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No del Governo al rateo agevolato di tasse: si attenta all’equa competizione. A febbraio rischio di penalizzazioni

di Franco Ordine

Per una volta possiamo e dobbiamo essere d’accordo con il governo senza entrare in un dibattito squisitamente politico. La premier Giorgia Meloni, all’unisono con i ministri Giorgetti e Abodi, ha ribadito il no convinto dell’esecutivo a concedere una rateizzazione ad hoc al calcio con l’aggiunta della mora (3% di oneri) e di uno scudo penale al calcio di serie A, B e Lega pro come reclamato da un emendamento proposto bipartisan e concepito dal senatore Claudio Lotito. C’è da essere lieti per un motivo molto semplice: perché finalmente viene introdotto nel calcio italiano, e specialmente in serie A, il concetto che chi accumula debiti e continua a fare calcio-mercato senza curarsi di mettere un freno al dissesto finanziario del proprio club, attenta all’equa competizione. Concetto quest’ultimo ripetuto in modo molto efficace dal ministro Andrea Abodi e ribadito anche dopo l’ultimo vertice di maggioranza avvenuto a palazzo Chigi.

Per capire la complessità della vicenda bisogna fare un breve riassunto delle puntate precedenti. In occasione della pandemia, c’è stata -come parziale riconoscimento alle imprese colpite dalla gravità dell’evento- la sospensione del pagamento delle tasse dovute all’erario. Adesso, a periodo archiviato, è arrivato il momento di procedere al pagamento. Molte imprese (comprese quelle calcistiche) potranno chiedere e ottenere dall’agenzia delle entrate la rateizzazione dei loro debiti versando il 3% di mora sulle somme dovute. Claudio Lotito, senatore oltre che presidente della Lazio, aveva presentato un emendamento bipartisan per chiedere l’accesso di stato alla rateizzazione, senza versare però il 3% di mora e ottenendo uno scudo penale. È stato cancellato. Quindi le società dovranno procedere ai versamenti ed eventualmente concordare con l’agenzia delle entrate di competenza la rateizzazione prevista per le altre imprese.

Attualmente c’è una classifica delle cifre più imponenti dovute dai club di serie A. Eccola:

INTER 50 milioni

LAZIO 40 milioni

ROMA 38 milioni

JUVENTUS 30 milioni

NAPOLI 25 milioni

FIORENTINA 15 milioni

MILAN 10 milioni

Preoccupano, in modo particolare, le posizioni debitorie, pur con cifre minori, di Sampdoria e Verona.

La morale di questa classifica è la seguente: 1) chi ha il monte-stipendi più basso, paga meno tasse; 2) chi non ha onorato il debito con lo stato, di fatto ha potuto utilizzare le risorse stesse sul fronte di acquisti e stipendi di fatto alterando il principio dell’equa competizione. La scadenza prevista per l’inizio dei pagamenti è fissata al 22 dicembre. A febbraio 2023 invece ci sarà la verifica federale e partiranno, in caso di mancata certificazione, le penalizzazioni in classifica. E sul punto non ci potranno essere deroghe federali come invece avvenne per gli stipendi dell’Inter in epoca pandemia, poi successivamente versati regolarmente. In materia di riforme regolamentari sarà forse utile introdurre, oltre ai parametri per l’iscrizione ai campionati, anche norme che vietino l’accesso al calcio-mercato per quei club che non hanno i propri conti in regola.


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