Non è il 2017. Vendere è doloroso ma... Adesso diamo l'anima
No, non è il 2017. Non posso sapere se sul campo andrà meglio o peggio. Ma non è il 2017. Quella è una estate in cui, dal nulla, sono spuntati 200 milioni da spendere. Questa invece è una estate di continuità e di continuazione. Una estate di calcio, per niente politica e allusiva, senza fanfare e senza proclami. Stiamo semplicemente facendo le nostre cose, stiamo solo proseguendo il nostro percorso di questi anni, senza nessun bisogno ansioso di accreditarci e senza la necessità di essere osannati o approvati. Il pane duro lo abbiamo già mangiato.: l'accordo con la Uefa del 2019, il mercato di soli prestiti del 2020, il cammino lungo e duro che ci aspettava. Non dobbiamo credere, e non lo crediamo, di essere diventati improvvisamente belli, biondi e con gli occhi azzurri. Siamo semplicemente gente che lavora. Senza l'assillo di metterci la faccia. Lavoriamo 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 per il Milan, per quello stemma che affianca tutti i giocatori che arrivano questa estate al momento della firma del loro contratto, senza atteggiarci a scienziati o ad apprendisti stregoni. Perchè è semplicemente normale che un club virtuoso trovi sempre il filo delle cose che fa. Non viviamo di colpi di scena, ma di metodo. Non facciamo acquisti con formule creative, non facciamo politiche lunari che rimandano i problemi economici al pettine dell'anno dopo, non facciamo politica e non coltiviamo rapporti, non costruiamo teatrini a cielo aperto: molto più semplicemente facciamo il nostro, con amore e con orgoglio. Ed è per questo che, al momento del dunque, facendo i conti in maniera corretta, utilizziamo il nostro budget al centesimo.
E' stata dura vendere Sandro, è stato un dolore al quarto piano di Casa Milan. Ma, vista la tavola ormai quasi apparecchiata che si è trovato di fronte, il Milan ha riflettuto sul fatto che vendere è doloroso ma ti consente di rifare la squadra. Te lo consente, perchè non sei nella condizione di dover usare i soldi della cessione per nutrire il monte debitorio o per tappare altre falle. E' la terza estate di fila, quindi non una sorpresa, quindi non un gioco di prestigio, che il Milan investe sul mercato tutti i soldi ricavati e guadagnati dai propri risultati sportivi. Con la qualificazione Champions del 2021 abbiamo riscattato Tomori e Tonali che l'anno prima non ci potevamo permetterci a titolo definitivo (il pane duro...il cammino...) e abbiamo preso Maignan, Giroud e Florenzi, con la qualificazione Champions e lo Scudetto del 2022 abbiamo investito comunque tutto il ricavato, con la qualificazione Champions di quest'anno e la cessione di Sandro (anche la valorizzazione di un giocatore avvenuta sul campo è un risultato sportivo) stiamo facendo la stessa cosa. La stiamo facendo da gruppo dietro le scrivanie, dopo che in questi anni le cose migliori le abbiamo fatte da gruppo sul campo.
Loftus, Pulisic e Rejinders erano le nostre prime scelte e le abbiamo centrate tutte. Okafor era la carta coperta, almeno dal 7 luglio...,e l'abbiamo saputa tenere coperta. Anche Chukwueze è una prima scelta e sarà un altro obiettivo centrato. Adesso il programma prevede un centrocampista, Sarà Musah? Vediamo, il Milan apprezza il ragazzo ed è ricambiato, ma per la franchezza e la schiettezza con cui stiamo vivendo questa estate non possiamo essere ostaggio delle dinamiche interne ad altri club. Abbiamo bisogno di altro? Si può fare altro per migliorare? Si può sempre fare altro. Ma lo dovremo finanziare con il mercato in uscita, del quale stiamo ponendo le premesse e le basi con un lavoro rispettoso dei professionisti non partiti per gli Usa, ma in modo per l'appunto franco e schietto. Così come è giusto rivolgerci ai tifosi. A giugno ci è stata tolta la pelle e sotto ogni lembo di pelle tolta in molti hanno messo sale e veleni. E' il calcio, lo sfogo è il termometro dell'amore per il Milan, Ma è stata anche tanta energia negativa dispersa nell'aria per la gioia degli avversari che intanto si divertivano dopo pranzo. A luglio, adesso, c'è invece fibrillazione, emozione, entusiasmo. Calma ragazzi, calma. L'unica cosa che può fare il Milan è promettervi che lavorerà sempre con una intensità pazzesca, quella di Giorgio, quella di Geoffrey, quella di Hendrik, quella di Antonio, quella di Lorenzo (e che bello vedere Franco e Daniele a bordocampo a Milanello...). Tutto bello? Tutto magico? tutto giusto? Certo che no, calma. Una volta che saremo sul campo si vedrà. Il campo d'autunno e d'inverno, in estate, è insondabile come la cometa di Halley. Una cosa però: come si muove questa proprietà, Elliott prima e Redbird oggi, lo avete ormai capito. Il calcio e il Milan sono fatti di cuore, di sentimento, di carattere, ma la prossima volta calma e facce da poker. Non facciamoci mai trovare emotivamente impreparati, tanto poi i conti tornano. Così come adesso non c'è bisogno di esagerare con il godimento. Dobbiamo solo sostenere la squadra partita per partita, come avete sempre fatto. Conservate le energie ragazzi, non pensate agli algoritmi che ci sono stati prospettati a vanvera in qualche predicozzo, pensate solo che ci aspetta una stagione dalla posta in palio altissima e nella quale siamo noi fuori dal campo i primi a dover dare tutto. A dover dare l'anima, che è rossonera e che è l'unica che abbiamo.