Non c'è nessuno a bussare alla porta di Berlusconi. Note liete dai giovani leoni rossoneri: il Milan di Allegri sta lentamente trovando la quadratura del cerchio. A conferma di un mercato fallimentare, ancora non pervenuti molti dei nuovi acquisti
Riposte in un cassetto ben nascosto le illusorie e seducenti suggestioni legate a industriali italiani, magnati russi e sceicchi miliardari, tutti molto lontani da eventuali trattative per acquisire la società, vale la pena di tornare a parlare di calcio giocato e apprezzare i piccoli ma costanti segnali di crescita della squadra rossonera.
La partita del Tardini, che ha portato in dote solo un misero punticino, ha offerto l’immagine di un Milan che sta lentamente trovando una sua dimensione e soprattutto un Massimiliano Allegri capace di regalare una fisionomia nuova ad una squadra che il 31 agosto era un manipolo pressoché allo sbando di giocatori depressi.
Partiamo dagli aspetti positivi, innanzitutto il cambio di modulo. Non è certo il 4-2-3-1 l’effettiva panacea di tutti i mali del Milan, ma finalmente mister Allegri ha dato la dimostrazione di avere quella duttilità tattica che finora non aveva mai mostrato. Nelle ultime due stagioni i rossoneri non sono mai riusciti a disincagliarsi dalle maglie arcigne del rombo di centrocampo, diventato una consuetudine per gli avversari che con il tempo hanno preso le misure alla squadra di Allegri, riducendone a zero l’imprevedibilità.
Abbiamo spesso apprezzato invece, soprattutto nella scorsa stagione, la capacità della Juventus di Antonio Conte di cambiare modulo più volte: partiti con un pretenzioso 4-2-4, per scivolare su un più prudente 4-4-2, i bianconeri hanno messo a punto un definitivo 3-5-2 che li ha consacrati campioni d’Italia. Ebbene, questa capacità ad Allegri non l’abbiamo mai riconosciuta, almeno fino alle ultime due-tre settimane, quando, complice la maturata consapevolezza di avere a disposizione una squadra drammaticamente inferiore rispetto a quella delle ultime due stagioni, il mister di Livorno ha iniziato a provare diverse soluzioni tattiche.
Di lavoro da fare ce n’è ancora parecchio, perché a Parma, ad un cambio di modulo particolarmente opportuno, Allegri ha invece abbinato scelte alquanto discutibili, almeno in avvio di partita. La decisione di posizionare un Nocerino, ancora lontanissimo parente di quello ammirato lo scorso anno, come trequartista di sinistra non ha portato i risultati sperati, anche perchè ha costretto l’unico vero fenomeno di questo Milan, Stephan El Shaarawy, ad emigrare sulla fascia destra, limitandone di molto la sua pericolosità. Ed in effetti è bastato invertire le loro posizioni già sul finire della prima frazione di gioco, per offrire agli speranzosi tifosi rossoneri segnali incoraggianti, come vedere El92 recuperare palla in difesa ed attraversare tutto il campo, sfidando difensori avversari e pozze d’acqua con un’energia ed una forza fisica da stropicciarsi gli occhi.
Il gol segnato in apertura di secondo tempo non è altro che la logica conclusione di questa efficace mossa tattica riparatrice. Ed il marcatore, ça va sans dire, è stato anche stavolta El Shaarawy, l’anima di questa squadra, il giocatore più ricco di talento e qualità, la perla più preziosa dell’ormai non ricchissima riserva rossonera.
Ma attenzione, perché come da noi invocato anche nelle scorse settimane, il Milan dei giovani inizia a farsi largo e con il piccolo faraone, neo bomber rossonero, sta emergendo partita dopo partita un altro classe ’92, quel Mattia De Sciglio che potrebbe aver soppiantato quasi definitivamente Luca Antonini, spodestandolo dalla fascia sinistra e relegandolo in panchina. Senza dimenticare che il ragazzino, fino alla scorsa stagione ancora trotterellante sui campi del Vismara con la squadra Primavera, può fare la differenza anche sulla fascia destra, quindi è in grado di offrire una valida alternativa anche ad Ignazio Abate.
E poi c’è Bojan. Schierato da centravanti al posto di un Pazzini piuttosto appannato nelle ultime partite, il serbo-spagnolo ha mostrato tutti i suoi limiti fisici di fronte ai nerboruti centrali di difesa parmensi, ma ogni volta che è riuscito a smarcarsi fuori dall’area di rigore e ad allontanarsi dalla morsa feroce di Paletta e co., ha mostrato quello che è in grado di fare con la palla tra i piedi, non ultimo l’assist vincente per El Shaarawy.
Le note poco liete arrivano tutte dai nuovi acquisti, confermando qualora ce ne fosse ancora bisogno che l’ultimo mercato del Milan è stato a dir poco fallimentare.
In difesa Zapata ha retto piuttosto bene, ma anche a Parma ha rischiato di commettere un fallo da rigore (su Lucarelli al 22’ del primo tempo) praticamente identico a quello che è costato sconfitta al Milan ed espulsione a lui ad Udine. Eppure certe lezioni a qualcosa dovrebbero servire…
Anche a centrocampo, indicazioni positive ben poche: De Jong inizia a dare la sensazione di ambientarsi, ma la sua irruenza in interdizione è sempre a rischio cartellino e soprattutto in fase di ripartenza il suo gioco è troppo scolastico e non si ricorda un suo passaggio in avanti da quando veste il rossonero. Anche il suo compagno di reparto Montolivo sta offrendo prestazioni ancora decisamente sotto tono, e proprio da una sua palla persa e conseguente fallaccio al limite dell’area è giunto il pareggio di Galloppa. Per fortuna, almeno stavolta, Allegri ci ha risparmiato la tortura di vedere in campo la premiata ditta “Constant&Traorè” e già questo può parzialmente risollevarci il morale.
Su queste basi prepariamoci ad affrontare una settimana decisiva per il prosieguo della stagione del Milan: mercoledì pomeriggio in trasferta contro lo Zenit San Pietroburgo di Spalletti ci si gioca una buona fetta di qualificazione al prossimo turno di Champions League, e domenica sera arriva il derby, mai come quest’anno sentitissimo da entrambe le tifoserie anche grazie al duello Cassano-Pazzini che si annuncia una sfida nella sfida.
E’ arrivato il momento di vincere per far crescere l’autostima, per aumentare la convinzione dei giovani e le energie dei meno giovani, ma soprattutto per cementare un gruppo che al momento ha bisogno come il pane di risultati e di entusiasmo.
E continuare così quel processo di crescita di squadra, che seppur lentamente, sta restituendo ai tifosi del Milan l’orgoglio di tifare rossonero.
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