Non lasciateci soli, mai più
Buongiorno ragazzi, perdonate se mi permetto. Tutto bene? Come state? Ebbene sì, sto perdendo e sto prendendo tempo...la vera domanda che voglio farvi e che mi porto dietro dalla notte insonne di Udine è in realtà una e una sola: dove siete? E non pensiate che vi chieda banalmente e scioccamente dove sono finiti quelli dello Scudetto dell'anno scorso, sarebbe troppo riduttivo e scontato, so perfettamente che le onde delle stagioni sono come quelle del mare, vanno e vengono, a volte non si sa come e nemmeno perchè. No, no, non vi ho disturbato per parlare delle solite cose, di classifiche, di obiettivi, di risultati, di stress, di tensioni. No, sono qui per parlare solo di voi e per dirvi che il sapore di mandorle amare in bocca di sabato notte non era perchè avevamo perso la partita. Ma va, chi se ne frega. E' solo che era saltata l'emozione di passare una serata con voi, con il vostro spirito, con la vostra essenza.
Perchè il bello di questi anni non è vincere o piazzarsi, ma è trascorrere questo pezzo di vita con voi. Perchè quando siete voi, e lo siete ancora, siete oltre i luoghi comuni, oltre le furbizie, oltre le piccolezze del nostro mondo. Ma ve lo ricordate insomma quando andavamo a Verona da sfavoriti, tutti incerottati, con il buon Samu un po' trequartista e un po' prima punta? Tutt'attorno ci prendevano in giro per Zlatan a Sanremo, erano pronti a contare i gol che ci avrebbero fatto Juric e Lasagna...? Ma voi no, voi siete andati in campo diritti, seri, tosti, veri, pazienti, umili, scaltri. Quello che vi siete presi, che ci siamo presi se ce lo consentite, quel pomeriggio a Verona, non erano tre punti di un campionato di calcio. Erano una storia di vita, erano la dimostrazione di cosa si può fare quando lo si vuole. Ma ve lo ricordate quando stavamo soffrendo con il Genoa sulla linea di porta a San Siro? Il Genoa con tutto il rispetto non eccelso di quel periodo ci stava prendendo a pallate sulla linea di porta, sulla linea di porta, ma noi no, tosti, duri, disposti a soffrire, immolati. E alla fine abbiamo avuto ragione noi, pugni al vento e porta salvata. Non stavamo giocando per lo Scudetto, non stiamo parlando dei solito, trito e ritrito, confronto fra oggi o un anno fa, lo sapete, l'avete capito, stiamo parlando di voi. Non volevate prendere gol e Santo cielo non l'avete preso. Capite anche voi che quei ragazzi sulla linea di porta non c'entrano nulla con il corricchiare molle e lento dietro Dia che va a farci gol o con i vari prego si accomodi che abbiamo detto a Udine. L'intruglio non è retorico e nemmeno emotivo. La domanda è diretta: voi oggi cosa volete? Non fatevi dettare l'agenda da chi vi scrive attorno, di falsi ridimensionamenti e di false rivoluzioni. il punto è solo uno: ma Voi oggi volete viverle le partite o vi accontentate di vedere cosa succede? Il tema è tutto qui. Ed è molto serio. Perche voi siete una cosa molto seria. Voi siete quelli che dopo l'eliminazione ingiusta contro il Manchester United, andate a Firenze dopo pochi giorni, vi ritrovate sotto anche lì ma poi vincete. Voi siete quelli che pochi giorni dopo l'arbitraggio da arancia meccanica contro l'Atletico, andate a Bergamo e sprizzate energia dal primo minuto e la sprizzate un minuto dopo l'altro e naturalmente vincete voi. Quelle ingiustizie avrebbero abbattuto chiunque. Ma non voi. E sapete perchè? Perchè quando siete voi stessi, avete risorse che nemmeno voi immaginate, ecco cos'era, lo spirito al di là dei risultati, quello che ci vuole, eravate voi stessi.
Oggi a volte siete lontani, contaminati da chissà cosa, vaghi. Non c'è niente di male, succede, ma sappiate che non ci fate male perchè perdete. Ma perchè non siete voi stessi, non siete quelli che sono tornati dopo tanti anni a colorare le nostre vite. Sapete allora cosa c'è? Arrivate pure secondi o terzi, quarti o quinti, ottavi o quindicesimi, ma non privateci più di voi stessi. Perchè senza di voi, è tutto così grigio...non solo per noi, ma per tutti quelli che anche se non sono milanisti vi hanno visto per quel che siete, diversi, freschi, vivi e nuovi. Questo è il vostro bello, non i risultati. E il vostro bello è dentro di voi. Non andate più in campo da soli. Perchè altrimenti diventiamo soli anche tutti noi.