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Mossa forte del club: il Milan non può essere ostaggio di nessuno. Gigio, hai rovinato tutto

di Antonio Vitiello

E’ finita l’era Donnarumma al Milan. La mossa coraggiosa del club di non rinnovare il giocatore migliore della squadra è stata sofferta ma dettata da condizioni necessarie. La dirigenza con questa scelta ha dato una grande dimostrazione di forza. Nessuno può tenere il club in ostaggio, e nessun giocatore viene prima del bene per il Milan. Le pretese di Mino Raiola per Donnarumma sono sempre state altissime, da 10-12 milioni di euro a stagione e una commissione di 15-20 milioni alla firma. Il club però da mesi sta provando a convincerli, dapprima con un’offerta da 8 milioni per cinque anni, poi con una da otto per due anni e l’inserimento di una clausola, proprio per andare incontro alle esigenze di Raiola e Donnarumma. Le telefonate sono state puntualmente evitate. E’ come se le offerte di Maldini e Massara siano state sempre snobbate. “Non ci sediamo nemmeno per meno di dieci milioni”. Con questi toni e con queste prospettive, il Milan ha deciso dapprima di cautelarsi bloccando Mike Maignan, e poi di non aspettare più Donnarumma concludendo l’operazione con lo sbarco a Milano del 25enne francese.

Fresco vincitore della Ligue 1, Maignan non sembra per nulla spaventato dal compito di ereditare i guantoni da Donnarumma. Inoltre il Milan lo ha preso a prezzi convenienti. Cinque anni di contratto a 2,5 milioni più bonus per il giocatore, mentre al Lille andranno 13 milioni più 2 di bonus.

Il Milan con questa strategia forte e decisa ha dimostrato di avere gli attributi. Gazidis insieme a Maldini e Massara e con il supporto della proprietà Elliott hanno deciso di tagliare la testa al toro. Anche perché cedere ad un ricatto avrebbe voluto dire rimandare la questione solo di qualche anno, poi al prossimo rinnovo il problema delle commissioni e dell’aumento d’ingaggio si sarebbe ripresentato.

Il problema reale di questa storia è che Mino Raiola ha sempre voluto spostare Gigio dal Milan a zero, e ha fatto di tutto perché accadesse, rifiutando anche un’ottima offerta del club. Non è questione di tempistiche. Il Milan avrebbe potuto iniziare a trattare anche 8 mesi fa, ma se di base c’è la volontà di non accettare o di richiedere sempre più soldi, il club rossonero non avrebbe mai potuto soddisfare pretese fuori dal mondo.  Insieme a lui andrà via anche il fratello Antonio. 

Peccato perché Donnarumma avrebbe avuto tutto per diventare una bandiera di questo Milan. Aveva l’affetto della sua gente, soldi e fama, ma si è fatto consigliare male e ha rovinato tutto con le sue mani. C’è un grosso senso di dispiacere nel club, per ciò che Gigio ha rappresentato e per quello che poteva diventare. E’ un vero peccato che la storia finisca così, ma nel calcio così come nella vita ognuno è responsabile delle proprie azioni.

La questione portiere ha offuscato in queste ore il ritorno in Champions League, e non deve essere così. La squadra ha condotto un campionato da otto in pagella, superando decine di problemi come gli infortuni, il Covid, il calendario compresso ed ha chiuso meritatamente al secondo posto in classifica con 79 punti. Il Milan che in estate veniva dato da molti come squadra da Europa League, è stata inferiore solamente all’Inter, e se avesse avuto Ibrahimovic tutta la stagione avrebbe tranquillamente lottato per il titolo. C’è un clima diverso a Milano. Ora si torna a respirare aria di Champions, la casa dei rossoneri.


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