Milan sempre affamato. Bilancio molto positivo. La voglia di Kessie.
“Dimostrate che non è vero!”. Bello e significativo il primo piano di Stefano Pioli, quando ha radunato in circolo i suoi Ragazzi, prima della fondamentale partita contro la Fiorentina. Un discorso emozionale per stimolare la squadra a confermare che la fame, la determinazione, lo spirito, fra le qualità precipue e determinanti per la vittoria dello Scudetto, non siano mai venute meno e che accompagneranno il futuro cammino del Milan. Personalmente ho avuto sempre la certezza che questi giocatori mai abbiano smarrito quel senso di appartenenza, quell’attaccamento alla maglia, quella infinita voglia di stupire e di vincere che ha spinto tutto il popolo rossonero a identificarsi, a stare sempre vicino, ad amare questo meraviglioso gruppo. Sembra sempre una bellissima festa, quando mi avvicino a San Siro e scruto i volti felici, avvolti dalle sciarpe rossonere. Le stesse espressioni di tifosi che arrivano da tutta Italia, da tutta Europa, quando salgono i gradoni delle curve di tutti gli stadi. Una festa, alla quale nessuno vuole mai mancare. Non ho mai avuto dubbi, ripeto, fin dalle prime amichevoli di Colonia o di Marsiglia, quando il Milan, sorretto dalla sua splendida identità di gioco, rimane subito al vertice della classifica, lassù, cercando di contrastare l’arrembante Napoli di questo inizio di stagione. E quella traversa di Kalulu, a pochi minuti dalla fine, nella sfida tra le due somme protagoniste di questo inizio di stagione, rimane ancora un ricordo vivido e amaro. A conferma che l’unica squadra, fra quelle che hanno affrontato gli uomini di Spalletti, in campo italiano e internazionale, a mettere in totale difficoltà i campani sia stato proprio il Milan. Non può essere stato perso lo spirito e la fame. Le vittorie in dieci sulla Sampdoria, l’impresa degli ultimi minuti a Empoli, a Verona, a San Siro contro Spezia e Fiorentina non sono certo episodi casuali e fortunati. Perché la Dea Fortuna va ammaliata, va corteggiata, va conquistata. Altrimenti se ne fugge, sdegnata. La classifica vede ora i rossoneri a 33 punti, due in meno, alla giornata numero quindici, rispetto alla scorsa stagione .Chiusa, nel girone di andata, a 42 punti. Il calendario, fino alla diciannovesima, non è semplice con tre trasferte: a Salerno, Lecce e Roma, contro la Lazio, e il match casalingo avversaria la Roma. Sarà ancora più complicato se i Ragazzi di Pioli non ritrovassero presto quel filone di gioco, che, nelle ultime settimane ,ho visto solo a tratti. Certamente nelle sfide decisive di Coppa , ma non sempre in campionato. Le ragioni sono logiche e evidenti. Il Milan è arrivato stanco, di testa più che di gambe, alla fine della prima parte della stagione, penalizzato da assenze tutte sulla fascia destra, la fascia equilibratrice del gioco di Pioli. Manca molto un giocatore, a volte sottovalutato, come Calabria, bravo nella fase difensiva ma utile anche nelle sue scorribande offensive. Il suo ritorno e quindi il ritorno, a centro area, di Kalulu dovrebbero tornare a garantire quella saldezza difensiva, che è stata una delle chiavi della vittoria dell’ultimo titolo. Non guardo al cammino del Napoli. E’ importante che si ritorni, nei novanta minuti, a un miglioramento sul piano delle prestazioni. Quando il Milan gioca bene, signore e signori, non teme nessuna squadra in Italia e poche in Europa. Il bilancio di questa prima fase della stagione è comunque altamente positivo. La squadra, come detto, è solo due punti in ritardo rispetto a un anno fa, ma ha conquistato la qualificazione agli ottavi di Champions League. Il prossimo passo in Coppa è battere un avversario di grande caratura, per acquisire quella consapevolezza già trovata in campionato, ma ancora non del tutto in Europa . Il Milan ha infatti perso nettamente contro il Chelsea, che ha poi dimostrato di non essere certamente all’altezza di quello di due anni fa, soprattutto perché manca la grande vittoria ,che possa sdoganare una ritrovata forza. Anche in quella casa dove il Milan è sempre stato padrone, mai ospite. Chiudo con un accenno alla prossima eventuale campagna di rafforzamento. A gennaio, il mercato rossonero non sarà certo affollato come quello delle bancarelle di Montreux, nelle feste di Natale. Per ora infatti non sono previste operazioni in entrata. Curiosa e inedita l’indiscrezione che vorrebbe Franck Kessie, totalmente a disagio nel ruolo di panchinaro nella sua esperienza a Barcellona, oggi anche infortunato, aver confessato a amici che il suo desiderio sarebbe di tornare al Milan, in prestito ovviamente. Si tratta certo di una voce, ma abbastanza fondata. Non credo che però possa esaudirsi la sua ventilata voglia di tornare a San Siro, dove è stato ammirato e applaudito. Il Milan penso che ritenga chiusa la questione, dopo aver sottoposto, nella stagione scorsa, un’offerta ritenuta adeguata e in linea con le strategie finanziarie del Club. Caro “Presidente”, peccato! Il Milan guarda avanti!!