'emergenza Pato-Robinho proponendosi come credibile alternativa: ha numeri, ha qualità, gli mancano maturazione e dunque continuità. Davanti alla difesa in effetti serviva altro: Ambrosini recupera ed è già una garanzia, Montolivo è lento, fuori ruolo, ma la squadra non lo ha aiutato al debutto. Nessuno si proponeva in profondità, nessuno si muoveva senza palla, nessuno si smarcava dettando il passaggio. Visto il debutto contro la Sampdoria a San Siro, dall'alto della tribuna stampa, le difficoltà dell'ex-viola sono parse di rapidità senz'altro, ma anche e soprattutto assenza di interlocutori. Una situazione già vissuta in rossonero dall'ultimo Pirlo.
La riflessione del tragico esordio in campionato è stata proprio legata alla disposizione della squadra in campo, avendo già discusso a lungo di un mercato che ha impoverito enormemente la squadra. Ora però il Milan è questo e con questo bisogna lavorare. I rossoneri avevano sulla carta l'impegno più agevole di tutti: affrontavano in casa la 5a classificata in serie B, pochissimo ritoccata. La Samp ha dimostrato sul campo di essere poca roba, non cercando mai di approfittare delle evidenti difficoltà degli avversari, trovando un golletto su corner (che errore Boateng nell'azione che lo ha generato!), finendo salvata da 2 pali. Bastava poco per strappare almeno il pari. Il Milan invece è riuscito a perdere, generando qualche riflessione anche sul sistema di gioco che non ha prodotto lo straccio di un tiro in porta nel 1. tempo. Al di là della caratura attuale dei rossoneri, senza Thiago Silva e Ibra e di nuovo senza Pato, senza Abate e Ambrosini, ci saremmo aspettati una squadra avvelenata, grintosa, determinata, capace di correre, pressare, ripartire, togliere il fiato a un avversario timidissimo, in soggezione, assolutamente rinunciatario. Invece, niente. Niente di niente. Una difesa con i movimenti "ad alga", come diceva il povero Franco Scoglio, in balia del mare. I terzini che hanno spinto secondo compitino, buttando in mezzo un paio di palloni come se in area ci fosse Danilo Gallinari. Un centrocampo molle, ciondolante, spaesato, senza inserimenti né cambi di ritmo. Un attacco leggero, un po' supponente, sterile, anonimo.
Eppure Allegri alla fine ci ha fatto ascoltare frasi sorprendenti: "A tratti abbiamo fatto buone cose", "La gara non mi è dispiaciuta", "Non ho niente da rimproverare ai ragazzi". Dunque è questa la squadra dei suoi sogni? E' così che l'ha concepita? Bastano solo un paio di miglioramenti? Temiamo che sia inquietante l'analisi in questi termini. Bisogna augurarsi che Allegri mentisse. Al di là dei ritocchi di mercato e del materiale a sua disposizione, è assolutamente necessario ed è assolutamente il tempo che l'allenatore metta e chieda molto, molto di più. Possono mancare tecnica e qualità, infatti mancano, ma non la spina dorsale, non la sostanza, non la lotta. Servono velocità, inserimenti, corsa, grinta. Dal niente di niente con la Sampdoria bisogna passare presto, prestissimo a "qualcosa". Guai però a fermarsi lì: se l'allenatore non comincerà subito e continuerà con costanza ad alzare l'asticella, il destino di questo campionato è la colonnina di destra della classifica.


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