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Nella testa di Allegri. Tra moduli da provare e certezze da cementare

di Carlo Pellegatti

Dopo il brodo con tre tortellini gustato a Bologna, il Milan rifiata sul piano della pressione, con due settimane finalmente tranquille. Emblematica la serenità ed il sorriso di Adriano Galliani che riflette sicuramente la soddisfazione di Silvio Berlusconi dopo il risultato di sabato. Ho parlato di brodo perché, in effetti, il miglioramento sul piano del gioco si è visto, soprattutto per quello che riguarda intensità e determinazione in parte anche velocità, ma siamo ancora un po’ lontani da un profumato risotto alla milanese, anzi alla milanista. Io spero molto nella testa di Allegri, nella sua creatività, nella sua voglia di stupire, nel suo desiderio di dimostrare che le perplessità sulla squadra siano ingiustificate. Rimango ancora  per qualche riga in cucina. In questo momento, il tecnico livornese ha nel piatto bianco un pomodoro, solo un pomodoro, ancora un po’ verde ma come Paul Bocusse, l’inventore della Nouvelle Cuisine, deve trasformarlo in una opera d’arte, in un capolavoro di sapore e gusto. Nel suo gruppo Allegri può contare su tanti giocatori che si possono adattare a differenti schemi. Anche per dare nuovi stimoli dopo l’ormai conosciuto e tradizionale 4-3-1-2, l’allenatore deve studiare nuove alternative di gioco. Perché possa, per esempio, a volte rifiatare Boateng, un Boateng finalmente carismatico e trascinante come contro il Bologna, perché non proporre un tridente di attacco, con largo a destra Robinho o Emanuelson. Sì perché l’olandese può anche occupare la fascia destra, centrali Pato o Pazzini ed a sinistra Bojan o El Sharaawy?   Perché non mettere Ambrosini e De Jong, davanti alla difesa, in un 4-2-3-1, che possa creare problemi agli avversari, privi di punti di riferimento per il movimento della punta ed in appoggio di Nocerino o Montolivo, degli stessi Bojan, Robinho o “Amon Ra”, il dio egiziano del Sole? Insomma è Massimiliano Allegri la mia speranza perché il Milan possa abbattere la quota di Vincente. Oggi intorno al 15 contro 1. I rivali sembrano più tosti ed impegnativi della scorsa stagione. La Juventus ha cominciato da dove ha finito, la Roma può essere tutto o niente, ma domenica sera ha offerto spettacolo e divertimento, il Napoli potrebbe essersi completamente realizzato, la Lazio è la solita variabile impazzita come la Fiorentina. E poi c’è l’Inter che sembra oggi più in difficoltà delle avversarie. Allegri si adombra quando criticano i suoi ragazzi ed il loro rendimento ricordando i 162 punti in due stagioni. La sensazione  è che sia atteso da un compito più duro, ma certo più affascinante. Può essere però lui il jolly da mettere sul tappeto verde, il jolly che permetta di chiudere la mano, anzi le partite. I Ragazzi lo seguiranno con ancora maggiore determinazione quando si renderanno conto che dalla panchina, a mischiare gli odori e i gusti, sta lavorando un Creativo, anche se senza il Cappello Bianco, che può trasformare un pomodoro verde in un piatto da 3 stelle Michelin, anzi da 2 stelle sulla maglia.


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