Noi dilettanti, con orgoglio. L'algoritmo del calendario. Prima la base, poi i rinforzi.
Siamo proprio dei dilettanti, è vero, nostra colpa nostra massima colpa. L'orgia di critiche che ci è piovuta addosso per le partenze a zero di Donnarumma, Kessie e Calhanoglu ci avevano convinto, ci avevano fatto sentire in colpa, inadeguati, totalmente e assolutamente. Eppure, assommati tutti e tre i nostri ex, avevamo ricevuto una sola offerta per uno di loro: 20 milioni più Areola. Ed è qui che bisogna essere bravi. Orientare la narrazione che se il Milan perde a zero tre giocatori per i quali c'è una sola offerta da 20 milioni più un ingaggio pesante, è il diluvio universale, mentre se c'è chi perde a zero un giocatore uno, uno solo, ma che poteva essere ceduto a 50 milioni, non fa nulla. La moda è quella il gioco delle tre carte, la linea, l'inerzia, una piacevole abitudine è che qualsiasi cosa succeda quello bravo non sei tu. Va bene, incartato e portato a casa. Dopo di che la vita continua. Su un terreno, quello del campo, dove non bisogna mai commettere l'errore di confondere la furbizia con l'intelligenza.
Orgogliosi di esserne e di starne fuori da tutto questo. Dalle camarille, dai capannelli, dai rapporti. Meglio, molto meglio, trattare con le ombre di Londra e del nord-Europa che con i sorrisini degli squaletti organizzati a orologeria. Per far fare brutta figura al Milan. Per battere sul Milan. Guardatelo bene il calcio italiano, guardatelo per quello che è. Noi che abbiamo i conti a posto, una visione e un progetto, vogliamo fare lo stadio più bello del mondo per i Milanisti. Ma l'intellighenzia cittadina, che notoriamente non tifa per noi esattamente come l'algoritmo del calendario, ha fermato e immobilizzato tutto, rendendo limaccioso e inesplorabile il terreno del progetto. Come fa del tutto comodo a chi il progetto di lungo respiro non ce l'ha, puntando solo ed esclusivamente a buttare la palla in avanti di anno in anno. A proposito del calendario, l'unico vero algoritmo dell'estate nonostante le mode di cui sopra nelle prediche e nei sermoni. Pensavo che l'algoritmo del calendario si fosse saziato un anno fa. Partenza dura per il Milan, per le prime critiche e i primi processi. Ma non andò così, visto che poi la vita ce la siamo complicata noi da soli dall'8 gennaio 2023 in poi. Invece no, diciamo che l'algoritmo aveva ancora fame e che l'onda lunga di questo appetito è rappresentata dalle tre trasferte su quattro nelle prime quattro di campionato. E non solo quelle. Perchè ancora di più si sono impegnate le date. Lunedì, sabato, venerdì, e saranno solo le prime tre giornate. Stefano Pioli non ci baderà e penserà, sacrosantemente, legittimamente, giustamente, solo a giocare a pallone. Ma noi vediamo e noi capiamo. E non ci fermiamo. Noi sappiamo che sarà dura e che dobbiamo essere forti. Abbiamo un calendario subito in salita e ci aspetta un sorteggio da terza fascia, quindi girone altrettanto, se non di più, duro.
Eppure andiamo avanti, pancia a terra sul mercato. Per il quale, abbiamo tempo, un buon budget e tanto buon senso. Paghiamo i giocatori per quel che riteniamo giusto. Non offriamo formule algebriche con parentesi quadre e graffe per prendere i giocatori con chi abbiamo rapporti consolidati. Perchè l'unico rapporto che abbiamo è con la nostra coerenza, la nostra visione, il nostro lavoro. Quello che spero e mi auguro è che dopo aver barrato con Loftus la casella del posto in rosa di Sandro, e vista la possibilità ormai vicina di prendere il nazionale americano Pulisic per Brahim e con la speranza di prendere il nazionale olandese Reijnders per Isma fermo fino a gennaio, poi inizi il nostro mercato. Poi dovrà iniziare la seconda fase, quella cara a Pioli, alla Curva e a tutti noi, quella dei rinforzi. Avanti. Forza.