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Milan, c’è anche il mercato dei formati da dover guardare: ecco di cosa si tratta. Botman-Bremer: volontà, necessità e terza opzione. Closing: non ci saranno problemi

di Pietro Mazzara

Le cronache di mercato del Milan che vi riportiamo quotidianamente sono farcite di nomi di giocatori stranieri e da pochi profili italiani. Un fattore dovuto, sicuramente, alla facilità con cui le società nostrane, Milan incluso, possano agire all’estero in tema di trattative e agevolazioni fiscali dovute al decreto crescita, che consente di pagare meno tasse sullo stipendio lordo rispetto a quelle che si pagano facendo un trasferimento Italia su Italia. Ma Maldini e Massara dovranno guardare anche al mercato dei formati in Italia, ovvero quei giocatori che soddisfano una serie di requisiti di tesseramento giovanile o di formazione, dai 18 ai 21 anni, che gli diano questo status. Che è necessario per le liste del campionato e Uefa. Perdendo Alessio Romagnoli e Franck Kessie e con Antonio Mirante ancora in dubbio sul rinnovo di contratto, ad oggi ci sarebbero i seguenti giocatori formati in rosa:

Formati in Italia: Florenzi (che verrà riscattato), Tonali
Formati al Milan: Calabria, Gabbia, Pobega, Daniel Maldini, Plizzari (di rientro dal prestito)

Dunque, dando per scontata la permanenza di tutti quelli formati nel club e indicati qui sopra, servirebbe almeno un altro giocatore di formazione italiana pura, meglio se due onde evitare problemi. È un mercato complicato, quello dei formati italiani, perché quelli buoni, costano e le società che li hanno non fanno sconti, spesso tenendoli ancorati a loro e facendogli perdere dei treni importanti.

La questione del difensore centrale sta assumendo i contorni del romanzo giallo. Sven Botman vuole il Milan, al Newcastle non ci vorrebbe andare e sta provando a tenere il punto con il Lille. Ma il club francese è allettato dalla maxi offerta degli inglesi, arrivati a iper valutare il cartellino di Botman mettendo sul piatto almeno 15 milioni in più rispetto al Milan. Oggettivamente sono soldi e davanti a essi, il club deve fare i suoi interessi. Maldini e Massara (che rinnoveranno a breve) non hanno intenzione di alzare la loro proposta, pur essendosi spesi tanto con il ragazzo. Ma il budget per il mercato e le valutazioni fatte non portano a poter destinare altri soldi per il cartellino di Botman. Ecco perché i rossoneri sono tornati su Bremer del Torino, che è un profilo diverso, ma è sempre stato il secondo nome sulla lista di gradimento di Pioli.

E poi c’è la terza opzione, ovvero quella di prendere un centrale che vada a fare l’alternativa a Tomori e Kalulu, con quest’ultimo che vuole rinnovare (a cifre nettamente più alte rispetto a quelle attuali) e oggi è anche difficile pensare di toglierlo dal centro della difesa vista la sua crescita monumentale nella seconda parte di stagione.

L’uscita di Salvatore Cerchione dal cda del Milan non smuove di una virgola Elliott e RedBird. L’uomo d’affari a capo di Blue Skye, che detiene il 4.27% della Project Redblack che, a sua volta, è la controllante del 99,93% delle azioni del Milan, non ha gradito l’operazione fatta da Elliott con Gerry Cardinale e viene da pensare che tifasse per Investcorp, soprattutto per un proprio e legittimo tornaconto economico. Non c’è preoccupazione ai vertici di RedBird e Elliott per le azioni di Cerchione, il closing non è a rischio così come non sarà bloccata nessuna manovra strategica in tutti gli ambiti. Il passo successivo, dopo le dimissioni, sarà quello di liquidare Cerchione e D’Avanzo (arrivati al Milan tramite Frank Tuil, che poi ha lasciato Elliott…) con la giusta cifra per ciò che detengono. Non un euro di più.


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